Annalisa Pannarale (Leu): «Interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno sull'aggressione della giornalista a Bari. Basta appelli: domenica tutti nel quartiere Libertà contro la mafia»
BARI - «L'aggressione alla giornalista da parte della moglie di un boss è solo l'ennesima conferma di una preoccupante escalation di impunità dei gruppi criminali baresi sul territorio. Condivido l'invito di Michele Laforgia: dobbiamo scendere in piazza e riprenderci le strade contro il degrado e il controllo del territorio. Fa rabbia quanto accaduto oggi. Non bastano più soltanto gli appelli: domenica saremo tutti per le strade del quartiere Libertà per dire no alle zone grigie di impunità nelle nostre città. La lotta alla illegalità riguarda tutti e nessuno se ne può tirare fuori. Anche per questo sono pronta a presentare nelle prossime ore una interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno, Marco Minniti, affinché chiarisca quali misure intende adottare per affrontare un clima di illegalità diventato ormai allarmante.
Solo due giorni fa la Direzione investigativa antimafia aveva scattato un'immagine impietosa della situazione pugliese: 139 clan che continuano a spadroneggiare nei Comuni, praticamente uno su due. I gruppi mafiosi sono affamati di nuovi territori, ma soprattutto di nuove leve attraverso vere e proprie politiche di reclutamento. I dati fanno paura. E fa ancora più paura scoprire che i giovani, anzi i giovanissimi, sognano una "carriera criminale". Dai piccoli Comuni ai capoluoghi di provincia, dalla droga agli appalti, dal turismo alle slot, una rete criminale fittissima sta soffocando questa regione.
La politica ha il compito di passare dagli appelli ai fatti in tema di legalità. Ripartiamo con coraggio dai giovani. In un contesto in cui la crisi economica e la generale ostilità verso le istituzioni aggravano il problema, gli unici anticorpi sociali e culturali sono la promozione di politiche attive per la legalità, attraverso il sostegno a progetti e iniziative capaci di generare una cultura dei diritti ma anche lavoro ed economia legale. Senza occupazione e senza politiche di sostegno alle fragilità, gli appelli contro la mafia sono solo retorica».