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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Santa Flavia

Porticello, addio al "peschereccio della mafia": dopo 10 anni sarà recuperato il relitto

Partono le operazioni di demolizione del Lupo di San Francesco, diventato simbolo della lotta a Cosa nostra. Il relitto ha ricominciato a far parlare di sé quando Spatuzza ha rivelato i nomi dei componenti del commando che procurò l’esplosivo per la strage di Capaci

Dopo quasi dieci anni, sarà dato finalmente il via al cantiere per la rimozione dal porto di Porticello del peschereccio chiamato “Lupo di San Francesco”. A dare l'annuncio è stata la guardia costiera. I lavori di recupero, demolizione e smaltimento del relitto partiranno oggi. Le operazioni, che saranno effettuate nelle ore diurne, interesseranno lo specchio di mare compreso nel raggio di 20 metri in cui si trova il peschereccio, nonché la porzione di banchina e sede stradale adiacente. 

La guardia costiera di Porticello racconta come sono andate le cose: "I Lo Nigro all’epoca dei fatti, e cioè negli anni 90, gestivano alcuni pescherecci che facevano base a Mazara del Vallo, imbarcazioni che ospitavano decine di tonnellate di hashish proveniente dal Marocco. Il capobarca Pietro e il figlio Cosimo Lo Nigro, risultati imbarcati sul peschereccio affondato, trasportavano le sostanze stupefacenti in Sicilia, Cosa Nostra si occupava di smercio e distribuzione per un affare da quaranta miliardi". Durante le indagini per il traffico illecito, il peschereccio era stato sequestrato dalla magistratura ma, dopo una lunga battaglia legale terminata solo nel 2007, era stato dissequestrato e restituito alla proprietaria. Il peschereccio, non più utilizzato per i loschi affari, dopo essere rimasto a lungo “con le cime in banchina”, ha imbarcato acqua e, nel 2009, si è definitivamente adagiato difronte al molo Trizzanò, sul fondo del porto della cittadina flavese. A poco sono servite le diffide legali fatte ai proprietari e custodi da parte dell’autorità marittima. 

Il relitto dell’unità da pesca, all’epoca del processo di Caltanissetta, ha ricominciato a far parlare di sé quando Gaspare Spatuzza ha rivelato i nomi dei componenti del commando mafioso che procurò l’esplosivo per la strage di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli uomini della scorta. Furono proprio Cosimo Lo Nigro ed il cugino Cosimo D’Amato, a consegnare a Giovanni Brusca e Francesco Tagliavia il tritolo per gli attentati, recuperandolo dai residuati bellici inesplosi adagiati sul fondo marino. Il “Lupo di San Francesco” è così divenuto un simbolo della lotta alla criminalità organizzata.

"La capitaneria di porto e l’amministrazione comunale - spiegano dalla guardia costiera - hanno più volte tentato l’impresa della rimozione d’ufficio ma, fino ad oggi, tutte le strade sembravano ricondurre al punto di partenza: la scarsità dei fondi pubblici e quindi la necessità di rimandare l’intervento di recupero e bonifica. Nel gennaio 2017 l’ufficio circondariale marittimo di Porticelloha aperto un tavolo tecnico con la Regione ed il Comune di Santa Flavia, per tentare di risolvere le numerose criticità del contesto portuale e, in quella circostanza, si è diffusamente parlato della problematica costituita dal relitto che, sebbene bonificato da residui oleosi, sottraeva posti d’ormeggio, e si è iniziato ad acquisire dei preventivi  d’intervento. L’insediamento della nuova amministrazione civica, nello scorso giugno, è stato decisivo per portare la questione sui tavoli del Ministero dell’Ambiente. L’accorato intervento del sindaco Salvatore Sanfilippo e dell’assessore Maria Rosa Sanfilippo, hanno consentito di sbloccare alla Regione Siciliana i fondi per l’avvio dei lavori, tanto da portare finalmente alla pubblicazione dei bandi di gara ed all’aggiudicazione della stessa. Il costante impegno e la sinergia fra le pubbliche amministrazioni coinvolte ha portato alla vittoria di una rilevante battaglia che, benché ingaggiata da dieci anni, può comunque rappresentare un simbolo di legalità e di fiducia nelle istituzioni".

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