Mercoledì 24 Aprile 2024

Il Papa: "Ho pianto con i Rohingya. Passo indietro su armi nucleari"

Francesco è rientrato dal viaggio in Myanmar e Bangladesh. "Volevano cacciare i Rohingya, mi sono arrabbiato"

Papa Francesco sul volo che lo riporta in Italia (Afp)

Papa Francesco sul volo che lo riporta in Italia (Afp)

Città del Vaticano, 3 dicembre 2017 - "Se avessi detto quella parola sarebbe stato come sbattere la porta in faccia. Invece ho descritto nei discorsi tutta la situazione, parlando dei diritti di tutti i cittadini, che vanno cioè riconosciuti a tutti. E sono andato oltre, nei colloqui". Così Papa Francesco, di ritorno a Roma al termine di un viaggio molto impegnativo in Myanmar e Bangladesh, ha spiegato ai giornalisti perché non abbia nominato la minoranza musulmana perseguitata. "La parola rohingya l'avevo già pronunciata a Roma, nel viaggio mi interessava che passasse il messaggio" e io "non ho negoziato la verità", ha aggiunto. "Sono soddisfatto. Non ho sbattuto la porta e il messaggio è arrivato - ha proseguito, rivendicando la sua linea -. Ho pianto con i Rohingya mentre li ascoltavo nel giardino dell'arcivescovado di Dacca".

"Non era tutto programmato. Sapevo - ha rivelato Bergoglio - che i Rohingya li avrei incontrati, ma non dove ci saremmo visti. Era condizione del viaggio che potessi incontrarli. C'è stata una trattativa della Caritas con il Governo per farli arrivare da me. E' arrivato il momento che venissero e si sono messi in fila. E alcuni subito volevano cacciarli via. Mi sono arrabbiato ho detto tante volte la parola 'rispetto' e loro sono rimasti lì. Mi hanno parlato uno a uno con l'interprete".

Il Pontefice ha parlato anche dei suoi prossimi viaggi, come l'India in cui spera di andare nel 2018. Non è invece in programma invece una visita in Cina, anche se Francesco ha ammesso che gli "piacerebbe". Infine la condanna sulle armi nucleari. "Mi faccio questa domanda non come magistero pontificio, ma la domanda che si fa un Papa è: oggi è lecito mantenere gli arsenali nucleari come sono? Oggi per salvare il creato, l'umanità, non è necessario tornare indietro?", ha detto, acendo una deroga al tema principale ("Preferirei che si facessero prima domande sul viaggio, ma faccio una eccezione"). "Oggi siamo al limite. E' la mia opinione convinta. Siamo al limite del lecito perché con arsenali così sofisticati si rischia distruzione dell'umanità o almeno della gran parte di essa", ha concluso.