Libia. Turbolento 17 dicembre: Haftar contro Skhirat, Minniti vede al-Sisi e ucciso il sindaco di Misurata

di Vanessa Tomassini –

Se qualcuno si stava ancora domandando se ci si potesse fidare o meno del generale a capo dell’autoproclamato Libyan National Army, Khalifa Haftar, forse il suo discorso di ieri ha spazzato via un po’ di dubbi. Se in una serie di incontri istituzionali, tra cui la visita a Roma lo scorso 11 dicembre, il cirenaico aveva adottato un approccio diplomatico, lasciando intendere di rispettare la road-map proposta dalle Nazioni Unite, parlando ai libici ieri pomeriggio, si percepiva che di quella diplomazia era rimasto ben poco. Il generale “rinnegato” ha infatti dichiarato che l’accordo firmato a Skhirat, in Marocco, due anni fa è scaduto e che il suo esercito “non sosterrà agli ordini di nessun partito se non eletto dal popolo”.
Khalifa Haftar ha così passato in rassegna tutte le motivazioni di illegittimità del Governo di Accordo Nazionale “fin dal suo primo giorno di lavoro”. Nulla di nuovo insomma, il generale non è affatto cambiato, come qualcuno ha tentato di farci credere. Ciò che è cambiato, invece, è il supporto da parte dei libici, che in molte aree è venuto meno. “I libici non credono più alla menzogna dell’esercito e alla sua buona fede”, scrive una giovane donna sui social network commentando il video del discorso del capo dell’esercito; “game over” scrive un altro. Tuttavia pare chiaro che l’uomo forte di Tobruk goda ancora di molti sostenitori, anche se in pochi hanno risposto al suo appello di mobilitazione nelle varie città, nei sondaggi che spopolano in rete viene dato secondo al figlio del compianto rais, Saif al-Islam Gheddafi, anche se molti libici stanno perdendo la speranza di rivederlo sulla scena politica. Eppure Haftar è riuscito a mettere dalla sua parte alcuni esponenti religiosi ed alcune nostre fonti ci riferiscono del “corteggiamento” ad alcune milizie con base nella capitale. Di esercito e di milizie ha parlato anche uno dei maggiori sostenitori esterni di Haftar, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, che ha ricevuto al Cairo il ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti. L’egiziano oltre ad affrontare il caso Regeni, su cui ancora non è stata fatta luce, ha suggerito a Minniti l’importanza di creare e rafforzare un esercito libico unitario.
Infine questo tormentato 17 dicembre è terminato col morto. Il sindaco di Misurata, Mohamed Eshtewi, è stato rapito ed ucciso con suo fratello Ahmed, poco prima del tramonto, mentre veniva portato a casa dall’aeroporto di rientro da Istanbul. I responsabili dell’assassinio non sono ancora stati identificati.