1

magdi allam libro

DOMODOSSOLA-30-09-2017- Si è svolta ieri sera, venerdì 30 settembre, nella sala conferenze della Prateria, la presentazione dell'ultimo libro di Magdi Cristiano Allam dal titolo “Maometto e il suo Allah”. Introdotto dal giornalista de Il Giornale Matteo Carnieletto, a sua volta autore di tre libri sul terrorismo islamico, compresa un'inchiesta sulle modalità di arruolamento dell'Isis, da Fabio Basta e da Luigi Songa di Fratelli d'Italia, lo scrittore di origine egiziana convertito al cattolicesimo ha spiegato ai numerosi presenti le ragioni che lo hanno spinto a realizzare questo libro.

“È una biografia del fondatore dell'Islam fatta in modo assolutamente obiettivo, - così Magdi Cristiano Allam - al punto che all'inizio del libro dico che il vero autore del libro è Maometto; ci sono tante frasi virgolettate, sono le frasi dette da Maometto, così come attestato nelle fonti ufficiali musulmane. Credo sia un'opera fondamentale, perché solo conoscendo correttamente chi è stato Maometto, possiamo capire la specificità dell'Islam, capire perché da 1400 anni l'Islam è una realtà invasiva, una realtà espansiva, una realtà aggressiva, una realtà che non ha mai cessato di voler sottomettere gli altri popoli, perché è esattamente quello che fece Maometto. Ci sono sicuramente tanti musulmani moderati, tanti musulmani per bene, dobbiamo sempre distinguere tra le persone e la religione, la dimensione della persona e la dimensione della religione; le persone possono essere moderate e vanno sempre rispettate, perché sono depositarie di valori inalienabili della vita, e come tutte le altre persone, anche i musulmani devono essere valutati singolarmente, sulla base delle proprie azioni. Il nostro è uno stato di diritto che si fonda sulla responsabilità individuale, ognuno risponde per sé stesso, io sto parlando della religione, e noi abbiamo il dovere, oltre che il diritto, di entrare nel merito dei contenuti dell'Islam come religione, vagliarli, criticarli, e di prendere atto di ciò che Allah prescrive nel Corano, ma soprattutto di ciò che ha fatto Maometto, che è il fondatore dell'Islam.

Sono regole che sono incompatibili con le nostre leggi laiche, sono incompatibili con le regole su cui si fonda la civile convivenza, e con i valori che sostanziano la nostra civiltà, come la sacralità della vita di tutti, la parità tra uomo e donna, la libertà di scelta personale, compresa la libertà religiosa.

Dobbiamo comprendere il fatto che l'Arabia Saudita proprio perché è la terra natale di Maometto, che nacque nel 570 alla Mecca, viene considerata come la culla dell'Islam, e ad oggi sia la Mecca che a Medina, che è la seconda città santa dell'Islam, dove è sepolto Maometto, è interdetto l'ingresso ai non musulmani. L'Arabia Saudita è il paese islamico più rigorista, più fondamentalista; l'ideologia che lo governa non ammette alcuna modernizzazione dell'Islam; c'è stata una battaglia ininterrotta tra la famiglia reale, che costituì il regno dell'Arabia Saudita nel 1932, e del clero islamico che è molto fondamentalista. In passato vi sono state delle battaglie sull'introduzione del telegrafo, sulla legittimità della presenza delle fotografie; perché nell'Islam ortodosso è vietata la rappresentazione di qualsiasi essere vivente, ed è assolutamente vietata la rappresentazione di Allah, o la rappresentazione dei profeti menzionati nel Corano.

Dobbiamo pertanto aver chiaro che pur nel rispetto dei musulmani come persone, vi assicuro che la maggioranza dei musulmani non sa nulla di Maometto, non conosce nulla, e lo dico sulla base della mia esperienza di vita. Io ero vicedirettore del Corriere della Sera nel gennaio del 2006, quando l'allora direttore Paolo Miele chiese a me, e ad altre firme illustri, di pubblicare un intervista immaginaria ai grandi della storia; mi fu chiesto di fare un'intervista a Maometto, la potete trovare attraverso Google. Quando rileggo quell'intervista mi metto le mani nei capelli, perché attribuii a Maometto delle cose che non stanno né in cielo né in terra. Eppure venivo considerato come uno dei maggiori, forse il maggior esperto di Islam in Italia, perché la maggioranza dei musulmani trasmette una religiosità popolare. Questo libro è un documento storico, scritto in modo divulgativo. I contenuti corrispondono alla realtà di Maometto, io non ho messo nulla di mio, quindi quello che viene percepito come “forte” è semplicemente perché non si conosceva; quindi se ad esempio è descritto che nel 627 Maometto personalmente decapitò circa 900 ebrei, ed è un fatto storico attestato dalle fonti ufficiali islamiche, non è Magdi Allan che sta esagerando, e che racconta delle cose per fare scalpore, sono semplicemente dei fatti storici che non si conoscevano. O come quando si legge nel libro che Allah era uno dei 360 idoli che venivano adorati nel Pantheon politeistico arabo che aveva sede alla Mecca, tanta gente rimane attonita, perché si tende ad abbinare automaticamente Allah al nostro Dio, quasi fosse semplicemente la traduzione letterale del Dio dell'ebraismo o del Dio cristiano, invece è tutta un'altra cosa.

Sicuramente l'essere stato reiteratamente condannato e minacciato di morte dai musulmani per quello che io scrivevo e dicevo da musulmano, la mia condanna del terrorismo islamico e del radicalismo, cioè di chi predica odio, violenza e morte, mi ha costretto a rivedere attentamente la realtà dell'Islam, a rileggere attentamente e integralmente il Corano, e soprattutto a scoprire la realtà di Maometto. Nel rapporto che ho avuto con Oriana Fallaci nel 2003 e nel 2004, su questo tra noi c'è stata una grande divergenza, io tendevo ad assolvere l'Islam come religione. Lei è stata la prima che con grande onestà intellettuale disse che la radice del male non è solo il terrorismo islamico, il radicalismo, ma l'Islam come religione. Io comprendo anche la difficoltà interiore a condannare l'Islam come religione, perché comunque resta il riferimento identitario culturale a cui si tende automaticamente acriticamente ad attribuire una positività per giustificare sè stessi, si assolve l'Islam per giustificare sè stessi. Diventa traumatico apprendere che Maometto non è stato un sant'uomo, o che nel Corano Allah ordina di uccidere, e che non c'è possibilità alcuna di interpretare il Corano. Il Corano può essere spiegato ma non interpretato, quindi anche quando sentite gli Imam che dicono di interpretare il testo, probabilmente non conoscono adeguatamente la lingua italiana, ma sono due concetti diversi quello di criticare e quello di spiegare. Perché spiegare significa comunque attenersi alla lettera al testo, criticare significa che si può attribuire un significato allegorico a quel concetto, ma nel Corano non si possono attribuire significati allegorici a ciò che Allah prescrive.

Io non sono preoccupato, sono molto sereno, ho solo chiesto allo stato italiano di avere una maggior attenzione perché sono consapevole che è un libro che mette in discussione il fondamento stesso dell'Islam, che si fonda su due pilastri: ciò che Allah prescrive nel Corano, e ciò che ho detto e ha fatto Maometto. Ma ciò che Allah prescrive nel Corano non è null'altro che ciò che Maometto dice che Allah gli avrebbe rivelato principalmente attraverso l'arcangelo Gabriele. Quindi il fondamento vero dell'Islam è Maometto. Nel momento in cui noi scopriamo che Maometto è stato un bambino infelice, un uomo sfortunato, che ha avuto delle turbe psichiche, che si è immaginato delle visioni dell'arcangelo Gabriele che viene da lui descritto come violento. L'incontro con cui l'arcangelo Gabriele gli rivelò i primi versetti del Corano è un incontro dove l'arcangelo Gabriele gli schiaccia in faccia il Corano fino a soffocarlo, fino a terrorizzarlo, ed è soltanto quando Maometto è totalmente prostrato, quando ho perso completamente qualsiasi capacità di reagire, che gli vengono rivelati i primi versetti del Corano. Quando scopriamo che Maometto è stato un guerriero che ha combattuto, che ha ucciso e che ha personalmente sgozzato e decapitato i suoi nemici, sorge il dubbio che questo religione possa continuare ad essere definita come religione di pace e di amore.

Non si tratta di fare la guerra ai musulmani, io sono stato musulmano per cinquantasei anni, e so bene che ci sono tanti musulmani per bene, tanti musulmani moderati. Il problema non sono le persone che vanno sempre rispettate, il problema riguarda l'Islam come religione, e dobbiamo pertanto toglierci dalla testa che si debba fare la guerra a 1 miliardo e mezzo di musulmani nel mondo, che sarebbe una totale follia e idiozia, né quella di fare la guerra ai musulmani che stanno in mezzo a noi, perché sarebbe razzismo, ma dobbiamo però essere molto chiari sul fatto che proprio perché questa nostra casa comune non è solo uno spazio fisico, ma è anche uno spazio giuridico, uno spazio valoriale identitario, uno spazio di civiltà, proprio perché noi non siamo una terra di nessuno e non vogliamo trasformarci in una terra di conquista, dobbiamo avere molta chiarezza e molta fermezza nel dire a tutti i musulmani che proprio perché non vogliamo discriminare nessuno, esigiamo da tutti che rispettino le leggi laiche dello stato, che ottemperino alle regole su cui si fonda la civile convivenza, che condividano i valori della sacralità della vita di tutti, della pari dignità tra uomo e donna, della libertà di scelta personale, compresa la libertà di religione, compresa la libertà religiosa degli stessi musulmani, che pertanto possano abbandonare l'Islam e convertirsi o non convertirsi ad altra fede, senza però essere condannati a morte per apostasia”.