Saviano il Savio?

Roberto Saviano della famiglia dei Savi di Sion? Sì, è un po’ così: verosimile ma falso. In fondo, avendo noi i cassetti vuoti, a corto di denaro e di etica come siamo, abbondiamo in compenso di moralisti. Accaniti seguaci di Popper, questi ultimi, che ricorrono alla teoria della falsificazione applicandola a tutti i luoghi della conoscenza altrui, tranne che ai propri, presidiati dagli arcigni guardiani della sinistra “buonista”. L’intellettuale alla Saviano, quindi, è una sorta di ibrido tra scienziato e alchimista a un tempo, che non si rende assolutamente conto di come la dittatura mondiale del politically correct stia riesumando i peggiori fantasmi del Novecento, facendoli risorgere dalle loro ceneri storiche. Perché l’immensa rabbia, il rifiuto dei dogmi buonisti, multiculturalisti, multilateralisti e relativisti da parte delle classi popolari più indifese, demunite economicamente e intellettualmente, ma divenute oggi prepotentemente maggioritarie, le spinge a cercare impazienti e ansiose un loro vendicatore. E lo preferiscono dotato di una dose sufficiente di “cattivismo” che operi contro il tradimento delle attuali élite progressiste, responsabili di aver promesso benessere e diritti per tutti con la globalizzazione e le frontiere aperte, dimenticandosi che la terra è rotonda e finita e che fuori dall’Occidente esiste un problema colossale di folle crescita demografica da parte dei Paesi più poveri del mondo.

Certo, per gli establishment minacciati di estinzione, la democrazia e il suffragio universale sono da configurare come una malattia da estirpare, per sostituirli con il voto elitario concesso solo alle persone bene informate e abbienti che vivono nelle metropoli e non nelle cittadine di provincia, che invece fanno vincere Brexit, Trump e i populisti sovranisti. Per combatterli, è già in campo l’immane potenza dei media mondiali che amplifica ogni refolo di vento (reati comuni commessi da singoli contro extracomunitari e persone di colore) per farlo diventare una tempesta razzista in un Paese come l’Italia che, secondo Saviano, si è risvegliato all’improvviso xenofobo e intollerante. Analogo anatema e “vade retro” è stato espresso con forza dalle istituzioni cattoliche (Cei e Vaticano) e dai loro media. Temo che gli italiani, molto più dispettosi che cattivi e per nulla razzisti, risponderanno per le rime con le loro dichiarazioni dei redditi facendo defluire altrove il loro 8 per mille. Del resto, i buonisti danno del cattivo cristiano a chi non accoglie, avendolo fatto già abbastanza, ma si guardano bene dal chiedere all’Europa l’uso ragionevole della forza per stroncare i traffici di nuovi schiavi e per confiscare ovunque nel mondo (l’Onu che fa? Dove sono le sue fatwe?) migliaia di miliardi di dollari all’anno che le élites corrotte dei Paesi sottosviluppati fanno affluire nei paradisi di Wall Street e delle piazze off-shore, sottraendoli al benessere dei propri popoli affamati, disperati e oppressi.

Mi aspetterei che il Saviano intellettuale invitasse centinaia di migliaia di sans papier e clandestini che si aggirano per l’Italia ad andare in massa a Piazza San Pietro (che, ricordiamolo, è territorio di uno Stato straniero!) per chiedere l’asilo politico. Con milioni di volontari e di metri cubi edificati e vuoti di proprietà del clero ci sarebbe di certo spazio per ospitarli tutti! Poi, perché non invocare la creazione di una armada di caschi “gialli” Onu (formati da giovani volontari, tecnici e laureati, provenienti da tutti i continenti) da inviare come una planetaria task-force di protezione civile a risanare tutte le aree disastrate del mondo, facendo in modo che siano loro in prima persona a gestirsi centinaia di miliardi di euro di aiuti internazionali per la ricostruzione? Caro Saviano, sei controproducente per la tua stessa causa ed è bene che te ne faccia una ragione!

Aggiornato il 01 agosto 2018 alle ore 13:35