REGIONE
Tutti in fila per un posto in giunta
Fontana alle prese con la scelta degli assessori. Le pretese di Forza Italia
Operazione giunta regionale, missione possibile. Nonostante le complessità. Per Attilio Fontana, neo governatore della Lombardia, sono giorni di tensioni e di grandi manovre. E di inevitabili pressioni delle segreterie politiche di centrodestra. L’ex sindaco di Varese ha davanti poco meno di un mese per formare il nuovo esecutivo, cercando di mantenere i necessari equilibri tra i partiti, benché i numeri dettati domenica scorsa dalle urne propendano in modo deciso a favore della “sua” Lega. «Non intendo abusare del predominio leghista» ha dichiarato il presidente nell’intervista di ieri alla Prealpina.
Successivamente, a margine dell’assemblea bresciana di Coldiretti, ha poi puntualizzato: «I numeri contano e la Lega avrà un peso importante, ma non sarà una cannibalizzazione». Correzione di rotta che arriva in scia alle dichiarazioni di Matteo Salvini, il leader dei lumbard, che ha fatto sapere con chiarezza chi comanda a Palazzo Lombardia. Certo, Fontana non può prescindere dagli alleati, da Forza Italia, innanzitutto, che bussa alla sua porta con una rivendicazione precisa: almeno cinque assessori con la casacca berlusconiana. Cinque su dodici? O cinque su quattordici o, addirittura, sedici, come consente la norma? I ragionamenti di queste ore spaziano tra l’assegnazione delle poltrone e la rivisitazione delle deleghe.
Il neogovernatore taglia corto attorno alla spartizione e alla consistenza numerica degli assessorati («Non credo che l’efficienza e la funzionalità si ottengano riducendo o aumentando il numero degli assessori»), ma si sofferma sul merito, la professionalità, la competenza dei suoi futuri collaboratori. Aspetti che interessano davvero ai partiti? Il valzer dei nomi è già cominciato, e non da oggi. C’è di che sbizzarrirsi. Restiamo alle ipotesi più plausibili. Alla Sanità, ad esempio, potrebbe tornare Giulio Gallera, forzista super votato domenica, competenza assicurata attorno al settore più delicato e oneroso della macchina regionale: Gallera l’ha guidato negli ultimi due anni, presidente Roberto Maroni.
L’intenzione di Fontana è però di “spacchettare” la Sanità e il Welfare, sinora accorpati e assegnare così due deleghe. Welfare che potrebbe essere seguito, assieme alla Casa, dal leghista Fabio Rolfi, anch’egli tra i più votati. Forza Italia mette in gioco l’ex vice presidente Fabrizio Sala e il coordinatore bresciano del partito, Alessandro Mattinzoli, oltre al consigliere uscente Fabio Altitonante. La Lega schiera tra gli altri Davide Caparini, già parlamentare e, secondo alcuni osservatori, uomo forte di via Bellerio.
Il problema vero potrebbe invece riguardare le cosiddette quota rosa: il gentil sesso deve essere rappresentato a norma di legge per il 40 per cento della composizione numerica della giunta. Quasi certo a questo punto il rientro nell’esecutivo della leghista varesina Francesca Brianza. Il Carroccio potrebbe recuperare anche Cristina Cappellini, assessore alla Cultura con Maroni. Fratelli d’Italia ripropone la bresciana Viviana Beccalossi. Detto questo, rimarrebbero da soddisfare le attese dei partiti minori, che hanno conseguito scarsi risultati. Uno sopra a tutti: Noi con l’Italia, che ha eletto un solo consigliere, Luca Del Gobbo. È lui, insieme al presidente uscente del Consiglio, Raffaele Cattaneo, a disputarsi l’eventuale posto in giunta per i centristi. Facile pensare che Attilio Fontana voglia premiare Stefano Bruno Galli, professore universitario della Lista Fontana. Per lui potrebbe essere riservato l’assessorato all’Autonomia regionale. A beneficio di centristi e esponenti dei gruppi minori c’è la seguente dichiarazione dello stesso presidente: «Ritengo sia necessario mantenere gli equilibri dando riconoscimenti e dignità a tutti coloro che hanno partecipato alla battaglia elettorale». Il nuovo presidente dovrebbe insediarsi attorno al 20 di questo mese per presentare poi programma e squadra subito dopo Pasqua.
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