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ECONOMIA

Vertice dei ministri delle Finanze Ue

Ecofin adotta la sua prima lista nera dei paradisi fiscali: ne fanno parte 17 paesi

Altri 47 Stati terzi fanno invece parte della cosiddetta 'lista grigia': si tratta di giurisdizioni che non rispettano gli standard Ue di trasparenza, ma che nel corso degli ultimi mesi e ancora negli ultimi giorni si sono affrettate a comunicare impegni

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L'Ecofin ha approvato la sua prima lista nera dei paradisi fiscali: contiene 17 Paesi terzi, i cui impegni restano insoddisfacenti dopo 10 mesi di dialogo.

Lo ha indicato il ministro delle finanze francesi Bruno Le Maire. Secondo fonti Ue della lista fanno parte 17 giurisdizioni: si tratterebbe di Tunisia, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti, American Samoa, Bahrain, Barbados, Grenada, Guam, Macao, Isole Marshall, Mongolia, Namibia, Palau, Panama, Saint Lucia, Samoa, Trinidad e Tobago.

Il ministro francese ha indicato che altri 47 Stati terzi fanno parte della cosiddetta 'lista grigia': si tratta di giurisdizioni che non rispettano gli standard Ue di trasparenza ma che nel corso degli ultimi mesi e ancora negli ultimi giorni si sono affrettate a comunicare impegni per non correre il rischio reputazionale di far parte della 'black list'. La Ue verifichera' se gli impegni assunti saranno rispettati.

Giunge al termine dunque un lungo processo cominciato all'inizio dell'anno quando la Ue ha cominciato a passare ai raggi X 92 giurisdizioni. Fino all'ultimo si era temuto che la 'black list' saltasse per permettere alle giurisdizioni sotto tiro di assumere impegni e far parte solo della 'lista grigia'. La cosa certa e' che si tratta di una 'black list' che viene considerata credibile. Tanto per dare un'idea, la lista nera dell'Ocse contiene solo una giurisdizione: Trinidad e Tobago.

Non e' chiaro che cosa accadra' per cio' che concerne le sanzioni perche' i ministri europei sono divisi. Francia, Belgio, Austria, Germania, Romania, Italia, Spagna, Slovenia e Portogallo (piu' la Commissione europea) ritengono che la 'black list' possa essere efficace solo se c'e' un sistema di sanzioni che funziona. Un altro blocco di paesi, e cioe' Lussemburgo, Regno Unito (nella lista nera alla fine non sono state inserite le Channel Islands sulle quali molto si e' dibattuto), Malta, Svezia, Irlanda, Olanda, Lituania, Finlandia e Grecia, frenano. Il ministro lussemburghese Piere Gramegna ha detto: "E' gia' grave far parte della lista nera".

Tre i criteri alla base della selezione
Il primo e' la trasparenza fiscale: si tratta di vedere se una giurisdizione pratica lo scambio automatico delle informazioni fiscali.
Il secondo e' l'equita' fiscale: si e' verificato se uno Stato applica o meno misure fiscali preferenziali che implicano un danno.
Terzo criterio: rispetto o meno delle misure Ocse per contrastare l'ottimizzazione fiscale aggressiva. Nella fase iniziale c'e' stato un grande scontro all'Ecofin su un quarto criterio: l'esistenza o meno di un'aliquota zero sulle societa'. In seguito alla resistenza di alcuni paesi, Regno Unito in testa, questo criterio e' stato declassato a semplice indicatore per la valutazione della posizione delle giurisdizioni.