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Sanità

Pensionati in corsia, l’Ulss fa scuola

Rovigo diventa un caso nazionale. Il dg Compostella al Tg3 punta il dito contro le università.

Pensionati in corsia, l’Ulss fa scuola

L’Ulss 5 Polesana richiama in servizio i medici in pensione per far fronte alle carenze di personale. E la questione diventa un caso nazionale, dopo che - questa sera - il Tg3 delle 19 ha dedicato un servizio proprio alla situazione dell’azienda sociosanitaria di Rovigo.

All’Ulss 5 - è stato sottolineato nel corso del servizio - mancano infatti la bellezza di 140 medici, a fronte di un organico fissato a quota 620. Di fatto, ogni cinque camici bianchi un posto è vacante. E la situazione peggiore è quella relativa al reparto di pneumologia, che - tra pensionamenti e un paio di lunghe malattie - è andato in forte sofferenza, non riuscendo a far fronte alle richieste dei pazienti. Di conseguenza, si sono allungate le liste d’attesa.

Per ovviare alla mancanza di medici, allora, il dg Antonio Compostella ha pensato di far ricorso ai medici in pensione, che sono stati richiamati in servizio con contratti di collaborazione retribuiti a partita Iva.

Ma non è finita. Perché il peggio rischia di arrivare da qui in avanti. Come ha confermato, ai microfoni della Rai, una sindacalista dei camici bianchi, sono molti i pensionamenti all’orizzonte, anche a causa di “quota cento”: in tanti - ha spiegato la sindacalista - si stanno informando di questa possibilità, e potrebbero lasciare il lavoro. Aprendo un nuovo buco nell’organico, che costringerebbe l’Ulss a fare ancora più ricorso ai professionisti in pensione.

Questo perché - come ha detto Compostella - non si trovano più medici specialisti, e anche i concorsi pubblici fatti per rimpiazzare i colleghi andati in pensione sono andati deserti. Colpa, in primis, del sistema universitario a numero chiuso: gli atenei, ormai, “sfornano” molti meno medici di quanti servirebbero al sistema sanitario nazionale.

Una situazione definita “paradossale” dallo stesso presidente della Regione Luca Zaia. E a cui l’Ulss del Polesine ha cercato di trovare una soluzione, seppur tampone. Un’idea, quella di richiamare i pensionati in servizio, che ora potrebbe fare scuola anche a livello nazionale.

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