Risultati elettorali: quale futuro per il gioco d’azzardo in Sicilia

di Redazione
12/03/2018

Le urne hanno decretato un successo senza ombre del Movimento 5 Stelle in Sicilia che vede eletti nelle sue file 8 senatori e 17 deputati con il proporzionale, più altri 28 candidati nei collegi uninominali.

Anche se le elezioni regionali di novembre avevano visto una vittoria del Centro Destra (39,80% dei voti) che aveva portato Musumeci alla presidenza della regione, con i pentastellati secondi (34,70%), i risultati del 4 marzo avranno sicuramente degli effetti anche sulle amministrazioni locali rispetto ai programmi futuri e alle azioni da intraprendere sul territorio.

In particolare, se pensiamo al settore del gioco d’azzardo, M5S e Centro Destra notoriamente sostengono posizioni distanti anche se non sempre opposte.

Nonostante il Centro Destra non abbia esplicitamente incluso il tema del gioco d’azzardo nel proprio programma elettorale, in diverse occasioni abbiamo ascoltato posizioni che si concentravano su un approccio organico al tema, con uno sforzo teso a considerare le istanze di tutti i soggetti coinvolti, siano essi le associazioni dei cittadini, le rappresentanze imprenditoriali e gli amministratori locali. Sui diversi tavoli di dialogo, il Centro Destra ha sempre affermato che la salute pubblica e la lotta alle ludopatie sono temi fondamentali, tuttavia questi non devono impedire di considerare il gioco legale, sia sul territorio che nei casinò virtuali, come una forma di intrattenimento legittima, che non solo produce entrate per l’erario, ma crea ricchezza e posti di lavoro. Con il recente bando per la concessione di 120 nuove licenze per i casinò online, ad esempio, lo Stato ha la possibilità di incassare 24 milioni di euro, a cui si andrà ad aggiungere un flusso erariale costante negli anni futuri, derivante dalle giocate fatte dagli utenti in slot machine, scommesse sportive, bingo e lotterie.

Il movimento giallo, invece, ha riservato ampio spazio al gioco d’azzardo nel proprio programma elettorale. Moltissimi i punti toccati e tutti riconducili alla necessità di una maggiore regolamentazione del settore, con il triplice scopo di ridurre la diffusione delle ludopatie, proteggere le fasce deboli ed allontanare la criminalità da un mercato fiorente ed in costante crescita.

La lotta alle dipendenze, a tutte le dipendenze, è certamente uno dei fuochi d’attenzione del M5S che parla di azioni di prevenzione e di promozione della salute con campagne informative nelle scuole e l’introduzione dell’uso obbligatorio della tessera personale per impedire il gioco minorile. A questo si aggiungono proposte per il divieto completo della pubblicità  e delle sponsorizzazioni per i casinò virtuali ed i siti di scommesse, una maggiore trasparenza finanziaria nel settore, l’abolizione dei concessionari e l’eliminazione completa degli apparecchi slot. Infine nel programma si trova l’indicazione di un maggiore potere alle Regioni ed ai Comuni, perché possano intraprendere ulteriori azioni di tutela dei cittadini.

Se si leggono questi punti congiuntamente a quelli relativi alla riduzione delle tasse, della crescita dell’occupazione e di riduzione del debito pubblico, viene spontaneo chiedersi come verrà compensato il mancato introito proveniente dal gioco d’azzardo, qualora i punti sopra indicati diventassero realtà.

In più, il nuovo governo si troverà a dover gestire proprio i nuovi casinò online la cui nascita è stata autorizzata dal bando AAMS pubblicato a gennaio di quest’anno. In tema di gioco slot e di casinò online, il rischio che il M5S corre è quello di buttare il bambino con l’acqua sporca, demonizzando un interno settore economico e produttivo, la cui vera necessità è forse quella di una maggiore regolamentazione. Anche a livello regionale ci si trova davanti ad una dissonanza. Il Presidente Musumeci era stato infatti sostenuto nella sua campagna elettorale da Berlusconi che, in uno dei suoi comizi, aveva prospettato la riapertura del casinò di Taormina, come possibile leva per il rilancio del turismo locale. Sarà ora possibile al presidente della Regione dare seguito a tale dichiarazione di intenti?

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