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DSCN4044 Cappella del Castelletto

BANNIO ANZINO - 05-07-2018 - Tutti conoscono la storia del miracolo di Re, almeno nel Vco e zone limitrofe. Pochi forse sanno che la storia delle valli ossolane annovera altri eventi soprannaturali documentati. Uno di questi ha coinvolto una piccola ed elegante cappella alla periferia di Bannio, in Valle Anzasca. L'’edicola si trova al lato della strada che sale da Pontegrande, all’altezza dell’'ultima curva prima dell’'ingresso in paese. È chiamata “Cappella di Castelletto” e risale al 1470; ha subito diversi restauri, l’'ultimo dei quali nel 2012, perciò si trova in buone condizioni. L'’intervento più importante è datato 1848; la costruzione di un portico anteriore che protegge ulteriormente un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, dipinto sul fondo della cappella. Secondo lo studioso Adriano Antonioletti Boratto, che lo cita nel suo libro “Tappe di un pellegrinaggio mauriziano. La Via Sacra del Sempione”, è dipinto “... alla maniera dei De Campo e dei Cagnola”, attivi fra Novarese ed Ossola in quell’'epoca. Proprio quest'’immagine il 6 aprile 1495 fu colpita da una fucilata; la pallottola raggiunse il collo della Vergine, da cui scaturì un fiotto di sangue. Ancora oggi è visibile la traccia del colpo: il sangue venne raccolto in alcuni panni conservati nell'’archivio parrocchiale di Bannio, che purtroppo fu distrutto da un incendio nel 1716. Si è così perduta la più importante prova storica del Miracolo documentato, a quanto si legge nel sito ufficiale del Comune di Bannio – Anzino, “dai manoscritti del Tapparone”, che riportano anche l’ora del fatto sacrilego: le tre del pomeriggio. Le notizie sull’evento però risultano scarse e persino contraddittorie; anche il nome di Tapparone non va cercato su Internet, per non imbattersi in un naturalista di origini alessandrine, che nulla ha a che fare con questi fatti. Consultando l’archivio parrocchiale di Bannio con l’'aiuto del parroco don Fabrizio Cammelli, si trova invece un Carlo Tapparone, pittore banniese del 19° - 20° secolo, che verosimilmente potrebbe essere l’'autore dei suddetti manoscritti; sfogliando quelli presenti a Bannio, però, non abbiamo trovato cenni sul miracolo. L’'archivio conserva un articolo a firma Emilio Rizzi, apparso su “Eco Risveglio” nel gennaio 1981, che indica come autore del gesto sacrilego addirittura un prete cattolico, don Pietro Covettini. I manoscritti citati nel sito del Comune indicano invece “un certo prete Albasini”: la breve spiegazione, leggibile alla pagina http://www.comune.bannioanzino.vb.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/cappella-di-castelletto-sec-xiv-19771-1-35374335faf96ad12c98add34c6ff4be ricalca esattamente un testo dattiloscritto dello stesso Emilio Rizzi, probabilmente risalente al 500esimo anniversario del miracolo, conservato anch’esso nell’archivio parrocchiale. Il testo, subito dopo aver citato l’Albasini, ribadisce in un “ERRATA CORRIGE” che: “il nome tramandatoci quale autore dell’atto sacrilego, non è quello dell’Albasini, bensì quello del prete COVETTINI Pietro - (novarese)” e aggiunge che “sull’'Albasini venne sollevata una ipotesi che tutt’oggi risulta essere rimasta tale”. Ma per quale motivo un prete arriva a sparare ad un’immagine sacra? I pochi documenti conservati non riportano spiegazioni in merito, però un libro citato dallo stesso Rizzi, “Valle Anzasca e Monte Rosa”, scritto da don Luigi Rossi e pubblicato dalla Tipografia Zonca di Domodossola nel 1928, accenna a pagina 156 ad “un pastore protestante” - grossolano errore evidenziato da Rizzi: Lutero avrebbe dato il via alla Riforma in Germania solo 22 anni dopo! – che “costretto alla fuga, pieno di livore, sparò un colpo di pistola contro il dipinto della Madonna del Sangue in Castelletto, dando luogo ad un’effusione miracolosa di sangue”. Al di là dell’'errore, l'’ipotesi che a sparare sia stato un prete accusato di eresia appare fondata perché lo stesso don Rossi nel libro cita “... un instrumento del 21 gennaio 1527, rogato dal Notaio Giovanni Albasino” che “... accenna alla protezione, che antecedentemente era stata implorata presso i conti padroni Borromei contro gli eretici.” Il nome dello sparatore potrebbe essere stato confuso con quello del notaio citato? Anche su questo non abbiamo risposte certe, perché un prete con quel nome in Valle Anzasca è esistito più o meno all'’epoca del miracolo. Infatti nell'’archivio parrocchiale sono conservate le “Memorie di Bartolomeo Giovanninetti”, del 1849, che citano un “don Albasino Giusto di Vanzone, curato dal 1470 al 1478” e un manoscritto che ha tutta l’apparenza di una ricerca scolastica, che racconta anche altri fatti sul presunto sparatore. Don Albasini, secondo questo studio avrebbe addirittura ucciso anche l’'allora parroco di Bannio, don Cagnola, che lo aveva rimproverato per la sua cattiva condotta. L'’omicidio sarebbe avvenuto proprio vicino a Vanzone precisamente tra Valleggio e Croppo, sulla via per Ceppo Morelli. La fonte citata nel manoscritto è la pagina 44 di “Quarto centenario del campanile di Bannio”, scritto da don Severino Cantonetti. A derubarci dei documenti scritti, oltre all'’incendio dell’'archivio parrocchiale del 1716 ha provveduto quello dell’'archivio comunale di Bannio, provocato dagli stessi Anzaschini nel 1814 durante una rivolta contro il Comune capoluogo della valle, come riporta lo stesso don Rossi nel suo libro. Il miracolo della cappella del Castelletto non ha avuto la risonanza di quello analogo capitato in Valle Vigezzo: non è mai diventato meta di pellegrinaggi, ma si dice che ancora oggi gli automobilisti del paese si facciano il segno della Croce ogni volta che passano davanti all’edicola. Quest’ultima ha un ruolo importante nei tradizionali festeggiamenti della Madonna della Neve, la prima domenica di agosto di ogni anno; è davanti ad essa, infatti, che la Seconda Compagnia della celebre Milizia Tradizionale Banniese viene accolta dall'’Aiutante Maggiore e da alcuni Sottufficiali. La cappella oggi è inserita nel Percorso Escursionistico denominato “B15”, che da Pontegrande porta al Colle Egua; qualche notizia su di essa si trova anche nel sito di “COEUR – Nel cuore dei cammini d’Europa”, alla pagina http://www.camminidevozionali.it/it/luoghi-devozionali/cappella-di-castelletto-bannio .