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POLITICA

Commissione Lavoro del Senato

Emendamenti su Reddito. Lega: solo a chi ha lavorato 2 anni. M5s: ampliarlo per famiglie numerose

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Un emendamento della Lega al decretone presentato in Commissione Lavoro del Senato prevede come requisito per beneficiare del reddito di cittadinanza che almeno uno dei componenti del nucleo familiare "abbia corrisposto, nei dieci anni precedenti, imposte e contributi da lavoro, in un qualsiasi importo e per almeno 24 mesi, anche non continuativi". Un altro emendamento chiede che ogni mese arrivi all'Inps l'attestato dell'adempimento degli obblighi prima dell'accredito mensile del reddito. 

Paletti ancora più stringenti per limitare la platea degli stranieri che possono accedere al Reddito: lo chiede la Lega che ha presentato una serie di emendamenti al Decretone. Con una delle proposte di modifica presentate in commissione Lavoro al Senato si esclude la possibilità che per chiedere il Reddito sia sufficiente la presenza di un familiare in possesso di un permesso di soggiorno mentre un altro emendamento stabilisce l'obbligo di certificazione, tradotta in italiano, della composizione del nucleo.

Un anno di servizio civile obbligatorio per i richiedenti il reddito di cittadinanza che abbiano tra i 18 ed i 28 anni. Lo prevede un altro emendamento al decretone presentato dalla Lega in commissione al Senato. La norma si applica a chi non abbia già svolto il servizio civile universale e richiede una "presenza media settimanale di 25 ore". La gestione viene delegata dal dipartimento per i Giovani alle Regioni, mentre ai centri per l'impiego spetta il controllo.

Se la separazione o il divorzio è avvenuto dopo il primo settembre 2018, gli ex coniugi che facciano domanda di reddito di cittadinanza devono certificare di non risiedere più nella stessa casa con "apposito verbale della polizia municipale". Lo prevede un emendamento della Lega. La norma, viene spiegato, mira a limitare le frodi di chi chiede il reddito di cittadinanza fingendo la separazione o il divorzio pur continuando a vivere nella stessa casa. 

Emendamenti del M5S
Ampliare la scala di equivalenza in base alla quale sono selezionate le famiglie beneficiarie del reddito di cittadinanza, per favorire quelle più numerose con figli minori. E' quanto prevede un emendamento del Movimento 5Stelle al decretone all'esame della commissione Lavoro del Senato. La 'nuova' scala di equivalenza, si legge, "è pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è incrementato di 0,3 per ogni ulteriore componente minorenne, fino ad un massimo di 2,5". Il precedente parametro era 0,2 a minore, per un massimo di 2,1.

Una "maggiorazione del 30% dell'importo del Reddito" nei casi in cui i figli maggiorenni risultino iscritti a un corso di laurea o post laurea in un'Università o istituzione Afam (Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica) che si trovi in un comune diverso da quello di residenza e distante almeno 100 chilometri, e comunque in una provincia diversa. È quanto chiede il M5S con unemendamento al Decretone a prima firma Daniele Pesco. Per gli studenti che sono residenti in zone montane o disagiate non è necessario risiedere in un'altra provincia e la distanza viene dimezzata.

In caso di rinnovo del Reddito anche le famiglie dove sono presenti figli minori devono godere di alcune misure di vantaggio: lo chiede sempre il M5S che ha presentato un emendamento al Decretone.  L'obiettivo è infatti far sì che l'offerta di lavoro debba essere accettata solo entro un raggio di 250 chilometri. Nel testo del decreto legge, invece, l'offerta va accettata "ovunque sia collocata".

Estendere gli incentivi all'assunzione dei percettori del reddito di cittadinanza anche ai datori di lavoro "domestico", dunque per colf e badanti. È la proposta contenuta in un emendamento del Movimento 5 Stelle. Le agevolazioni sono riconosciute, si precisa nell'emendamento, a condizione che i datori di lavoro domestico "non recedano dal rapporto di lavoro, fatto salvo il recesso per giusta causa". Gli oneri sono calcolati in 100 milioni a decorrere dal 2019 e coperti attingendo al Fondo del Mef per interventi strutturali di politica economica. 

Estendere le sanzioni maggiorate contro il lavoro nero già previste in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari e di minori in età non lavorativa anche in caso di impiego 'sommerso' dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Lo prevede un emendamento del Movimento 5 Stelle. La legge già stabilisce nei due casi citati una maxisanzione incrementata del 20%.