I Cinque Stelle faranno i gladiatori al Circo Massimo

“Stiamo mettendo in riga i prenditori rivedendo le concessioni statali, abbiamo dato una botta al precariato con il ‘Decreto dignità’, approveremo la norma che elimina una volta per tutte le pensioni d’oro e contemporaneamente siamo pronti al superamento della Legge Fornero. Sono passati appena 4 anni eppure guardate dove siamo, abbiamo iniziato a cambiare l’Italia!”.

Questo linguaggio pacato e rispettoso – mettere in riga qualcuno, tipico degli squadristi, la Lega di Matteo Salvini a tanto non si spinge – e queste considerazioni così liberali e democratiche sono contenute nell’invito-manifesto con cui viene lanciata la kermesse “Italia a Cinque Stelle” al Circo Massimo a Roma i prossimi 20 e 21 ottobre.

Sembra il cartellone cinematografico di un remake del “Gladiatore”, con Luigi Di Maio al posto di Russell Crowe. È un invito per fan. Ed è stato inviato via mail a una nutrita mailing list di “ritenuti amici” (alcuni a torto, visto che lo hanno fatto trapelare) per preparare la stampa, che li ha in precedenza montati, all’evento che provocherà verosimilmente migliaia se non milioni di “like” nell’inevitabile diretta Facebook. È il fare politica dell’antipolitica organizzata a livello mondiale e venduta – ancora per poco – come spontaneità naif. Non è dato ovviamente ancora sapere se Di Maio, o Beppe Grillo o Alessandro Di Battista dal Guatemala via Skype accarezzeranno il grano come Massimo Decimo Meridio, ma intanto la location già aiuta il futuro mito. Magari le parole nell’invito sono più prosaiche, fatte di quel linguaggio (che connota quel tipo di propaganda non pensante) che andrebbe sottoposto all’analisi biologica e semantica così come si fa con il sangue dei sospetti malati. In questo caso di mente. Il postulato è che si sia già attuato un bel pezzo di programma di governo, anzi di contratto. Si sono aboliti i vitalizi, è passata una legge anticorruzione e anche se il decreto del ponte di Genova latita e la legge di bilancio è “in mente dei”, già si vende fumo agli occhi dei followers. Tutti rigorosamente di bocca buona.

E poi, impagabile, il ringraziamento finale ai capi della setta, che parafrasando il nome di un’altra del settore, potrebbe essere etichettata come i “testimoni di Genova”. “Tutto questo lo abbiamo fatto grazie ai sacrifici di ognuno di noi – si legge fra l’altro – parlamentari e ministri, i nostri sindaci, i nostri consiglieri regionali e comunali, così come Beppe e Davide. Così come te e tutte le migliaia di attivisti presenti in tutta Italia. Camminando fianco a fianco, supportandoci a vicenda, partecipando alla stesura del programma e alla campagna elettorale, abbiamo portato le 5 Stelle in cima all’agenda di governo del nostro Paese. Dal 4 marzo a oggi non ci siamo mai fermati un attimo. Il 20 e il 21 ottobre sarà finalmente l’occasione per fermarci, per festeggiare i risultati che abbiamo raggiunto insieme e per raccontarci come vogliamo continuare per raggiungere tutti i nostri obiettivi”.

Se gli italiani guardassero il risultato dell’analisi linguistica di questa propaganda – e li comparassero a quelli del sangue di una qualsivoglia persona che si rivolgesse a un laboratorio per un controllo medico – forse finalmente capirebbero il male di cui sta soffrendo il Paese. E il danno del persistere in un voto di protesta che oramai nemmeno si capisce più contro chi sia rivolta.

Aggiornato il 27 settembre 2018 alle ore 11:01