L’Ue vuole bloccare i soldi ai palestinesi

Il Parlamento europeo già da qualche settimana ha votato una risoluzione per congelare o addirittura annullare tutti i trasferimenti, oltre 3 miliardi di euro negli ultimi dieci anni, alle scuole palestinesi se esse continueranno a fare propaganda antisemita.

Si tratta di una notizia simile a quella dell’uomo che morde il cane, ripresa solo dai media arabi - e dai vari osservatori israeliani su jihad e terrorismo - e che ritorna di attualità dopo le esternazioni sull’Olocausto di Abu Mazen. Un leader disperato in cerca di consenso e in chiare difficoltà rispetto al fascino che esercita Hamas sui suoi uomini. Il programma che potrebbe venire bloccato si chiama Pegase e ad aver preso la decisione di metter in mora i finanziamenti è stato il Budgetary Control Committee (Cont) lo scorso 30 marzo. L’amministratore delegato dell’istituto, Marcus Sheff, ha sottolineato che “è molto strano che la Fondazione Pegase abbia trasferito circa 3 miliardi di euro all’Autorità palestinese negli ultimi 10 anni - con gran parte di questi soldi destinati al sistema di istruzione palestinese - mentre l’Ue non ha fatto alcun tentativo reale per assicurare che gli studenti palestinesi ricevessero un’istruzione che fosse in linea con i valori europei di pace e tolleranza. 

Già, verrebbe da rispondergli, benvenuto nel mondo “così com’è” e non “come dovrebbe essere”. Di fatto però la vecchiaia sembra stia toccando Abu Mazen fino a farlo apparire e muovere come un vero e proprio rimbambito. Quei soldi che vengono tagliati di fatto andavano nelle tasche dei suoi miliziani. Che ora hanno un argomento in più per tradirlo e buttarsi con Hamas. Poteva risparmiarsi la figura di guano mondiale con le proprie teorie sulla genesi dell’odio antiebraico nella Germania nazista. Eterogenesi dei fini o Alzheimer allo stato puro?

 

 

 

 

 

 

Aggiornato il 03 maggio 2018 alle ore 15:46