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01 maggio 2024

Oderzo Motta

"Le mie dimissioni? Una scelta di coscienza"

L'ex vicesindaco Silvana Boer spiega il motivo della decisione che ha avuto come conseguenza la caduta dell'Amministrazione comunale di Ponte di Piave

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a sinistra Silvana Boer, a destra Paola Roma

PONTE DI PIAVE - Dopo le dimissioni, l’ex vicesindaco contrattacca: “Basta fango”. Silvana Boer (nella foto a sinistra) è tra i dimissionari insieme ai consiglieri di maggioranza Daniele Furlan e Stefano Favaro e a quelli di opposizione Luciano De Bianchi, Giulia Nardi, Gino Redigolo e Claudio Rorato.

Il loro passo indietro, venerdì mattina, ha determinato la caduta dell’amministrazione comunale.

Il giorno seguente l’ex sindaco Paola Roma (nella foto a destra), in un incontro pubblico in municipio insieme a parlamentari, amministratori e rappresentanti della Lega, ha condannato l’accaduto, annunciando la propria candidatura a primo cittadino alle consultazioni in programma nel maggio 2019.

Nell’incontro di sabato in municipio era telefonicamente intervenuto anche il presidente regionale Luca Zaia. Il governatore non usò giri di parole, definendo le dimissioni “una porcheria” .

Da qui lo sfogo di Boer: «Non accetto fango, ho agito in coscienza. Dimettersi è sempre una sconfitta, però a volte bisogna avere il coraggio di farlo. Soprattutto quando capisci che la dignità vale più dell’orgoglio di ricoprire una carica. Ho cercato di dare il meglio senza ambizioni né favoritismi. Ho contribuito alla realizzazione di tutte le opere eseguite dal 2014 ad oggi. Prima di dimettermi ho atteso la fine di tutti gli iter per evitare problemi».

«Da tempo si erano rotti gli equilibri all’interno del gruppo che ho cercato in tutti i modi di ricompattare. Già nei primi giorni di agosto ho preannunciato al sindaco Roma le mie dimissioni. Lei è rimasta indifferente».

«Non accetto né fango né falsità. Non sono un “ramo secco” (questa la qualifica ai dimissionari da parte dell’ex assessore Stefano Picco durante gli interventi di sabato mattina in municipio, nda) né ritengo di aver commesso alcuna “porcheria”».

 


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