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Trecenta

All’asta l’ex ospedale “Casa Rossi”

Brusco: “E la convenzione con Ulss 5 e Ater che fine ha fatto?”.

All’asta l’ex ospedale “Casa Rossi”

L’ex ospedale “Casa Rossi” di Trecenta va all’asta. L’immobile, di proprietà dell’Ulss 5 Polesana, abbandonato da oltre due decadi, su disposizione del direttore generale Antonio Compostella verrà alienato: base d’asta un milione e 290mila euro.

Fino a pochi mesi fa, dopo le ultime elezioni comunali, “Casa Rossi” in virtù di un accordo di programma tra il comune di Trecenta e l’Ulss 5 Polesana, si sarebbe dovuto ristrutturare. O almeno aveva così confermato il rieletto sindaco Antonio Laruccia: “Dovremmo essere in dirittura d’arrivo per il vecchio ospedale di Trecenta, Casa Rossi, grazie alla convenzione con l’Ater e l’Ulss 5 che ne detiene la proprietà; verranno realizzati appartamenti per anziani e strutture scolastiche a favore del ‘Munerati’, l’istituto alberghiero superiore, che sta crescendo molto. Entro nove mesi inizieranno i lavori”.

Già in marzo la giunta Laruccia, prima della riconferma ottenuta dai voti di giugno, aveva approvato una delibera con lo schema di protocollo d’intesa tra la stessa amministrazione, l’Ulss 5 Polesana e l’Ater di Rovigo.

“Meno male avevamo pensato in tanti, seppur in prossimità delle elezioni comunali, Laruccia ha fatto finalmente una cosa giusta - ha commentato Guglielmo Brusco, storico esponente di Rifondazione comunista di Trecenta - una convenzione per il recupero di ‘Casa Rossi’, più volte richiesta da Rifondazione comunista e dai consiglieri della lista Trecenta Bene di Tutti. Il vecchio ospedale ha bisogno di cure, perché versa nelle pessime condizioni che oggi tutti possono vedere ed è prossimo a crolli e altri danni gravissimi”.

“Ma cosa succede solo sette mesi dopo questa delibera di giunta - prosegue - l’Ulss 5, senza mai nominare l’ipotesi di convenzione approvata da Laruccia, invece di rendere pratica la convenzione, decide di approvare la vendita dell’ex-ospedale ‘Casa Rossi’, avviando le pratiche per indire un’asta pubblica”.

“Questo immobile secondo me, caduto il suo uso sociale previsto nell’Atto di donazione, dovrebbe ritornare agli eredi della famiglia Rossi - prosegue Brusco - per tale asta è prevista la presenza di società commerciali, cooperative e ditte individuali. E’ mai possibile che dell’uso pubblico dell’area donata a Trecenta dalla famiglia Rossi, previsto nella delibera di giunta del comune di Trecenta del 19 marzo scorso, non ci sia più nessuna traccia? Ma Ater e Compostella, sapevano di quella delibera che ipotizzava il recupero sociale e scolastico del vecchio ospedale? Ed erano d’accordo con il sindaco di Trecenta per il recupero pubblico di ‘Casa Rossi’?”.

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