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Rocchetta, M5S: "Si dimetta il sindaco". Presciutti: "Resto e richiedo rimborso per questi 40 anni di gestione del territorio"

Il Movimento 5 Stelle chiede le dimissioni del sindaco Presciuti e della Giunta comunale dopo il sequestro dei terreni della concessione Rocchetta decretati per presunti irregolarità in fatto di licenze dal tribunale degli usi civici di Roma. "Si è data - scrive il capogruppo Troiani del Movimento 5 Stelle - la priorità agli interessi economici di pochi piuttosto che alla collettività, senza capire che, al contempo, si stava danneggiando anche l’azienda Rocchetta SpA; si è proceduto calpestando norme, codici, direttive, sentenze, e questo, secondo noi, è imperdonabile". Detto questo inevitabile la conclusione all'insegna del tutti a casa: "Si ammetta la totale incapacità ed il fallimento nella gestione di una questione così rilevante per il nostro territorio e per il futuro della nostra comunità rimettendo il mandato ai cittadini, che sapranno valutare l’operato fin qui prodotto".

Ma dimettersi il sindaco Presciutti non ne ha nessuna intenzione ed anzi tira dritto convinto che questo clima sta solo affossando l'economia e il futuro di Gualdo anche perchè il Comune ha rese pubbliche e tutte trasparenti le decisioni prese. "Questa vicenda, se da un lato mi amareggia in modo profondo, dall’altro rafforza in maniere esponenziale la mia ferma volontà di proseguire ad operare nell’interesse vero della collettività che ho l’onore di rappresentare, che per quanto mi riguarda consiste nel garantire possibilità di sviluppo, lavoro, tutela dell’ambiente, adeguati servizi ai cittadini, soprattutto in un momento così difficile per la nostra comunità".

Ma Presciutti non solo non si dimette ma ha deciso di andare proprio alla guerra contro soprattutto la Comunanza Agraria - tornata in vita in questi anni dopo che si è scoperto che non era stata mai formalmente chiusa nonostante il passaggio di personale e competenze al comune - a cui è pronto a chiedere, a suo dire, gli arretrati: "Il Comune di Gualdo Tadino dal 1976 ha sempre gestito nel segno della legalità, della tutela della comunità e del territorio e nel massimo della trasparenza i beni in questione salvaguardandone, oltre al resto, il mantenimento con cospicui miglioramenti e investimenti calcolati ad oggi, sebbene in difetto, in 7 milioni di euro".

E ancora: Il tutto oltre ai costi sostenuti dal Comune di Gualdo Tadino, dal 1976 in poi, per il riassorbimento alle proprie dipendenze del personale allora in carico alla Amministrazione separata dell’Appennino Gualdese inerte per circa 40 anni, con relativo ulteriore onere economico di altri 900 mila euro. Considerando che queste ultime questioni non sono mai state sollevate con la medesima solerzia dalle controparti nei plurimi ricorsi, esposti e/o pubbliche ammende, il Comune di Gualdo Tadino, in ossequio ai principi di trasparenza verso i cittadini sempre preservati, sta valutando, invece, autonome azioni di richiesta di rimborso delle somme in questione proprio in tutela dell’interesse pubblico collettivo preminente di cui la municipalità è, per legge, rappresentativa".

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