Papozze e Panarella
28.01.2019 - 17:53
Papozze e Panarella hanno celebrato il Giorno della Memoria: alla cerimonia erano presenti anche i nipoti di don De Stefani, provenienti da Pincara e Fiesso Umbertiano.
E’ stata particolarmente significativa la cerimonia nel ricordo delle vittime della Shoah e di coloro che si sono opposti al progetto di sterminio, che, a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. “Onoriamo oggi la memoria di don Giovanni, parroco di Panarella, e di Ivone Pivanti, podestà di Papozze, che al progetto di sterminio si sono opposti”: questo l’intervento del professor Paolo Rigoni che, al termine della messa, che è stata celebrata da don Massimo Barison, ha tenuto a Panarella la commemorazione ufficiale del parroco don Giovanni Licisco De Stefani. “Era il 1943, c’era la guerra, c’erano povertà e miseria; eppure molti non ebbero dubbi nell’accogliere i profughi ebrei e proteggerli sino al punto di rischiare l’incolumità della propria vita. Questo è l’insegnamento che viene dal parroco e dal podestà perché anche oggi si possa praticare l’umana solidarietà nel nome, almeno, di una cristiana carità. Panarella deve essere orgogliosa di aver avuto don Giovanni come parroco ed ha l’obbligo di continuare a coltivarne la memoria perpetuando il ricordo del suo nobile gesto perché il suo esempio possa illuminare il presente”.
Don De Stefani, infatti, giovane vicario cooperatore a Canaro, con sommo pericolo per la sua vita cooperò insieme al farmacista, il dottor Ferrer, con la connivenza del maresciallo dei carabinieri e con altri cittadini alla salvezza di di una coppia ebraica, l’avvocato praghese Alfred Feigl e la moglie Elisabetta Laufer.
Nascosti nella soffitta del dottor Ferrer dal 10 dicembre al 26 aprile 1945, confortati dalle visite quotidiane della famiglia del farmacista del religioso, poterono alla fine del conflitto riparare in Uruguay e testimoniare direttamente la loro vicenda.
La cerimonia è continuata in cimitero a Panarella ove si è recato il corteo, guidato dall’assessore Federica Bergo per deporre una corona e rendere omaggio alla tomba del parroco.
La cerimonia è proseguita a Papozze nella cappella funebre della famiglia Pivanti. Deposizione di una corona e ricordo del podestà di Papozze che, nel 1943, fornì una serie di carte di identità in bianco a un numero cospicuo di ebrei internati a Lendinara, Rovigo e Papozze stessa, consentendo loro la fuga ed il trasferimento in America. Delle due famiglie internate a Papozze, Eduard Kopp, la moglie Rosalia Katz e il figlioletto, Theo riuscirono a fuggire, mentre la famiglia di Felix Moskovic, con la figlia Viera, 21 anni, e il figlio Julius, 19 anni, non fece in tempo a darsi alla fuga perché il padre e figlio erano malati. Catturati, inviati al campo di smistamento di Fossoli e da qui ad Auschwitz, furono eliminati al loro arrivo il 26 giugno 1943. Viera morì sempre ad Auschwitz in data imprecisata.
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