Lunedì 29 Aprile 2024

Pensioni, parte l'offensiva. "Rinviare l'aumento a 67 anni"

Pioggia di emendamenti sul nodo età. Oggi vertice governo-sindacati

I leader sindacali Furlan, Barbagallo e Camusso (ImagoE)

I leader sindacali Furlan, Barbagallo e Camusso (ImagoE)

Roma, 2 novembre 2017 - Le ultime resistenze arriveranno dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, ma il premier Paolo Gentiloni appare orientato ad accogliere l’orientamento parlamentare, largamente bipartisan ma ampiamente sostenuto dallo stesso Pd e da Matteo Renzi, di rinviare a giugno del prossimo anno la decisione finale sull’aumento a 67 anni dell’età pensionabile. Una soluzione che di fatto fa scavallare le elezioni e affida la patata bollente al prossimo governo. Con il corollario che per l’immediato e per dare comunque un contentino ai sindacati, dall’esecutivo potrebbe arrivare il via libera a bloccare da subito e fino al 2025-2026 l’innalzamento dei requisiti pensionistici per le undici categorie di lavori gravosi interessati dall’Ape social, oltre che la proroga di un anno, al 2019, dello stesso strumento di anticipo gratuito dell’uscita.

Il tutto mentre si moltiplicano gli emendamenti (circa mille) al decreto fiscale con il pressing di tutti i gruppi per allargare il più possibile la rottamazione delle cartelle, modificando anche alcune scadenze a partire di quella per presentare la domanda, che viene fissata per tutti al 15 maggio 2018; fermare gli operatori che hanno portato la fatturazione delle bollette a 28 giorni; consentire l’uscita autonoma da scuola ai ragazzi delle medie; recuperare il bonus bebè; rimettere mano allo Spesometro, chiedendo di tornare all’invio annuale dei dati delle fatture, o almeno semestrale; introdurre una cedolare secca al 15% per incentivare la riapertura delle botteghe nei centri storici. Ma la partita più rilevante al momento è quella sulla previdenza. È previsto per il pomeriggio di oggi, infatti, l’appuntamento clou tra Gentiloni, Poletti e Padoan con i leader di Cgil, Cisl e Uil sul delicato dossier dell’età pensionabile. Come è noto l’Istat ha certificato che la speranza di vita è aumentata di 5 mesi e, dunque, in base al collegamento con l’età pensionabile, quest’ultima dal 2019 deve salire a 67 anni. I sindacati si oppongono e lo ripeteranno per l’ennesima volta, sollecitando una moratoria di sei mesi del decreto direttoriale (di Lavoro ed Economia) in materia, in modo da poter aprire un confronto per differenziale le età in relazione ai lavori svolti.

Una linea condivisa e rilanciata dallo stesso Renzi, oltre che da tutto lo stato maggiore del Pd, dagli orlandiani e dall’ex ministro Cesare Damiano. Ma una linea che coincide in questo anche con le richieste di Mdp, dei 5 Stelle e della Lega. Tanto che non a caso sono molteplici gli emendamenti presentati da tutti i gruppi, Pd in testa, al decreto legge fiscale. Padoan e il ministro Carlo Calenda, però, sono pronti a dare battaglia per confermare da subito l’innalzamento dell’età. Il blocco dell’aumento, infatti, costerebbe circa 3 miliardi di euro l’anno, circa 50 miliardi in 15 anni. Da qui, però, la soluzione intermedia del rinvio della decisione al futuro governo. Da subito, però, il premier potrebbe mettere sul piatto l’estensione al 2019 dell’Ape social (proroga già prevista per quella volontaria) e l’esenzione dal meccanismo della speranza di vita dei lavoratori delle undici categorie interessate dall’Ape social: operai edili, autisti di gru e di macchine per l’edilizia, conciatori, macchinisti e personale viaggiante, autisti di mezzi pesanti e camion, infermiere e ostetriche ospedaliere turniste, badanti, maestre d’asilo, facchini, personale addetto ai servizi di pulizia, operatori economici.

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