Inclini alla meditazione e all'attesa, era difficile che i politici e i leader del passato cedessero alla megalomania o che, in preda all’emotività, ponessero la suggestione al posto dell’intelligenza; la politica, del resto, è prima di tutto capacità di osservare, dunque, di ragionare su quanto osservato.

La democrazia, si sa, vorrebbe la partecipazione del popolo ma nei decenni, se non nei secoli, si è preso atto che un popolo impreparato non può avere la democrazia, anzi è perfino accaduto che il potere politico si sia reso conto di quanto un popolo impreparato non sia in grado di osteggiarlo né preoccuparlo. Va da sé che l’istituzione politica abbia “puntato a incoraggiare” le caratteristiche impulsive del popolo che, pertanto, si dimostra sempre meno all’altezza di progettare e seguire strategie politiche foriere di azioni di rivalsa popolare in grado di contrastare le angherie del potere politico e delle strutture pubbliche che, via via, si fanno sempre più avide, arroganti, prepotenti e per nulla amiche del popolo. Il gioco è stato perfino semplice.

Giusto per iniziare da un punto nel tempo, per esempio, possiamo richiamarci a Guglielmo Giannini che negli anni Cinquanta, col suo “Uomo qualunque” e all’urlo di “Ci avete rotto le scatole”, è stato una sorta di precursore del più recente e frustrante “Vaffanculismo” di Beppe Grillo. Almeno dai decenni di mezzo secolo, il nostro popolo si allena a sostituire l’intelligenza con l’emotività ed è così costante in questa involuzione culturale, che ormai basta davvero molto poco per suggestionarlo e prenderlo in giro.

Nella sciocca illusione del “concreto e subito”, molti confondono la spacconeria col coraggio e si lasciano influenzare da certa ingannevole coreografia di parole. In una tale perdita delle difese immunitarie della capacità di ragionare e di vedere le cose per quello che sono, è ovvio che la stessa politica si sia camuffata da democrazia e abbia iniziato a presentare le più infami truffe istituzionali, con parole che ingannano il cuore limitandogli la collaborazione col cervello.

Thomas Eliot affermava che l’ultima caratteristica a morire nell’uomo sia il pensare bene di se stesso, dunque, può accadere che una società vessata dal plagio, sia convinta d’essere libera. Urlatori e fanfaroni non sono portatori di forte personalità né dei “duri”, come amano sentirsi. Sono invece dei ciarlatani che trovano sostegno nella facile suggestionabilità di quella parte di popolo emotiva che li immagina come dotati di raro coraggio e indole rivoluzionaria. Non può esistere successo nella superficialità e non esiste impegno né lavorativo né sportivo né progettistico né politico né di nessun tipo, che possa condurre al successo e alla vittoria se non dietro una lunga, profonda e competente preparazione. La facile suggestionabilità è caratteristica delle prede di un potere politico inetto, malvagio, avido e corrotto.

Aggiornato il 30 novembre 2018 alle ore 12:50