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Pete Townshend: ecco alcuni passaggi del suo libro “Who I Am”

Oggi Pete Towshend ha 72 anni, è sopravvissuto alle molestie del padre e ad un'overdose grazie ad un'iniezione di adrenalina direttamente nel cuore, è uscito pulito da uno scandalo di pedofilia.

Ma confessa di non aver ancora messo la testa a posto: "Il mio libro non ha nessuna lezione da impartire. Volevo solo tirare una linea e dire insomma, ora posso andare avanti".

"Quando sollevavo la chitarra sopra la testa, mi sembrava di reggere il peso insanguinato di secoli infiniti di guerre insensate. Esplosioni. Trincee. Cadaveri. Il sibilo pauroso del vento." Poi Pete schiantava quella chitarra come un'ascia contro gli amplificatori; Keith Moon cominciava a prendere a calci la sua batteria e Roger Daltrey sbatteva il microfono contro i piatti crepati di Keith.

Gli Who sul palco erano furore dionisiaco allo stato puro e anche lontano dalle scene non si risparmiavano, al punto che l'Holiday Inn decise di bandirli per sempre dalle proprie strutture, a qualsiasi latitudine del mondo.

Nel 1965 incendiarono il cuore di un'intera generazione con l'immortale frase "Spero di morire prima di diventare vecchio" ma la vita, si sa, non sempre va come si crede a vent'anni. Pete ha lottato ogni giorno contro i fantasmi di un abuso sessuale subito da bambino ed è stato ingiustamente coinvolto in uno scandalo di pedofilia online: è diventato sordo dall'orecchio sinistro a causa di un'esplosione provocata da quel pazzo di Keith Moon in diretta TV ma ha suonato a Woodstock, al primo Live Aid e, recentemente, alla cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Londra del 2012.

Ecco un breve passaggio tartto dal suo libro in cui parla di Keith Moon.

La casa di Harry.  "…In quel periodo la mia disillusione rispetto al futuro degli Who, soprattutto a causa delle difficoltà con Keith, era in fase crescente. Verso la fine dell’estate l’album "Who are You" vendeva abbastanza bene senza alcun tour a sostenerlo.

Keith venne a Londra da Malibu per l’inaugurazione della  Who Exhibition. Era in ottima forma: socievole con i fan, premuroso, gentile e affascinante. Sembrava felice.

Ad agosto feci un serio tentativo di entrare in contatto con Keith a Malibu. Keith beveva molto e io non riuscivo a stargli dietro. Invece di aiutarlo finii coinvolto nella sua bella vita e quasi mi dimenticai del motivo principale per cui ero andato a trovarlo.

Volevamo che tornasse a casa. Quando fui di nuovo a Londra Keith mi telefonò per sapere se potevo prendere in affitto a suo nome l’appartamento che Harry Nilsson possedeva di fronte la Playboy club: voleva tornare a casa ma non aveva soldi.

Ne parlai con Harry che accettò ma si disse anche preoccupato. Mama Cass era morta in quella casa. Gli assicurai che un fulmine non cade nello stesso  posto  due volte.

Bill Wyman aveva un appartamento nello stesso isolato e cercò coraggiosamente di tenere d’occhio Keith. Una sera Bill Wyman e Spyros Niarchos, presero accordi con Keith per incontrarsi nel suo appartamento al terzo piano a bere qualcosa insieme.

Keith, secondo una tradizione rock che forse sui stesso fu ad avviare, aveva assunto una guardia del corpo. Gli aveva ordinato di non farlo uscire di casa, quindi aveva iniziato a fare di tutto per eludere la sorveglianza. Mentre si godeva un drink, aprì la finestra senza dare l’impressione di cosa faceva e si buttò di sotto.

Bill e Spyros corsero alla finestra e videro Keith supino su una pila di materassi che aveva precedentemente accatastato dentro al cassonetto di un'impresa edile. Si alzò, si spazzolò l’abito e gridò agli spettatori attoniti – ci vediamo al Play boy club. Prendo un succo d’arancia

In quel periodo Keith Prendeva in giro i medici, creando confusione nello spiegare i suoi sintomi così da ottenere più farmaci possibile. Ne aveva bisogno per alleviare i sintomi dell’astinenza da alcool. Ma sembrava determinato a rimanere sobrio.

Nel settembre’78 fu Roger a telefonarmi nel mio studio. Fu succinto. “ L’ha fatto”. Quell’edificio ospita oggi l’ambulatorio di un medico. Finale alquanto appropriato."

 

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Tags: The Who, Roger Daltrey, Libro, Overdose, Keith Moon, Bill Wyman, Malibu
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