Roma (NEV), 12 ottobre 2017 – Una reciproca lavanda dei piedi tra un vescovo cattolico e un vescovo luterano, a 500 anni dalla Riforma di Martin Lutero. E’ avvenuto lo scorso 6 ottobre nel duomo di Trento nel corso di una preghiera ecumenica alla presenza di 200 partecipanti al convegno “Che cosa ci ha lasciato Martin Lutero?”, promosso congiuntamente dalla Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) e dall’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI) della Conferenza episcopale italiana (CEI).
Protagonisti dell’atto altamente simbolico, espressione dell’amore di Dio, l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, e il vescovo luterano Karl-Hinrich Manzke di Schaumburg-Lippe, responsabile della Chiesa evangelica luterana unita di Germania (VELKD) per le relazioni con la chiesa cattolica. Presente, tra gli altri, il decano della CELI, pastore Heiner Bludau.
Nella liturgia tema ricorrente è stata la gioia per la “fraternità ritrovata”. Ma anche la volontà di riconoscere – e perdonarsi vicendevolmente – peccati quali la mancanza di fedeltà alla parola, la presunzione, l’attaccamento al potere, l’autoreferenzialità, il disprezzo, l’incomunicabilità tra cattolici e luterani.
“Lo spirito Santo è il dono di Dio che ci rende sorelle e fratelli nella fede, liberi e responsabili di fronte a Dio e al mondo”, ha dichiarato il vescovo Manzke. Nella sua omelia, mons. Tisi ha sottolineato come “nell’anniversario della Riforma, cattolici e protestanti si sono guardati reciprocamente con uno sguardo nuovo, benevolo e positivo” e ha esortato alla gratitudine per “l’incanto del Dio della speranza e del dono della diversità, che non è contrapposizione ma ricchezza delle nostre particolarità”.