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Cagliari. Pazienti protestano per attesa in ambulatorio e danno la colpa a un senegalese in visita. Anelli (Fnomceo) appoggia la dottoressa che ha denunciato l’episodio: “Medici diano esempio per riaffermare i valori del Paese”


Il presidente della Fnomceo condanna l’episodio di stampo razzista avvenuto nell’ambulatorio del Day service di cure antalgiche e palliative dell’ospedale San Giovanni di Dio del capoluogo sardo, dove persone in attesa si sono lamentate di dover aspettare a causa di un paziente senegalese. “Questa escalation di intolleranza che si respira nella società, non ci porta da nessuna parte”

21 SET - “La collega Maria Cristina Deidda, con la sua denuncia ferma e lucida ma al contempo pacata nei toni ha testimoniato in maniera encomiabile quelli che sono i valori fondanti della nostra Professione e della nostra Società, dinanzi alle quali tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle, dalla religione, dalle opinioni, dal censo. Proviamo, tutti insieme, a invertire questa rotta suicida: i medici diano l’esempio, con in mano il Codice deontologico e la Costituzione, per riaffermare e diffondere i valori che hanno reso grandi il Paese e il nostro Ssn”.
 
Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli stigmatizza con forza l’episodio di stampo razzista avvenuto nei giorni scorsi nell’ambulatorio del Day Service di cure antalgiche e palliative dell’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, che oggi campeggia sulle pagine dei media dopo un post di denuncia su facebook (poi rimosso) della responsabile del Day Service, Maria Cristina Deidda.
 
L’episodio. Ai pazienti in fila nel suo ambulatorio non era piaciuto dover aspettare che la dottoressa si allontanasse momentaneamente dal reparto per accompagnare un paziente di origine senegalese che doveva sottoporsi a una consulenza specialistica che lei stessa aveva richiesto. “Ben quattro persone, accompagnatori di miei pazienti, si sono lamentate di dover attendere per ‘colpa di un negro’” ha raccontato sulla sua pagina del social network chiedendo scusa per il comportamento intollerante verso il paziente straniero.
 
“Tutti i nostri pazienti, e sottolineo indistintamente tutti - aveva scritto - sono amorevolmente trattati e supportati poiché questo comportamento nelle cure palliative è indispensabile. Io e le mie colleghe abbiamo fato, molti anni addietro, il giuramento di assistere chiunque ne avesse bisogno senza discriminante di razza, sesso, religione, ideologia politica ecc. Pertanto chiedo scusa a nome dei concittadini sconosciuti, ma intolleranti nei riguardi del paziente”.
 
“Un Sistema Sanitario, e un Paese, che perde il senso dell’umanità, della solidarietà – ha sottolineato Anelli –  è destinato a impoverirsi sempre più, a depauperarsi di quei valori che sono il suo fondamento e la sua forza. Questa escalation di intolleranza che si respira nella società, anche in luoghi dove ancor più si dovrebbe comprendere ed essere solidali con il dolore dell’altro, al di là di ogni possibile diversità, non ci porta da nessuna parte, solo a un aumento dell’odio e del disagio”.

21 settembre 2018
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