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CRONACA | 31 ottobre 2018, 07:00

Immigrazione e rimpatri, si cambia. E a Biella in calo i richiedenti asilo

Espulsioni in aumento e meno richiedenti asilo sul territorio. Con la dirigente della Questura Maria Celeste Bruni alla scoperta delle novità sulle procedure volute dal Governo

Immigrazione e rimpatri, si cambia. E a Biella in calo i richiedenti asilo

Più espulsioni e meno richiedenti asilo. La situazione dell’immigrazione sul territorio biellese ricalca i dati nazionali degli ultimi mesi con un aumento di provvedimenti di allontanamento da parte delle autorità e una diminuzione delle richieste di protezione internazionale. Sullo sfondo il decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno, al momento preso in esame dalla commissione Affari Costituzionali, che dovrà essere convertito dal Parlamento in legge. All’interno norme sui meccanismi di rimpatrio che, secondo Matteo Salvini, promettono di migliorare il lavoro delle forze dell’ordine. Newsbiella ha fatto il punto della situazione con Maria Celeste Bruni, dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura di Biella. 

Partiamo dai numeri, qual è la situazione attuale dell’immigrazione nel Biellese?

“Al 25 ottobre 2018 ci sono 7630 cittadini stranieri, tra questi non sono compresi 370 richiedenti asilo arrivati via terra e via mare. Rispetto al 2017 i numeri sono in calo. Nel 2018 abbiamo avuto 101 nuove richieste di protezione internazionale di persone provenienti anche da corridoi umanitari mentre abbiamo avuto 86 provvedimenti di espulsione, di questi 30 accompagnati alla frontiera aerea e 16 accompagnati ai Cpr (Centri per rimpatrio, ndr). Un luogo in cui si rimane se non si ha ancora a disposizione un documento valido o la fotocopia di un passaporto, se ci sono ritardi per trovare un volo disponibile o fino a quando non vi è l'udienza di convalida di un giudice di pace. Abbiamo portato a termine, inoltre, undici allontanamenti di cittadini comunitari di cui la metà con accompagnamento alla frontiera o comunque con intimazione a lasciare il territorio nazionale”. 

Come funziona un rimpatrio e quali sono le principali difficoltà delle procedure?

“Quando si trova un soggetto irregolare o vi è una scarcerazione per prima cosa è necessario verificare la disponibilità di un documento valido per l’espatrio che ci consente di interessare l’ambasciata di riferimento. Si tratta di una procedura non immediata ma più semplice da affrontare. Più complicato quando si ha un documento che attesta la nazionalità di un paese. In quel caso servono documenti specifici e va chiesta l'identificazione perché il consolato lo possa riconoscere come proprio cittadino. Su questi aspetti sono fondamentali i buoni rapporti con i consolati stessi anche se ci sono alcuni paesi che collaborano meno rispetto ad altri. La fase di esecuzione vede coinvolti due operatori ma in altri casi è necessario un dispiegamento di forze maggiori, dipende dal profilo di pericolosità della persona. Inoltre è presente il personale per eventuali udienze di convalida. Spesso lavoriamo sull’emergenza ma l’ufficio che dirigo, composto da dodici persone, riesce a svolgere i propri compiti senza particolari problemi. Sui costi dei rimpatri noi ci limitiamo a chiamare le agenzie e a prenotare il volo, poi l’aspetto economico è di competenza della Prefettura”. 

Veniamo al decreto sicurezza, come cambia il sistema e i rimpatri saranno più efficaci?

“Ci sono alcune modifiche che possono rappresentare un miglioramento delle tempistiche. Ad esempio non c’era ancora una norma che consentiva al personale di Polizia di trattenere il cittadino straniero presso i nostri uffici. Si era costretti a fare un ordine di lasciare il territorio o il trasferimento al Cpr perché il biglietto aereo non era disponibile durante la giornata. Nel decreto viene riconosciuta la possibilità al Questore di chiedere al giudice di pace il trattenimento per il tempo utile ad effettuare il successivo accompagnamento. Se il giudice non fissa la convalida è possibile richiedere lo stop del soggetto e successivamente dall'udienza all'esecuzione materiale dell’espulsione è possibile chiedere che la persona venga trasferita alla frontiera. Cambia anche la norma sui termini del trattenimento al Cpr che passano da 90 a 180 giorni, così gli uffici di Polizia avranno più tempo per effettuare il rimpatrio contattando i consolati e chiedendo l’identificazione delle persone coinvolte. Si potranno anche revocare i permessi di soggiorno per chi ha già ottenuto asilo o una posizione per motivi umanitari non solo per una condanna subita ma anche in caso di procedimento penale ancora in corso riguardante reati di una certa entità. Si ridurranno, infine, i tempi delle commissioni territoriali per le audizioni dei richiedenti asilo”.

l.l.

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