Salvo, Politiche 2018: l’Italia ripudia le … opposizioni

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Diceva Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». E qua, di indizi, ne abbiamo ben più di tre …

Il disegno di chi guida il “sistema” – che sia il “Gruppo dei Trenta” o le “Ur-Lodges” massoniche (fa differenza?) – è chiaro: nessuno deve ostacolare il cammino di “globalizzazione finanziaria” o, come diceva Giulietto Chiesa lo scorso 16 novembre in occasione della presentazione della “Lista del Popolo”, nessuno deve fermare il processo di formattazione” del pensiero dei cittadini.

Era stato chiaro, in tal senso, il messaggio dello scorso 31 dicembre del presidente della repubblica Sergio Mattarella: prima ricorda che «il 4 marzo prossimo voteremo per eleggere le nuove Camere», poi, dal minuto 6:09 del messaggio, sollecita i partiti al «dovere di proposte adeguate, proposte realistiche e concrete».

Un chiaro avviso a chi volesse rappresentare un programma antisistema, insomma.

Lo scorso 10 gennaio, prendendo il via proprio dall’affermazione del presidente, il quotidiano “Il Fatto Quotidiano” mette alla berlina chiunque voglia proporre un qualche passo indietro rispetto alle “deforme” che hanno messo in ginocchio paese e cittadini. Diego Petrini scrive: «… i partiti, hanno capito al volo. Lo sparo dello start è stato solo il primo di una lunga serie di botti. Via la riforma Fornero, via il Jobs Act, via gli studi di settore contro l’evasione, via le tasse universitarie, via il canone Rai, via i vaccini obbligatori, via la Buona Scuola, … Come nella corsa più pazza del mondo, da una settimana è un continuo colpo di scena, un sorpasso dietro all’altro».

Ancora una volta, un avviso a chi vuole salvare i cittadini dal baratro: non dite!

Ma torniamo alla riflessione dell’investigatrice Agatha Christie, agli indizi.

Stabilito che già, da tempo, si prevedeva l’indizione delle elezioni politiche per il 4 marzo:

[1] INDIZIO NUMERO UNO. A soli quattro mesi dal presunto voto, il 3 novembre 2017, il Parlamento approva la legge 165, una nuova legge elettorale, il cosiddetto “Rosatellum 2”, su un testo cui ci sarebbe molto da dire in tema di costituzionalità, che sostituisce il precedente sistema elettorale dichiarato anch’esso incostituzionale. Il cambio di sistema elettorale a pochi mesi dal voto – pure tramite un “voto di fiducia”, senza dibattito – è di per sé estremamente grave.

[2] INDIZIO NUMERO DUE. A soli quaranta giorni dalla data della scadenza per la presentazione delle liste dei candidati, il 19 dicembre 2017, la Gazzetta Ufficiale pubblica la nuova conformazione dei “Collegi” elettorali. Solo da questo momento, nei fatti, è possibile, per un nuovo movimento “antisistema”, iniziare ad organizzarsi per partecipare al voto;

[3] INDIZIO NUMERO TRE. Solo il 29 dicembre 2017 la Gazzetta Ufficiale pubblica il testo della legge n. 205 del precedente giorno 27 (“legge di bilancio”) che prevede il taglio ad appena 375 il numero di firme per Collegio necessario per presentare la lista, ma ad una condizione: la lista deve presentarsi in almeno due terzi dei collegi plurinominali di una circoscrizione.

[4] INDIZIO NUMERO QUATTRO. Ad appena 20 giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste, lo scorso 9 gennaio, il “Ministero dell’Interno” pubblica le istruzioni tecniche per partecipare alle elezioni, i moduli per le accettazioni alle candidature, i moduli per raccogliere le firme.

Si tratta di un mattone d’istruzioni composto da 274 pagine che occorre leggere e “digerire”. Le istruzioni stesse l’ammettono e iniziano con una frase che sembra una presa in giro: “La legge 3 novembre 2017, n. 165, ha profondamente innovato il sistema di elezione delle Camere e, pertanto, al fine di facilitare le operazioni preparatorie, è stata elaborata la presente pubblicazione …”.

La pubblicazione d’istruzioni e moduli è un atto obbligatorio, previsto del D.P.R. n. 361/1957, dall’art. 20, comma 9, così come modificato dalla legge 165: «Il Ministero dell’interno, entro il quarantacinquesimo giorno antecedente quello della votazione, mette a disposizione nel proprio sito internet il fac-simile dei moduli con cui possono essere depositati le liste, le dichiarazioni e gli altri documenti di cui ai commi precedenti».

Statuito che 25 giorni prima le elezioni scade il termine per presentare le liste, restano appunto 20 giorni per accettare la candidatura, preparare i moduli, raccogliere poco più che un paio di decine migliaia di firme autenticate;

[5] INDIZIO NUMERO CINQUE. La lista “di sistema” “+Europa” capeggiata dall’immarcescibile Emma Bonino, sodale di Matteo Renzi e del suo “Partito Democratico”, pur non presente in Parlamento, supera la “trappola” della “raccolta delle firme”: grazie al “gesto generoso” di Bruno Tabacci e del suo partito “Centro Democratico” che “presta” il suo simbolo all’ex radicale.

[6] INDIZIO NUMERO SEI. Come spiega il giornale online “BlastingNews”, «rimangono però diverse liste a dover raccogliere davvero le firme e, ironia della sorte, sono proprio quelle fra loro più distanti sul piano ideologico e culturale: stiamo parlando delle varie formazioni di estrema sinistra e di estrema destra», ovvero le sole antisistema: la “Lista del Popolo per la Costituzione” promossa da Giulietto Chiesa e Antonio Ingroia; “Potere al Popolo”, la lista che vede, al proprio interno, la partecipazione di Rifondazione Comunista, PCI, Sinistra Anticapitalista e altri movimenti; il “Partito Comunista” di Marco Rizzo; la lista “Per una Sinistra Rivoluzionaria” – nata dalla fusione del Partito Comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando e “Sinistra Classe e Rivoluzione” -; “CasaPound Italia” guidata da Simone Di Stefano e la lista “Italia agli Italiani” – nata dall’unione di Forza Nuova e Movimento Sociale – Fiamma Tricolore.

Il caso è risolto, cara Agatha Christie, hanno ucciso la Democrazia e l’assassino è …

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