Mafia, 13 Comuni bresciani sono finiti tra vittime
E' il risultato presentato dalla commissione antimafia del Pirellone dopo un monitoraggio. La situazione è "preoccupante". E c'è anche chi non denuncia.
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(red.) Tredici Comuni bresciani hanno denunciato di essere stati vittime, tra gli amministratori e non solo, di intimidazioni di stampo mafioso e di altro genere. Sono quelli di Borgosatollo, Brandico, Brescia, Calcinato, Nuvolento, Paderno Franciacorta, Prevalle, Puegnago del Garda, Travagliato, Tremosine, Vallio Terme, Verolavecchia e Vobarno. E’ quanto emerso lunedì 20 novembre al Pirellone, sede della Regione Lombardia, dove la commissione antimafia guidata dal consigliere bresciano Gianantonio Girelli ha presentato i dati di un monitoraggio.
Infatti, tra maggio e ottobre agli amministratori dei Comuni lombardi è stato chiesto con un questionario di segnalare se fossero stati vittime di questo genere di episodi. Alla fine il risultato è stato di 128 amministratori di 110 enti locali che hanno denunciato questi episodi. Un quadro “preoccupante” come è stato definito dai relatori durante il convegno di presentazione.
L’occasione riguarda anche il rapporto “Amministratori sotto tiro” a livello nazionale per il 2016 e che in Lombardia parla di diciotto atti di stampo mafioso in sei province lombarde, di cui Brescia per un episodio a Calcinato. Lo stesso Girelli, con il capo procuratore di Brescia Tommaso Buonanno, l’aggiunto Sandro Raimondi e il capo di gabinetto della prefettura Giovanna Longhi, ha poi presentato al Pirellino, a Brescia, le nuove norme dopo la riforma del Codice antimafia.
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