“Il Vangelo secondo Antonio” va in scena sabato 2 dicembre al Teatro di Ragazzola

In provincia di Reggio Calabria, a Bivongi, un giorno accadde un fatto particolare. Durante una messa il parroco, anziché offrire le ostie dell’Eucarestia, prese a mangiarle tutte, dinanzi ai fedeli esterrefatti. Lungi dall’essere un atto iconoclasta, si trattava, in realtà, di un gesto dovuto al degenerare del morbo di Alzheimer, che già da tempo si era impossessato del parroco. Traendo spunto da questo episodio, Dario De Luca della pluripremiata compagnia Scena Verticale ha scritto, diretto e interpretato “Il Vangelo secondo Antonio”, in scena sabato 2 dicembre alle ore 21.15 al Teatro di Ragazzola. Don Antonio, parroco di una piccola comunità, estremamente attivo verso i più bisognosi fino all’ultima emergenza dell’ennesimo sbarco di immigrati da accogliere e sistemare dignitosamente, viene colpito dal morbo di Alzheimer. Innocue, prima, e poi inquietanti dimenticanze, fanno pensare che qualcosa non vada, finché la diagnosi non diventa certa. A badare a lui, già da una vita, è Dina (diminutivo di Ricordina), la sorella-perpetua. Per nulla spaventata dal lungo elenco di accorgimenti da prendere per evitare che col passare del tempo il fratello diventi un pericolo per sé e per gli altri, Dina sceglie cristianamente di farsi carico di questa croce, coadiuvata dal giovane sacerdote inviato dal vescovo, in scena Davide Fasano, assistente sodale al suo parroco ma anche pronto a prenderne il posto quando la demenza avanza.

Con naturalezza lo spettacolo rappresenta la discesa inesorabile del parroco verso uno stato di guscio quasi vuoto e, di riflesso e con grande efficacia, la sofferenza di chi gli sta più vicino nel vedere una mente cancellarsi a poco a poco e nell’assistere a una lunga – e per questo tanto più penosa – morte. Dario De Luca conquista e commuove il pubblico rivelando l’eclissarsi di Don Antonio. Matilde Piana con grande bravura nei panni della sorella vive l’incredulità, la tenerezza, la frustrazione, la rassegnazione, la rabbiosa impotenza e l’affetto che attraversano il corpo, prima ancora delle menti, dei familiari più stretti. La scena de “Il Vangelo secondo Antonio” è volutamente povera, con semplici oggetti che la punteggiano, un pouf e un tavolino, mentre in fondo si erge un altare, sul quale svetta un imponente crocifisso. Una cornice di ferro ricoperta di led luminosi mutando disegna i vari ambienti in cui si svolgono le scene, resa partecipe dalle musiche inedite composte da Gianfranco De Franco. “Sei quello che sei, ma non ci sei”, canta Gianni Bella, mentre Dario De Luca scende, scena dopo scena, nell’abisso, disorientato da una casa che gli sembra continuamente mutare, dimenticando il significato delle parole, non riconoscendo più i volti, perdendo ogni autonomia. Una cosa sola non lo abbandona: il legame col Cristo in croce, sempre presente e in un modo o nell’altro illuminato sulla scena. Non è più Cristo, ovviamente: prima diventa una persona da sottrarre alle sevizie di cui è vittima, poi una cosa che Don Antonio sente riguardarlo personalmente e per la quale manterrà, nei limiti imposti dalla malattia, il massimo affetto, lo stesso di cui egli stesso, e tutti coloro che si trovano in condizioni simili, rimangono bisognosi, anche quando non sono più in grado di chiederlo. Frutto di un’attenta ricerca sulle dinamiche del morbo di Alzheimer, l’operazione messa a punto da Dario De Luca va oltre e diventa così, grazie a una grande eleganza nella messinscena e nella direzione degli attori, una parabola complessa sulla religione, sul sacrificio, sulla malattia e sul potere.

I biglietti dello spettacolo, al costo di 15 euro, si possono acquistare in prevendita presso l’Edicola di Ragazzola, l’Ortofrutta di Roccabianca e il Parma Point di strada Garibaldi, 18 a Parma.

Per informazioni e prenotazioni:     339.5612798       oppure    www.teatrodiragazzola.it.

 

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