Politica
10.10.2018 - 19:40
Francesco Siviero ci prova. Il sindaco di Taglio di Po ha deciso di accettare la proposta del Pd di provare a candidarsi per la presidenza della Provincia di Rovigo alle elezioni del 31 ottobre prossimo.
Siviero, quindi, nel caso la sua candidatura riuscisse a raccogliere le oltre 90 firme richieste, sarà lo sfidante di Ivan Dall’Ara, riproponendo il classico schema di centrodestra contro centrosinistra. Ma al di là delle etichette di partito si tratta della conferma che in Polesine definire una candidatura unitaria, in qualunque campo ci si trovi a giocare, è sempre molto difficile.
La discesa in campo di Siviero, il quale però scioglierà la riserva solo a conclusione delle verifica sulle condizioni per poter disputare la corsa elettorale, è maturata nel summit dem di martedì scorso. I vertici e sindaci del Pd si sono riuniti per analizzare la situazione, anche alla luce della rinuncia di Roberto Pizzoli che sembrava poter spaccare il centrodestra. Fra i primi cittadini del centrosinistra e fra gli stessi big del partito è emersa la volontà di non lasciare una importante tornata elettorale senza il Pd e il centrosinistra in campo. Scartata anche l’ipotesi di convergere sul nome di Dall’Ara in quanto, oltre alle differenze di schieramento, fra i sindaci dem era evidente il malcontento per come era maturata la candidatura di Dall’Ara, sindaco di Ceregnano, e platealmente lanciato dai vertici provinciali di Forza Italia e Lega.
A quel punto le soluzioni per il Pd erano due, o puntare su un proprio sindaco, in grado di calamitare consenso e voti, o lasciare libertà di voto agli amministratori d’area (il 31 ottobre votano solo sindaci, e consiglieri comunali). Impraticabile anche la pista, a dire il vero mai realmente in campo, di una candidatura di qualche esponente di movimenti civici, come Omar Barbierato, sindaco di Adria. E allora adesso ci prova Siviero. Per lui poco tempo per raccogliere le oltre 90 firme necessarie per presentare la candidatura, che dovrà essere depositata entro le 12 di oggi a Palazzo Celio.
sarà dunque una sfida a due, un duello classico, che però nasconde una serie di trattative, mediazioni, fronte partite e poi rientrate. La rivolta infatti è arrivata davvero ad un passo dal concretizzarsi in casa centrodestra dove la corsa di Dall’Ara poteva essere contrastata da quella di Pizzoli. Il sindaco di Porto Tolle, però, dopo aver raccolto un buon bottino di firme ha fatto marcia indietro. E le voci di corridoio dicono che alla base di questo ricompattamento del centrodestra ci siano state le pressioni dei vertici polesani di Forza Italia e Lega. Soprattutto in casa carroccio lunedì scorso la rottura era davvero vicina, poi ci ha pensato il commissario provinciale Fausto Dorio a fare la voce grossa e a pretendere che il malcontento di molti leghisti, anche d’alto rango, rientrasse. Scontri e rappresaglie che potrebbero spuntar fuori in occasione del voto del 31 ottobre, perché nel segreto dell’urna i franchi tiratori sono sempre all’opera.
Il tutto per l’elezione della presidenza di un ente, la Provincia, lasciato da tempo con poche risorse e poche competenze, dove i grattacapi e le “rogne” sono superiori agli onori. Ma dove ci sono settori e ambiti d’azione in cui la politica e i partiti hanno ancora molta forza, dalla pesca al parco del Delta, dal turismo all’azione su strade ed edifici scolastici.
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