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15 Giugno 2018

Banche, la sfida del ritorno alla normalità

di Luigi dell'Olio, Monitorimmobiliare

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Il 2017 è stato l’anno di svolta per il settore bancario italiano, con l’ammontare dei non performing loan passato dai 324 miliardi di fine 2016 a quota 264 miliardi. E il trend non si è fermato nei primi cinque mesi del 2018, un periodo che ha visto operazioni per 37,4 miliardi di euro. Sono alcuni dei dati che si ritrovano nel report di PwC “Il mercato italiano degli NPL - What's next..?!”. Uno studio che consente di fare il punto sugli sforzi compiuti dal settore nel nostro Paese per smaltire le tossine accumulate durante la lunga stazione della crisi.

Mercato dinamico

Per almeno un triennio le banche italiane si sono mosse a rilento rispetto ai competitor europei. Avendo già messo in campo aumenti di capitali, in pochi se la sono sentita di mettere a bilancio ulteriori, pesanti svalutazioni (si stima che il 40% circa sono legate all’immobiliare) e chi lo ha fatto ha dovuto accettare valorizzazioni molto basse rispetto al nominale.

La situazione però è cambiata nel 2017, anche perché nel frattempo è cresciuto il numero di operatori disposti a investire nel settore e a gestire gli asset deteriorati.

I primi mesi del 2018 hanno visto un aumento significativo delle coperture degli Npe all'interno delle banche italiane, anche a seguito dell'applicazione dell'Ifrs9. Infatti a seguito dell'adozione di tale principio contabile il coverage medio degli Npe delle prime dieci banche italiane, a marzo 2018, è arrivato a 59%, dal 54% di dicembre 2017.

Nuove operazioni in arrivo

Ora è il momento di accelerare su questo versante in modo da tentare il ritorno alla normalità. Da inizio anno il mercato ha già annunciato ulteriori operazioni pari a circa 28 miliardi, comprese diverse operazioni di cartolarizzazione con Gacs (sostenuti dalle garanzie del Governo italiano sulle senior notes) e cessioni di portafogli Utp, come vengono classificati i crediti che hanno ancora qualche probabilità di essere recuperati. Le esposizioni Utp, tema che è stato al centro di numerose riflessioni in occasione dell’ultimo RE ITALY Convention Days, nel 2017 hanno raggiunto quota 94 miliardi lordi (117 miliardi nel 2016). Il tema è di fondamentale importanza per le banche. Il 2017 ha mostrato limitati movimenti in termini di iniziative industriali e di operazioni straordinarie di cessione di Utp. Le banche italiane dovranno necessariamente strutturare al meglio la gestione industriale degli Utp e attuare piani di smaltimento efficaci.

Occhio ai rischi

Detto che il grosso della pulizia è stato fatto, non è il momento di rilassarsi. Il tema delle Gacs è cruciale. “E’ importante che a livello normativo arrivi una proroga per le garanzie pubbliche”, ha sottolineato di recente il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini. “Le sofferenze nette dal picco degli 89 miliardi al novembre 2015 sono scese ai 51 miliardi dell'aprile 2018" e la discesa dell'Npl ratio è stata superiore alle previsioni grazie alle massicce cessioni e cartolarizzazioni di crediti deteriorati, che devono però proseguire con la certezza della garanzia pubblica.

Il riferimento di Sabatini è al fatto che la scadenza del provvedimento è fissata per il 6 settembre. Dopo di che si conta su una proroga di altri sei mesi, dopo quella di un anno già concessa dalle autorità europee all’Italia per il programma partito nel 2016 con il decreto attuativo del 3 agosto di quell’anno. Di positivo c’è che il percorso sembra avviato nella giusta direzione.  Nelle scorse settimane il ministero dell’Economia ha intavolato con la DgComp le discussioni in vista della richiesta di proroga. Discussioni per ora solo informali, che presto dovrebbero sfociare in una trattativa ufficiale con Bruxelles.

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È online il nuovo numero di REview. Questa settimana:   Student Housing: accordo per 800 nuovi