Società senza contanti: un futuro ideale o… il caos?

di Redazione
16/06/2018

I contanti? Li usiamo sempre di meno, e non solo per le ovvie transazioni digitali. Se infatti è pur vero che siamo sempre più abituati ad acquistare su Amazon con le carte di credito o a usare piattaforme di gaming come quelle di Casino2k.com bonus senza deposito senza aprire il portafoglio, è anche vero che strumenti transazionali più tradizionali come le prepagate o le più moderne app di pagamento, stanno gradualmente sostituendo il ricorso a monete e banconote. Ma è una cosa positiva o no?

 

Arrivare a una conclusione non è certo facile. La tecnologia è d’altronde efficacissima… solo quando funziona. Ne sanno qualcosa gli utenti di alcune grosse reti, che nelle ultime settimane hanno dovuto fare i conti con molteplici disagi e con l’impossibilità di portare a compimento i propri acquisti.

 

Limitandoci a quanto è avvenuto nelle ultime settimane, in primo luogo possiamo rammentare i molteplici problemi a TSB, con alcuni clienti che hanno avanzato dure lamentele per aver avuto problemi di accesso a servizi bancari online o mobili, mentre altri (cosa ancora più grave) hanno addirittura erroneamente concesso l’accesso agli account di altre persone. La situazione era diventata così grave e così diffusa che la Financial Conduct Authority (FCA) britannica ha finalmente avviato un’indagine su questo flop.

 

Poi, alla fine della settimana scorsa, c’è stata un’interruzione dei servizi Visa in tutta Europa, lasciando molti clienti nell’impossibilità di effettuare dei pagamenti con carta. Alcuni di questi titolari di carte non hanno potuto effettuare transazioni di pagamento, o di prelevamento di denaro contante per un uso urgente.

 

Insomma, problemi diversi, risultati diversi, ma un effetto unico: la tecnologia ha fallito e ha lasciato molte persone senza alternative. Il flop è infatti accaduto quando molte filiali bancarie erano chiuse, e quando molte di queste persone non avevano con sé più denaro contante. È solo una parentesi sfortunata o è una sorta di ammonizione per il nostro futuro potenziale come società senza contante?

 

A dire il vero, per il momento siamo comunque molto lontani da quel futuro. Un nuovo rapporto della società di software ACI Worldwide, che consente ai fornitori di carte di elaborare i pagamenti, dimostra infatti che il contante continua a prosperare come la forma di pagamento più comune con l’88% delle persone che lo ha utilizzato nell’ultimo mese. Tuttavia, altre parti delle ricerche dimostrano come il 62% dei consumatori del Regno Unito abbia oggi meno denaro di quanto non fosse in passato, tanto che nel 2017 l’importo medio trasportato nel portafoglio era di 33 sterline, mentre ora è di 21 sterline. Simili considerazioni sono state espresse da altre analisi, in altre parti del mondo.

 

Ad ogni modo, mentre molte delle tecnologie cashless vengono sviluppate da nuove aziende fintech agili e dinamiche, alcuni commentatori suggeriscono che affidarsi a tecnologie moderne che sono legate alle vecchie infrastrutture esistenti delle banche è rischioso. Pinar Ozcan, professore di strategia alla Warwick Business School, afferma che “da una parte le nuove tecnologie come il riconoscimento vocale e facciale e la scansione della retina ci consentono di proteggere la nostra identità meglio di quanto potremmo con le password. D’altra parte, la maggior parte di noi si fida di una banca tradizionale, affidando a questa struttura consolidata i propri soldi, senza rendersi conto che i sistemi informatici di queste banche risalgono agli anni ’70 e che da allora sono stati aggiornati ma non in maniera significativa, proprio a causa del timore che il sistema si rompa nel processo. Quello che abbiamo vissuto con TBS è un esempio di uno scenario da incubo” – ha poi concluso.

 

Michael Hatchwell, socio di Child & Child, Globalaw, afferma che “se una banca è stata negligente nei confronti dei propri clienti, potrebbe esserci il margine per un risarcimento delle perdite subite. Certamente sarebbe sensato se solo per motivi di pubblicità e di credibilità la banca coprisse eventuali spese di mora e di interessi che sorgono, o altre perdite subite da un cliente perché i suoi sistemi non hanno funzionato correttamente”.

 

Ma dovremmo essere tutti più cauti nei confronti del digitale? Certamente, molte persone già lo sono. Un recente sondaggio dello studio legale internazionale Osborne Clarke ha mostrato che il 79% delle 2.000 persone intervistate ha dichiarato di temere di condividere troppi dati in uno scenario in cui i contenti fossero interamente sostituiti da pagamenti mobili.

 

Eppure ciò non ci impedisce di abbracciare nuove tecnologie e nuove comodità. Né dovrebbe, dice John Trueman, amministratore delegato di Quadranet Systems: “La tecnologia consente ai consumatori di avere una miriade di metodi di pagamento diversi. Mentre la situazione della scorsa settimana è stata frustrante per molti, alla fine è come quando una linea della metropolitana viene fermata, e i passeggeri troveranno semplicemente un’altra strada verso casa. Se un sistema di pagamento con carta non funziona, la maggior parte dei consumatori può scegliere un’altra carta”.

 

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