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Eventi | 07 ottobre 2017, 18:00

Il Museo Matisse di Nizza ospita l’eccezionale mostra “Biskra: Rêver d’une oasis”

In mezzo al deserto ed alle palme, Matisse imparò a rinunciare al pittoresco esotico, per lasciarsi trasportare in un sogno ad occhi aperti. Così risorge Biskra, il suo profumo, i suoi colori, le sue odalische

Biskra. Seguia dans la Vieille Ville, Marabout de Sidi Lahsen. Photochrome Zurich Library of Congress

Biskra. Seguia dans la Vieille Ville, Marabout de Sidi Lahsen. Photochrome Zurich Library of Congress

 

Dal 27 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 il Museo Matisse a Nizza ospita la mostra "Biskra: Rêver d’une oasis".

Matisse trascorse due settimane in Algeria nell'oasi di Biskra e nei suoi dintorni, nella primavera del 1906: tornò con un solo dipinto “Rue à Biskra” (conservato allo Statens Museum for Kunst, Copenhague), ma rimase profondamente segnato da questo primo contatto con l'Oriente.

Questa mostra si propone di offrire una prospettiva culturale su quello che allora era la Biskra che l'artista ha conobbe all'inizio del XX° secolo. Le fotografie e le cartoline dell’epoca consentono di conoscere un centro termale invernale, con molte attrazioni turistiche basate sull’oriente.

Biskra era una città turistica, con molti visitatori stranieri alla ricerca di un esotismo facile. Tra questi molti artisti e scrittori, alcuni dei quali hanno avuto un approccio diverso. Come André Gide, che s’ispirò al luogo per scrivere il romanzo “L’Immoraliste” o il compositore ceco Béla Bartók oppure lo stesso Matisse che così scrisse, al suo rientro, all’amico Georges Rouault: "Mi sono conosciuto un po' di più".

In mezzo al deserto ed alle palme, imparò a rinunciare al pittoresco esotico, per lasciarsi trasportare in un sogno ad occhi aperti.

Così attraverso le testimonianze di un passato ormai lontano risorge Biskra, il suo profumo e i suoi colori, così come le odalische dipinte a Nizza nel 1920, mentre, negli “studios” della Victorine si stava girando il film “Le Jardin d’Allah” di Rex Ingram.

La mostra è realizzata con il concorso dell’Institut du monde arabe di Parigi, le ricerche del curatore della mostra e l’acquisizione dei documenti sono stati finanziati da “Discovery Outstanding Researcher Award” (DORA), attraverso l’Australian Research Council (ARC).

I curatori della mostra sono il professor Roger Benjamin, Université de Sydney ed Eric Delpont, direttore del Musée de l’Institut du monde arabe.

 

Beppe Tassone

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