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“Gazebo solo se antifascisti”

Una norma per autorizzare solo chi si rifà a valori democratici e contro i totalitarismi

“Gazebo solo se antifascisti”

 Le liste civiche fanno proprio la proposta lanciata da Pd, pur non ammettendolo e presentandola come cosa propria. Infatti, già sabato pomeriggio, nell’infuriare della polemica per la presenza in piazza Groto del gazebo di Casa Pound, autorizzato dal sindaco Omar Barbierato, il segretario dem Federico Cuberli aveva lanciato l’idea di introdurre nel regolamento comunale che “l’autorizzazione viene concessa a gruppi e associazioni che dichiarino apertamente rispetto della costituzione e dei valori democratici antifascisti”.

A distanza di 48 ore le liste Ibc, Siamo Adria e Adria civica che di dicono “afferenti all’amministrazione del primo cittadino Omar Barbierato” scoprono di dover aggiornare il regolamento per la concessione di spazi pubblici con “una variazione, già approvata in diversi comuni d’Italia che rappresenta una misura che vuole rispettare i dettami della Costituzione. Per questo motivo - si legge nel comunicato - chiederemo ai soggetti richiedenti la concessione di uno spazio pubblico, sala pubblica o qualunque altro luogo di proprietà comunale per lo svolgimento della propria attività, di dichiarare di ‘riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo’. In questo modo andiamo a proporre una soluzione formale che affronti una questione che ad oggi non era mai stata affrontata”.

Immediata la replica che arriva da vicolo Che Guevara. “Il Partito democratico - si legge in una nota del segretario - accoglie benevolmente la nota delle liste civiche di modificare il regolamento per la disciplina dell’occupazione di suolo pubblico inserendo l’assunzione di un impegno formale, da parte del richiedente, a ‘riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana e di ripudiare il fascismo e il nazismo’. Questa soluzione era, infatti, già stata suggerita proprio nel giorno della memoria dal Pd adriese, che si era offerto di portarla all’attenzione dell’amministrazione nel prossimo consiglio comunale. Altri comuni italiani, ad esempio Brescia - prosegue Cuberli - hanno adottato questa modifica del regolamento che è stata ritenuta legittima tanto dal Tar che dal Consiglio di stato che hanno respinto i ricorsi promossi proprio da Casa Pound. La motivazione fornita dai giudici amministrativi è che ‘la richiesta di dichiarare di ripudiare l’ideologia fascista non può essere qualificata come lesiva della libertà di pensiero e di associazione, dal momento che se tale libertà si spingesse fino a fare propri principi riconducibili all’ideologia fascista sarebbe automaticamente e palesemente in contrasto con l’obbligo e l’impegno al rispetto della Costituzione italiana’. Si tratta, in altri termini, di una dichiarazione di adesione ai valori costituzionali, tra i quali il ripudio dell’ideologia fascista, che dovrebbe appartenere a ogni cittadino e che è doveroso richiedere a chi intende promuovere iniziative pubbliche”.

In attesa che il consiglio comunale vari la modifica al regolamento, sarebbe opportuno per rispetto dell’opinione pubblica che fosse fatta luce sull’autorizzazione concessa da Barbierato dal momento che il gazebo si trovava a poche decine di metri dalla mostra degli alunni della scuola primaria Anna Frank. E’ doveroso sapere se il sindaco abbia o meno valutato l’opportunità di concedere lo spazio pubblico, se proprio non poteva fare diversamente, almeno in un giorno diverso dalla vigilia del “Giorno della memoria”. Se anche questo non fosse stato possibile, è difficile pensare che il sindaco non potesse autorizzare il gazebo in altro luogo per rispetto della mostra, oltretutto promossa da una scuola che ha per nome un simbolo della Shoah. La presenza del gazebo per svolgere propaganda politica da parte di un movimento dichiaratamente di estrema destra è stato senza dubbio uno schiaffo a quegli alunni, così pure uno schiaffo è il silenzio di Barbierato sul gazebo, probabilmente sperando che nessuno lo notasse.

Come osserva Lamberto Cavallari: “Se il sindaco avesse dovuto fare una forzatura per negare gli spazi avrebbe trovato il sostegno di tutta la città”.

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