Ormai è confermato dalla scienza; per vivere più a lungo e in maniera sana bisogna coltivare l’amicizia vera. Non gli amici di Facebook, ma chi, a livello qualitativo, è un punto di forza per l’esistenza perché in grado di condividere, ascoltare e voler bene. Hanno scoperto i ricercatori che chi ha amici veri, nel suo corpo si attiva, allungandosi, una sorta di cappuccio per le cellule del DNA, le quali arrecherebbero più felicità.

Sono dunque da ricercare le relazioni reali e soprattutto i rapporti profondi. Sono essi la vera medicina al malessere. Si è scoperto che, semplicemente socializzando, si vive più a lungo e il bene delle relazioni determina il benessere fisico e psicologico. Nell’amicizia, inoltre, bisogna preferire la qualità alla quantità.

Un amico vero è ciò che fa realmente la differenza. Già Aristotele diceva che l’amicizia è un’anima divisa in due corpi. Qualcun altro invece la definisce come un’anima gemella. Resta il fatto che è l’amicizia che identifica se stessi. Potremmo parafrasare un celebre detto: “Dimmi che amici hai e ti dirò chi sei”. La scienza sembra confermare dunque il linguaggio sapienziale biblico che nel capitolo 6 del libro del Siracide così afferma:  “Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova, trova un tesoro. Per un amico fedele, non c’è prezzo, non c’è peso per il suo valore. Un amico fedele è un balsamo di vita*.

Credenti o non credenti, praticanti e non, tutti sono accomunati dal desiderio di  felicità. Chi desidera la felicità altrui dunque è chiamato a farsi amico e chi desidera la propria, a ricercare l’amicizia come il tesoro più prezioso, come la migliore cura per il corpo, per la mente e per lo spirito. La nostra felicità dipende dagli altri, la loro da noi. Facciamo dunque spreco di amicizia, imparando il bene universale che ci riporti a scoprire il vero tesoro dentro di noi e fuori di noi, nel volto del diverso con quelle peculiarità cui il cuore anela e a cui il nostro spirito è necessario.

L’amore più grande? Dare la vita per i propri amici, come diceva Gesù. Ciò per il fatto che, per chi ama, non esistono nemici, ma solo fratelli che attendono il nostro bene, resi amici, non per merito ma per dono gratuito