Di Ninni
Intervista al portiere Lorenzo Cattafesta, in versione saracinesca nel match contro l'US San Salvo
Lorenzo Cattafesta
Dall'esperienza, al giusto equilibrio, alle persone fondamentali per lui, alla musica, la Nazionale italiana, il vice Buffon
06/02/18

Lorenzo Cattafesta in versione saracinesca nel match contro l'Us San Salvo e risultato salvato in più di una occasione. Ma non solo contro i biancazzurri. Da qualche anno hai dimostrato di esser cresciuto sotto il punto di vista anche comportamentale non facendo prender potere agli sfottò avversari ma rispondendo nelle occasioni clou sempre quasi presente.

"Nonostante abbia 22 anni ho avuto la possibilità di giocare in diverse città d'Italia, da Civitanova a Brindisi e Vasto stessa che sono tutte esperienze che mi hanno portato ad avere qualcosa in più. Crescere sia dal punto di vista umano che calcistico. Tante cose prima le affrontavo in modo superficiale o c'erano cose a cui davo una importanza maggiore di quanta ne meritasse. Son migliorato in questo. So dare il giusto peso alle cose rispetto al passato. E l'esperienza conta tanto. E poi quello che parla è il campo, e cerco sempre di darle lì le risposte. Mi fa piacere di aver disputato una buona partita domenica contro il San Salvo e che il lavoro svolto in settimana venga ripagato". 

Un campionato apertissimo in cui di domenica in domenica la classifica si può stravolgere. Te l'aspettavi e ti aspettavi di poter stare nella zona alta con il Paterno a giocarti il tutto per tutto? C'è una squadra che secondo te potrebbe spuntarla sugli altri e perche?

"Un campionato in cui può succedere di tutto. Non c'è la squadra ammazza campionato anche se il Giulianova con il risultato di domenica ha fatto un passo importante verso la vittoria. E' difficilissimo però come campionato e ogni domenica vediamo risultati assurdi. All'inizio sapevo che Giulianova e Chieti come piazza e come squadra erano favorite, con organico importante e un tifo e blasone che con queste categorie non c'entra niente. Mi aspettavo che stessero lì sopra ma anche che noi del Paterno e Martinsicuro potessimo stare su con loro e giocarcela domenica dopo domenica. Ma alla fine niente è scritto. Anche se a mio avviso dovrebbe spuntarla il Giulianova perchè non sta sbagliando un colpo. Vince gli scontri con le "piccole" che sono le partite più importanti contro cui spesso le altre perdono punti".
 

Siamo ormai nel girone di ritorno. Non è stato tutto rose e fiori ma un grazie speciale lo devi al carattere sempre positivo, combattente, giusto? 

"E' cosi. Alti e bassi ci sono stati ma pensare positivo e la voglia di andare via da queste categorie e confermarmi in Eccellenza che è importante, di far miglior difesa a fine anno han fatto il resto. Un grazie speciale lo devo ai compagni che mi spronano e sono sempre vicini e al mio collega Pasqualino Cocuzzi. Ogni allenamento si mette a disposizione e si impegna al massimo e mi crea la giusta concorrenza cosi da spronarmi a dare sempre il massimo. Cosi come un grazie va a Venanzio Gigli, il preparatore. Senza loro mi sarei il classico portiere che pensa che dopo aver giocato due campionati di Eccellenza gli tocchi di diritto il posto da titolare e invece cosi ogni giorno cerco di dare tutto. Sono combattente e positivo anche grazie a Pasqualino che mi tiene sempre sulle spine oltre che avere il carattere che ho sempre solare. D'altronde il mio motto è "Always positive".. (ride ndr)".

C'è qualcosa o qualcuno che al di la del calcio ti aiuta a trovare quell'equilibrio fondamentale che serve tra tecnica e testa per dare il meglio nel calcio? 

"Oltre che la mia ragazza e la mia famiglia, spesso mi confronto con Mario Morrone che è stato uno dei miei primi allenatori dei portieri. Lui mi conosce bene sia caratterialmente che tecnicamente. Mi è sempre stato vicino nel mio percorso di crescita. Ha vissuto il Lorenzo Cattafesta nudo e crudo cosi come è. Lui dal punto di vista calcistico è fondamentale, un punto di riferimento. Quando sono "in crisi" o mi devo sfogare, nei momenti di confronto importanti, cerco sempre lui, di parlarci perchè mi riesce a dare il giusto equilibrio. Anche se poi ogni mio allenatore lo è ma con Mario è un rapporto speciale".


Hai diverse passioni oltre lo sport, la musica é una di queste. 

"La musica mi appassiona molto. Faccio parte dell'Associazione musicale della banda di Vasto e ho mio papà che è il presidente. La musica per me è un qualcosa a cui non posso rinunciare. Mi crea divertimento e mi fa sfogare. Mi crea spensieratezza. Tutte le volte che ho la possibilità di poter suonare o ascoltarla la sfrutto subito. Mi fa star bene stare con il gruppo di amici della banda anche con cui si suona e si scherza". 

Se dovessi votare l'attaccante o il giocatore dell'anno dell'Eccellenza in base a quanto visto fino ad ora chi voteresti e perchè? 

"Se devo scegliere un attaccante dico sempre Ilario Lepre. Per me è il più completo che c'è in Eccellenza. Ho avuto la fortuna di giocarci per due anni tra Capistrello e Paterno. E so che se non avesse avuto quel piccolo imprevisto non sarebbe stato in queste categorie. Per me è fortissimo. Anche se ci sono diversi centravanti come Lalli, Tozzi Borsoi, Di Paolo che sono da altra categoria ma Ilario per me è il più completo sotto tutti i punti di vista".

Escludendo Buffon che per te é il numero 1 in assoluto... se dovessi indicare il portiere del futuro, quello su cui la Nazionale potrebbe puntare per la rifondazione?

"Donnarumma penso sia il giusto erede di Buffon per quello che sta dimostrando nonostante la giovane età e grazie alle doti che gli ha dato anche madre natura. Anche se io stravedo per Perin. Nonostante abbia avuto diversi infortuni e diversi stop è sempre tornato ad allenarsi al massimo e dimostrare che lui nonostante non sia alto come altri può essere da Nazionale".

Da giocatore e tifoso, come valuti l'esclusione dai Mondiali dell'Italia e secondo te quali sono le cause? Da cosa si potrebbe ripartire?

"La delusione più grande l'esclusione dell'Italia. Da una parte però ci speravo perchè ormai il calcio italiano è un mondo malato dove si pensa spesso più al business e ai soldi che al gioco, al futuro, all'organizzazione. A partire dai dilettanti fino alla serie A. Ci sono tante cose che dovrebbero esser cambiate. In primis ripartire dai settori giovanili. Parte tutto da lì, dalle basi che vengono date. Non mettere allenatori giusto per metterli o perchè portano soldi o sponsor ma per la loro competenza. Da lì poi verrà tutto conseguenzialmente. Punterei a guardare i giovani talenti italiani. Ne abbiamo ma non vengono presi spesso in considerazione. Non gli si dà come altrove la possibilità di mettersi in mostra. In Italia siamo abituati a vendere i nostri talenti e prendere persone dall'estero. Puntare più sui nostri. Rifondare da lì. Competenza e punto di incontro tra allenatori. Non deve ognuno fare la guerra all'altro. Pensano da subito di essere già i migliori al mondo spesso e invece bisognerebbe essere più umili e dare le indicazioni base ai ragazzi senza stravolgerle da uno all'altro. Possiamo e dobbiamo tornare ad essere una delle Nazioni invidiate per il gioco del calcio".

Fai un in bocca al lupo a te stesso e a qualcuno in particolare.

"Mi auguro che possa risultare insieme ai compagni la miglior difesa del campionato. Di poter continuare a lavorare bene e dare una mano al Paterno e allenandomi con la giusta intensità e concentrazione raggiungere i traguardi prefissati. E un in bocca al lupo va al mio grande amico Edison Dema. Spero che arrivi in doppia cifra perchè se lo merita e perchè è giusto che sia cosi. Se lo merita per tutto quel che ha passato e i sacrifici che sta facendo. Gli voglio bene è un amico stretto".

Tiziana Smargiassi

 

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