Presentazione del “Diario della mia guerra”
La presentazione del libro di Paolo Grassi "Diario della mia guerra - Storia di un adolescente sotto le bombe" (Segni e Parole), si svolgerà martedì 24 aprile, alle ore 18,30, a Seicentro (via Savona, 99 – Milano). Interverranno il figlio dell’autore, Davide Grassi, l'assessore alla Cultura del Municipio 6 Sergio Meazzi e l'editore del libro Sergio Lucini.
In vista della festa della Liberazione sarà un'occasione per ripercorrere quei tragici anni raccontati da un punto di vista particolare: quello di un ragazzino che all'epoca aveva solo 10-15 anni.
Tra il 1940 e il 1945, Paolo Grassi tenne un diario nel quale ha annotò le sue vicende personali intrecciandole con i momenti che sconvolsero il mondo.
Diario della mia guerra ripercorre i cinque anni più tragici della storia italiana - dallo scoppio della guerra alla caduta del fascismo, dalla sanguinosa occupazione nazista fino alla Liberazione - visti con gli occhi di un ragazzino costretto dagli eventi a crescere troppo in fretta. Pur tra violenze di ogni tipo, dalle pagine emerge il desiderio di vivere, il mantenimento dei valori, la ricerca – per quanto possibile – di una “normalità” adolescenziale, che fa però presto spazio alla consapevolezza, all'indignazione per gli orrori quotidiani. Diario della mia guerra è un libro appassionato e appassionante dal quale emergono storie lontane, da non dimenticare mai.
“Sono molto felice di presentare il libro di mio padre, purtroppo pubblicato solo postumo, proprio in questi giorni così carichi di significato – dichiara il figlio dell’autore Davide Grassi, che ha curato il libro con Carlo Migliavacca – Consiglio la lettura del Diario della mia guerra soprattutto ai giovani. Aiuta infatti a comprendere la storia in modo semplice e immediato perché raccontata da chi all’epoca aveva più o meno la loro età. Coltivare la memoria e conoscere il passato è fondamentale per costruire il futuro senza ripetere gli stessi errori. Questo libro lo considero un testimone che ho ricevuto da mio padre e voglio trasmettere alle nuove generazioni”.