Mafia, rifiuti, droga, scommesse e appalti - QdS

Mafia, rifiuti, droga, scommesse e appalti

Carlo Alberto Tregua

Mafia, rifiuti, droga, scommesse e appalti

martedì 27 Novembre 2018

La criminalità si è imborghesita

La mafia non si occupa più di droga o traffico d’armi, ma si è inserita in modo strisciante nelle maglie della borghesia, acquisendo professionisti, imprenditori e altri, in modo da effettuare attività legalmente ineccepibili mentre nascondono riciclo e altri atti illeciti.
Certo, la droga è una piaga soprattuto per i giovani, i canali di smistamento si sono moltiplicati, vediamo chioschi illuminati aperti tutta la notte e non ci sappiamo spiegare il perché. Essi forse hanno anche una funzione di controllo del territorio, per effettuare segnalazioni quando passano le volanti delle Forze dell’ordine. E non solo.
Sulla materia vi è un antico dibattito che riguarda la liberalizzazione delle droghe leggere. Su di esso non vi sono sondaggi per rilevare il “sentimento” del popolo, mentre tutta la materia viene relegata dalla comunicazione e, dalla stampa, in pagine secondarie. Eppure dovrebbe essere tenuta all’ordine del giorno perché la rovina che provoca la droga è notevole.
 
Negli appalti la criminalità organizzata è ben introdotta, vi è un campanello d’allarme poco diffuso: il costo delle opere in Italia è circa il doppio delle medesime opere costruite in altri Paesi d’Europa. Inoltre la burocrazia è sempre più stringente e impedisce un minimo di snellezza; il super controllo dell’Autorità nazionale anticorruzione, doveroso per certi versi, ha ulteriormente stretto le maglie, con la conseguenza di allungare i tempi di realizzazione delle opere.
La materia è regolata dal Codice degli appalti europeo da cui discende quello italiano. Esso è fatto da burocrati che non hanno a cuore la speditezza delle procedure, ma che inseriscono cavilli di ogni genere infischiandosene altamente dei tempi di realizzazione delle opere.
La questione non è secondaria perché quanto descritto rallenta fortemente la costruzione delle infrastrutture di cui l’Italia ha bisogno come le persone dell’aria. Ma tutto questo non viene compreso. I burocrati percepiscono il loro stipendio regolarmente e non gliene importa nulla se i dipendenti delle imprese, invece, non lo percepiscono affatto: figli e figliastri. Il solito dualismo che impedisce ai cittadini di sentirsi un Popolo.
 
Il terzo filone in esame è quello dei rifiuti solidi urbani, di cui abbiamo più volte scritto e, soprattutto nel Sud Italia, costituiscono un fiorente mercato nel quale si è inserita la criminalità organizzata.
Molti stolti cittadini e falsi ambientalisti sostengono che i rifiuti debbano finire in discarica dopo che una parte di essi sia stata differenziata. Non vogliono accorgersi che questo procedimento stenta a decollare, salvo casi positivi che però non costituiscono la massa.
Quando la differenziata nel Sud è ancora a livello del 10 o 20% mentre il residuo 80 o 90% va in discarica, il danno che si crea all’ambiente o ai cittadini è enorme.
Sentiamo il ministro Di Maio che definisce “vintage” quelli che lui chiama in modo ignorante inceneritori. Ma un ministro dovrebbe conoscere gli Energimpianti, di ultima generazione, che non hanno nulla a che fare né con gli inceneritori né con i termovalorizzatori, perché non inquinano quasi niente.
 
Il quarto filone che merita un commento è quello, fresco fresco, delle scommesse. Il gioco d’azzardo ufficiale e pubblico supererà quest’anno i cento miliardi. Di essi, circa dieci vanno allo Stato e circa dieci alle organizzazioni che tengono in piedi tutto il sistema.
Dov’è il guasto? Si trova nell’organizzazione criminale che si è introdotta anche in questo filone con strumenti digitali di ultima generazione che consentono di commettere delitti. Per fortuna anche le Forze dell’ordine si sono attrezzate per combattere la criminalità su questo terreno. Le inchieste delle procure cominciano a produrre effetti, gli arresti di queste settimane lo dimostrano in maniera palese.
Non c’è un baluardo che da solo possa frenare le diverse attività della criminalità organizzata, se i cittadini non si rendono conto che essa distrugge anziché costruire, per cui voltare la testa dall’altro lato o comportarsi come le tre scimmiette non produce alcun risultato.
Va dato atto ad alcuni imprenditori coraggiosi di avere denunciato il pizzo. Essi vanno protetti e citati per il loro comportamento come esempio positivo.

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