Adria
25.05.2018 - 20:40
Più che la gravità del fatto, sembra pesare la mancanza di informazione che avrebbe minato un rapporto fiduciario, ma la mancata comunicazione non era finalizzata a nascondere qualcosa, ma dalla mancata percezione della gravità del fatto.
E così la furia giustizialista di Giorgia Furlanetto questa volta si abbatte su uomo della propria lista, un esponente del movimento politico Grande nord, Paolo Tessarin, ospitato in Fratelli d’Italia.
La candidata sindaco “venuta a conoscenza - ha affermato l’altro giorno - che un componente della propria lista è imputato con l’accusa di furto aggravato, prende le distanze in maniera ferma e categorica dal candidato consigliere Paolo Tessarin”. E ieri non ha voluto aggiungere altro, se non sottolineare maliziosamente, quasi a voler mandare un messaggio: “Trovo strano che questa vicenda sia scoppiata il giorno dopo il nostro convegno su legalità e onestà”. Lasciando intuire che dietro a tutto ci sia una “manina”.
In ogni caso, detta così, la reazione sembra adeguata all’azione, come si direbbe in fisica. Tuttavia est modus in rebus. Il furto aggravato per il quale Tessarin sta affrontando un processo che riguarderebbe una decina di chili pesce pescati in una valle del Delta. Il tutto parte dalle rivendicazioni di un vicino, un tempo socio, dal quale Tessarin vanterebbe anche dei crediti, il quale lo ha denunciato perché con la barca avrebbe sconfinato nella sua zona, così al tempo dei fatti, nel 2014, avrebbe preteso la consegna del pescato.
Quindi il processo dovrà definire prima di tutto l’esatta localizzazione del luogo di pesca, poi la titolarità del pesce. Ma sullo sfondo di tutto ciò c’è anche uno scontro pesante, che va ben oltre gli interessati, e con interessi ben maggiori, sulla gestione delle aree demaniali.
Sulla vicenda gli altri candidati sindaci restano alla larga. Solo Piermarino Veronese, con il dente avvelenato con Furlanetto e Daniele Ceccarello, rilascia una dichiarazione alquanto criptica.
“Finalmente una cosa di destra uscire dalle fauci della Furlanetto. In realtà la sinistra non è mai stata garantista perché ha sempre privilegiato i diritti sociali rispetto alle garanzie individuali e le tutele collettive rispetto a quelle della persona”. E aggiunge: “Ma lei se ne dispiace!”.
Sulla "Voce" di sabato 26 maggio l'articolo completo.
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