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La Superba non è più 'rossa'
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Certo che fa impressione contare i voti a Genova, ex roccaforte rossa, e misurare lo sconvolgimento quartiere per quartiere, strada per strada, che si è consumato in pochi anni. Da città “Superba” del monopolio Pci, poi Pds, poi Ds, poi annacquato nel Pd, alla capriola del 2017 con il successo di Marco Bucci, centro destra e poi questo risultato dei grillini anche nella pancia di Genova.


Il Comune ha diffuso una mappa colorata per far vedere esattamente come ha votato la Grande Genova e ne è venuto fuori un affresco dove domina il giallo-grillino, con puntini rossi del centro sinistra e larghi strati di blù del centro destra. Al di là dell'effetto multicolor, ciò che fa impressione è proprio la pancia genovese, i grandi quartieri popolari, la Valbisagno, la Valpolcevera, il centro storico, colorati di giallo, le aree che definivamo grande periferia postindustriale, di profonda radice comunista, comunque di sinistra, capovolti dal successo del Movimento 5 Stelle.

E fa impresione sentire autorevolmente sostenere che oggi Genova è veramente il Sud del Nord perchè il colore predominante dopo il voto è quel giallo che contrassegna il Meridione, le grandi e piccole città del Sud.
Come se fossimo diventati non il sobborgo di Milano, che magari fosse, ma il satellite in pieno Nord Ovest del Sud Italia, dove Grillo e Di Maio sbancano la Sicilia, ma anche la Calabria, la Puglia la Campania. Depressi loro, sottosviluppati, sottoccupati, a caccia del reddito di cittadinanza e noi con lo stesso colore, alla faccia del fu triangolo industriale, alla faccia delle recenti alleanze propugnate dai governatori del centro destra della stessa Liguria, di Lombardia e Veneto.


Ma quale asse del Nord, quel giallo diffuso, con le dovute eccezioni, con le aree azzurre della cavalcante Lega e di Forza Italia nella città metropolitana e nel Levante e i puntini rossi del residuale Pd, mostrerebbe che qui c'è stata un'altra rivoluzione dopo quella che ha ammainato un anno fa la bandiera sulla roccaforte rossa.

Lo credo che il sindaco Marco Bucci si è accalorato davanti a questa “lettura” colorata, che i leader leghisti e di Forza Italia e l'arancione governatore, Giovanni Toti, hanno da precisare e puntualizzare.
Se contiamo non i colori delle strade, ma i voti reali, scopriamo che il centro destra a Genova ne ha presi di più del Movimento 5 Stelle, 97 mila contro i 93 pentastellati e che, addirittura” il Pd si è scolorato un po' meno di quanto appaia, beneficiando di una potente iniezione di “Più Europa” con Emma Bonino che ha portato in dote ai dissanguatii democratici ben 13 mila voti.
E allora qual è il colore vero di Genova, quello reale, dopo il voto rivoluzionario del 4 di marzo?


Bisogna, intanto, ricordare che le elezioni politiche sono un'altra cosa rispetto a quelle amministrative e che l'ultimo voto è arrivato dopo una campagna di grandi sparate nazionali, di fake news globali, dove i temi territoriali e locali non sono praticamente mai apparsi. Qualche leader locale è passato di qua più volte come Di Maio e Salvini. Qualcuno non si è visto, come Renzi e Berlusconi e il collegamento tra Genova e lo scenario politico nazionale è stato prevalentemente lasciato in mano ai candidati, sopratutto ai deputati e senatori uscenti, con alterni risultati, negativi sopratutto per i big espressi dalla nostra terra. Vedi i due ministri Roberta Pinotti, bocciata in casa e Andrea Orlando, tenuto lontano dalla sua Liguria.....

Quello che è certo, dopo le elezioni regionali del 2015, le comunali del 2017 e le politiche del 2018, mettendo nel conto anche il referendum del dicembre 2016, è che Genova non è più “rossa”. Oggi scappa da ridere davanti alle datate definizioni di “città bersaniana” e ai quesiti sul tasso di renzinismo dei compagni genovesi.
Qui abbiamo smacchiato non solo il giaguaro, ma anche le macchie rosse un tempo incancellabili, e col microscopio siamo a studiare se siamo effettivamente diventati gialli.

Il timore, per restare sul tema della settimana, giustamente introdotto da Maurizio Rossi, sul Terzo Valico, è che siamo gialli sì, ma di paura che l'opera fondamentale per Genova sia stoppata.