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POLITICA

Resa dei conti nel partito

Direzione Pd ad alta tensione. Fassino: "Scissione? Rischi ci sono sempre ma nessuno se la augura"

Democratici divisi sul confronto con i 5 stelle. Documento di 3 punti controfirmato da oltre cento parlamentari. Chiamparino: Renzi vuole tornare in pista? Misuriamoci. E Calenda: non voglio vedere smontato lavoro con Padoan, Renzi e Gentiloni

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Il documento dei renziani - spuntato ieri - a 24 ore dalla Direzione del Partito Democratico, continua a far scontrare e dividere le varie 'anime del partito'. E c'è già chi non esclude una possibile scissione: "Il rischio c'è, io credo che nessuno lo voglia e stia lavorando per dividerci - dice dagli studi di Agorà, Piero Fassino-  Oggi non credo che l'esito della nostra discussione sarà una lacerazione irreversibile, ma credo che sia una discussione chiarificatrice se è possibile traendo un punto di unità se non è possibile andremo al voto".

Nel dibattito interviene anche il Governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino che puntualizza alcune cose dai microfoni della trasmissione Rai Radio Anch'io: "Mi auguro che oggi tutti votino le fiducia a Martina. Se poi Renzi vuol tornare in pista, e perché no? Misuriamoci. Però non cerchiamo altre strade - prosegue - Altrimenti ci logoriamo e ci paralizziamo. Non cerchiamo accordi di Governo. Bisogna mettere alla prova i 5stelle in parlamento chiedendo che i nostri punti programmatici siano messi come punti programmatrici per partire. Poi ce la giochiamo in Parlamento. Se ci sono le condizioni si va avanti, altrimenti la parola torna agli elettori". 



Un appello a seguire una stessa linea, intanto a non cancellare quanto è stato fatto fino ad ora dal Pd, arriva dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: "Non voglio veder smontate le cose fatte insieme a Padoan, Renzi e Gentiloni. Vorrei vedere il paese ancora più forte, non indebolito da dilettanti allo sbaraglio e ostaggio di chi rifiuta la responsabilità e insegue la fuga dalla realtà. Il resto mi interessa poco", scrive sul suo profilo twitter.



Renzi: spero non vogliono cogliere pretesti per rompere
Il documento di Guerini in vista della Direzione è una iniziativa che mira all'unità del partito: spero non vogliano cogliere pretesti per rompere. È il senso del ragionamento che, a quanto si apprende da più di un presente, ha fatto Matteo Renzi ad alcuni senatori con cui si è trattenuto al termine dell'assemblea del gruppo. L'ex segretario, che su un governo con M5s ha ribadito l'opinione espressa domenica in tv, si è augurato - a quanto viene riferito - che la Direzione si chiuda in maniera unitaria, senza strappi.
 
I 'temi' della Direzione
Alla Direzione, dagli esponenti non renziani dovrebbe arrivare la richiesta di rinnovare la fiducia e il mandato al segretario reggente Maurizio Martina. Anche in vista di nuove consultazioni del capo dello Stato per la formazione del governo. È su questa richiesta che la direzione Pd dovrebbe essere chiamata ad esprimersi, secondo la linea che trova d'accordo i diversi esponenti non renziani, da Franceschini a Orlando, Emiliano, Cuperlo. Una richiesta che lo stesso Martina è pronto del resto a ribadire, dopo aver commentato l'intervista di Renzi dicendo "così è difficile guidare un partito".
 
Polemiche tra i Dem anche per il sito 'senzadime.it'
Intanto il sito senzadime.it che aveva elencato le posizioni politiche diverse nei dem a proposito dell'appoggio al M5s nella costituzione di un governo, curato da un simpatizzante del Pd, ha prima pubblicato poi cancellato e sostituito con 'omissis' i nomi dei democratici favorevoli e contrari. Questa iniziativa aveva scatenato un'ulteriore bufera nel Pd. In calce alla home page c'è una piccola presentazione di colui che rivendica la parternità dell'iniziativa: "Sono Alberico De Luca - scrive -  elettore del Pd, ho realizzato questo sito per offrire uno strumento di trasparenza sulle scelte del Partito Democratico in merito a un eventuale accordo di governo con il Movimento 5 Stelle".

Questo sito si rifaceva nel nome all'hashtag usato su Twitter dai renziani per esprire il proprio disappunto verso le decisioni finali delle consultazioni Pd-M5s con il presidente della Camera, Roberto Fico. Tanto più che oggi appunto è stato predisposto dai renziani un documento in 3 punti che chiedeva niente "conte interne" alla Direzione; ribadiva che lo "stallo" politico è "frutto dell'irresponsabilità" di M5s e centrodestra; diceva sì al confronto ma niente fiducia "a un governo guidato da Salvini o Di Maio".

Un documento accompagnato da una raccolta di firme tra i parlamentari e i membri della direzione del Pd (77 deputati su 105 e 39 senatori su 52). Tra i firmatari anche i capigruppo Delrio e Marcucci. "Siamo parlamentari eletti con il Pd e membri della direzione - esordisce il documento - proveniamo da storie e percorsi diversi. Non sappiamo se il prossimo congresso ci vedrà sulle stesse posizioni o se, del tutto legittimamente, sosterremo candidati diversi. Pensiamo tuttavia che tre punti chiave ci uniscano in modo forte". 

I 3 punti del documento
1. Crediamo dannoso fare conte interne nella prossima direzione.E' più utile riflettere insieme sulla visione che ci attende per le prossime sfide e sulle idee guida del futuro del centrosinistra in Italia.

2. Crediamo che lo stallo creato dal voto del 4 marzo sia frutto dell'irresponsabilità del centrodestra e del Movimento 5 Stelle che con la loro campagna elettorale permanente hanno messo e stanno continuando a mettere in difficoltà il nostro Paese.

3. Crediamo che il Pd debba essere pronto a confrontarsi con tutti, ma partendo dal rispetto dell'esito del voto: per questo  non voteremo la fiducia a un governo guidato da Salvini o Di Maio. Significherebbe infatti venire meno al mandato degli elettori democratici. E' utile invece impegnarci a un lavoro comune, insieme a tutte le altre forze politiche, per riscrivere insieme le regole del nostro sistema politico-istituzionale", conclude il documento.

Le reazioni di Orlando Franceschini e Martina
"La conta promossa dai capigruppo per non fare la conta ancora non si era mai vista", aveva commentato su Facebook Andrea Orlando, ministro ed esponente della minoranza Pd. Dario Franceschini sul sito senzadime.it aveva detto: "Quando in una comunità politica alla vigilia di una discussione seria che riguarda il partito e il paese si arriva a questo, c'è qualcosa di profondo che non va". Maurizio Martina, segretario reggente del Pd aveva anche espresso la propria contrarietà: "Leggo di un sito che classifica i componenti della nostra direzione Pd sulla base delle opinioni espresse a proposito del confronto con il Movimento Cinque Stelle. Siamo arrivati a questo? Voglio credere per tutti di no e mi aspetto che venga chiuso. C'è un limite che non andrebbe mai valicato".