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POLITICA

#Elezioni2018

Calenda si iscrive al Pd, Gentiloni ringrazia. Portavoce Renzi: falso che va a sciare

Il segretario del Pd: sconfitta chiara, apriamo pagina nuova. Non un reggente ma un segretario eletto dalle primarie. Spoglio quasi terminato per Senato e Camera

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Si sono concluse le operazioni di scrutinio dei voti al Viminale. Alcuni dati sono da considerare ancora provvisori: alla Camera, infatti, devono essere ripartiti ancora 10 seggi dopo che alcuni verbali sono stati inviati direttamente alle Corti di appello che, come previsto dalla legge, provvederanno alla proclamazione degli eletti. Alla Camera, pertanto dal sito del Viminale risultano ripartiti 607 seggi, cui vanno aggiunti i 12 del voto degli italiani all'estero e il seggio della Valle d'Aosta, e  arriveranno a quota 630 con i dieci all'esame delle Corti d'appello. Al Senato, invece, la ripartizione dei seggi è completa.

I seggi alla Camera
Alla coalizione di Centro Destra va un totale di 260 seggi (di cui 109 guadagnati nell’uninominale). Tra i partiti della coalizione, calcolando solo il proporzionale, la Lega prende 73 seggi, seguita da Forza Italia con 59 e Fratelli d’Italia con 19. Il secondo gruppo alla Camera sarà quello dei Cinque Stelle che conquistano in totale 221 seggi, di cui 133 all’uninominale. Al terzo posto la coalizione di Centro sinistra con un totale di 112 seggi, di cui 24 nell’uninominale e 86 nel proporzionale (tutti PD). Liberi e Uguali guadagna 14 seggi, tutti nel proporzionale. Nessun seggio per le altre forze politiche.

I seggi al Senato
Quando restano da attribuire 3 seggi senatoriali all'estero, l'attuale composizione di palazzo Madama vede il centrodestra a 136 seggi; M5s a 112; centrosinistra a 58; Leu a 4; Union Valdotaine 1, Maie 1. I restanti 3 seggi potrebbero andare al Pd, a Usei e uno al centrodestra o a M5s. La maggioranza al Senato si raggiunge con 161 voti su 321. Ci sono infatti 6 senatori a vita: Napolitano, Monti, Cattaneo, Piano, Rubbia, Segre. 

Su 18 seggi estero Pd in testa, M5s solo 1 o 2
Lo scrutino del voto per gli italiani all'estero non è ancora concluso. Per ora solo la circoscrizione Nordamerica ha concluso i conteggi. Risultano eletti alla Camera Nissoli (Cdx) e La Marca (Pd). Al Senato Alderisi (Cdx). Nelle altre circoscrizioni sono finora sicuri questi seggi: Europa Camera: 1 Pd, 1 Cdx, 1 M5s, 2 incerti. Europa Senato: 1 Pd, 1 Cdx oppure M5s. Sudamerica Camera: 1 Maie, 1 Usei, 1 Pd, 1 incerto. Sudamerica Senato: 1 Maie, 1 Usei o Pd. Asia-Africa-Oceania Camera: 1 incerto (Pd in testa). Asia-Africa-Oceania Senato: 1 incerto (Pd in testa).

"Ripescati" molti non eletti
Il nuovo meccanismo elettorale prevede che ai seggi assegnati con il metodo proporzionale si sommino quelli conquistati con il sistema uninominale. E'con questo meccanismo di recupero che sono stati ripescati per la Camera, tra gli altri, Franceschini, Boldrini, Minniti, Bersani, Martina, Orlando, Fassino,Gelmini, Biancofiore,Fratoianni,Fiano,Serracchiani, Sgarbi, Lucia Annibali. Per il Senato, invece, il Viminale non ha ancora chiuso i lavori per assegnare tutti i seggi.

Exploit M5s in Sicilia, più eletti che seggi disponibili
In Sicilia gli eletti di M5s sono di più dei seggi a disposizione e per effetto di questo l'assegnazione avverrà sempre ai pentastellati ma in un altro collegio o circoscrizione. Sono quattro (tre alla Camera e uno al Senato), infatti, i seggi 'non disponibili' per l'exploit dei 5stelle che hanno ottenuto più posti in Parlamento dei candidati presentati nell'Isola. Questi seggi non assegnati, in base alla legge elettorale, spettano al Movimento nelle circoscrizioni o collegi dove ci sono candidati del M5s non eletti. Sarà l'ufficio centrale nazionale a decidere a quali candidati del M5s di altri collegi o circoscrizioni attribuire i quattro seggi, tre alla Camera e un al Senato, resi disponibili dall'exploit del Movimento in Sicilia. Lo prevede il testo unico del d.P.R. n 361/1957 che precisa: "qualora ad una lista fosse assegnato un seggio in una circoscrizione nella quale tutti i candidati della lista stessa fossero stati già proclamati eletti dall'ufficio centrale circoscrizionale, l'ufficio centrale nazionale attribuisce il seggio alla lista in altra circoscrizione". 

Rebus per Mattarella 
Intanto prosegue il dibattito polico: Salvini si dice pronto a un esecutivo del centrodestra. "Inizia la terza repubblica", esulta intanto Di Maio. Il leader M5s sarà nella sua Pomigliano, ad Acerra e a Volla. La Commissione europea ribadisce "fiducia in Mattarella per la formazione di un Governo stabile". Nelle reggionali in Lombardia stravince Fontana, mentre nel Lazio siconferma Zingaretti.

Calenda: mi iscrivo a Pd, il partito va risollevato
"Non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere al Pd": lo annuncia su Twitter il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. "Condivido in pieno linea su no Governo con 5S, non commento percorso congressuale e timing dimissioni perché non iscritto al PD - scrive ancora Calenda -  trovo fuori dal mondo l'idea che la responsabilità della sconfitta sia di Gentiloni, Mattarella (x voto 2017) e di una campagna troppo tecnica".



'Bravo', 'si riparte alla grande': i commenti entusiastici dei Dem dopo l'annuncio
L'annuncio di Calenda sta sollevando una serie di reazioni positive ta i Dem:"E' molto bello ed importante che in un momento difficile ci sia chi vuole dare il proprio contributo al Pd, al suo pluralismo e al suo rafforzamento" commenta  Anna Finocchiaro, ministra del governo Gentiloni. "Bravo Carlo Calenda! Il Pd ha bisogno di persone come te" dice a sua volta il ministro Claudio De Vincenti. Di "scelta giusta" parla il vicesegretario del Pd. Maurìzio Martina. "Preparo il comitato di accoglienza" scrive su twitter Matteo Richetti. portavoce della segreteria del Pd, "si riparte alla grande". 

Renzi: non farà parte della delegazione Pd che salirà al Quirinale
Nessuna iniziativa in programma oggi per Matteo Renzi, dopo l'annuncio di ieri delle dimissioni dal Pd. E' quanto riferisce il giornalista Massimo Giannini, nel corso della trasmissione Circo Massimo su Radio Capital. Il segretario dimissionario del Partito Democratico - prosegue Giannini - non intende far parte della delegazione del PD che salirà al Quirinale dal presidente Mattarella per le consultazioni: "Deciderà la direzione", "io vado a sciare" avrebbe detto Renzi .

PD: delegazione decisa da Direzione, falso che Renzi sulla neve
"La delegazione che andrà al Quirinale sarà decisa dalla direzione nazionale del Pd". Lo rende noto Marco Agnoletti, portavoce di Matteo Renzi. "Vorremmo infine tranquillizzare tutti i polemisti di queste ore che stanno discutendo una notizia falsa, sulla presunta settimana bianca di Renzi: una notizia che semplicemente non corrisponde al vero". 

Renzi: basta attacchi e chi vuole Governo con M5s lo dica
"Le elezioni sono finite, il PD ha perso, occorre voltare pagina. Per questo lascio la guida del partito. Non capisco le polemiche interne di queste ore. Ancora litigare? Ancora attaccare me?". Matteo Renzi replica via social network ai suoi critici, fuori e dentro il Pd. Ai primi, ai media, spiega che "parlare di me, ancora, è inspiegabile. Sono altri, adesso, a guidare il Paese: occupatevi di loro, amici dell'informazione". Agli altri, all'opposizione interna, lancia la sfida a confrontarsi a carte scoperte in Direzione: "Per me il Pd deve stare dove l'hanno messo i cittadini: all'opposizione. Se qualcuno del nostro partito la pensa diversamente, lo dica in direzione lunedì prossimo o nei gruppi parlamentari. Senza astio, senza insulti, senza polemiche: chi vuole portare il Pd a sostenere le destre o il Cinque Stelle lo dica. Personalmente penso che sarebbe un clamoroso e tragico errore. Ma quei dirigenti che chiedono collegialità hanno i luoghi e gli spazi per discutere democraticamente di tutto". "Quanto a me. Leggo di tutto, ancora una volta. Qualcuno dice che le dimissioni sarebbero una finta, qualcuno che starei per andare in settimana bianca. Le dimissioni sono vere, la notizia falsa" . Lo scrive su Facebook il segretario Pd dimissionario Matteo Renzi.

Orfini: lunedì Direzione, percorso come previsto da Statuto 
"Alla luce delle dimissioni del segretario Matteo Renzi, ho convocato la direzione per lunedì alle ore 15. E dopo la direzione fisserò la data di convocazione dell'Assemblea nazionale che, come previsto da statuto, dovrà recepire le dimissioni e avviare gli adempimenti conseguenti. Questo prevede il nostro statuto, che come sempre rispetteremo". Lo dice Matteo Orfini, presidente dell'Assemblea nazionale del Partito Democratico

Guerini: "Lunedì direzione"
"Nessuna dilazione, le dimissioni di Renzi sono verissime. Lo ha detto chiaramente in conferenza stampa, alla luce dei risultati elettorali di ieri. Il tema centrale è un punto politico: il Pd è all'opposizione, in coerenza con quanto detto in campagna elettorale da tutto il Partito Democratico. E nessuna gestione solitaria dei prossimi passaggi: lunedì prossimo faremo Direzione nazionale e quello sarà il luogo e il momento per aprire una riflessione seria e responsabile sui risultati e sui prossimi passaggi". Lo dice Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria del Partito Democratico.

Serracchiani: mi dimetto dalla segreteria nazionale Pd
"Alla luce del risultato delle elezioni, per senso di responsabilità nei confronti di tutta la comunità del partito, ho preso la decisione di dimettermi dalla segreteria nazionale del Pd". Lo rende noto Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia. "Oggi stesso  - ha aggiunto - farò pervenire al segretario nazionale la lettera formale con cui comunico un atto che reputo doveroso e improrogabile".