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POLITICA

Gualmini: “Il Pd deve azzerare tutto e ripartire non dai soliti noti”

Come si sta riprendendo il Partito Democratico dalla lunga serie di sconfitte? Quale opposizione fare al governo “Di Maio-Conte-Salvini”? Quale ripartenza organizzare? Ne parliamo, in questa intervista, con Elisabetta Gualmini, politologa, Vice-Presidente della Regione Emilia-Romagna.

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di Pierluigi Mele
Professoressa Gualmini., sono passati, ormai, più di 4 mesi dalle elezioni politiche, abbiamo un governo tra i più sovranisti d’Europa, infatti è egemonizzato da Matteo Salvini, che sta portando l’Italia su  vie molto problematiche e pericolose. E la debolezza di Angela Merkel fa il resto. In tutto questo “brilla” l’assenza del Partito Democratico. Insomma la democrazia italiana è senza opposizione? La percezione dell’opinione pubblica europea è questa.. Per Lei?

Il partito democratico ha subito una pesante sconfitta alle ultime elezioni e dunque è normale che ci sia una fase di transizione e di ripensamento della propria identità e delle proprie strategie. Detto ciò, personalmente non ho condiviso il ritiro sull’aventino che è stato deciso dai dirigenti nazionali; il secondo partito in parlamento avrebbe dovuto almeno confrontarsi e scoprire le carte con il Movimento 5 Stelle ed evitare di fare il tifo per l’alleanza iper-populista tra Lega e 5 Stelle, con la malcelata speranza che il possibile fallimento di questa alleanza avrebbe riportato in auge il PD. La ritengo una strategia molto debole.

Quello che fa impressione, in questi 4 mesi, è stata l’assenza di una riflessione seria sulla sconfitta. Matteo  Renzi è stato capace solo di mettere veti. Ennesimo atto di presunzione. Nessuno ha spiegato all’opinione pubblica  le ragioni della sconfitta. Perché un partito che ha fatto cose buone,   viene sconfitto così brutalmente . C’è qualcosa di più di un semplice problema di comunicazione, come banalmente vuole ridurlo Matteo Renzi, o no?

Non penso ci sia stato solo un problema di comunicazione sulle cose fatte; ma non penso nemmeno  sia stata colpa della leadership di Renzi. Anche altri al suo posto avrebbero probabilmente ottenuto lo stesso risultato. Da un lato sono in crisi tutte le socialdemocrazie davanti alle conseguenze negative della globalizzazione soprattutto per le fasce deboli, molto difficili e complesse da governare; dall’altro non sono ancora arrivati gli effetti benefici delle riforme introdotte e della crescita economica che, seppure debole, comincia ad esserci sulle persone e sulla loro vita quotidiana. Ora serve però uno scatto, dimostrare di esserci in parlamento e di portare avanti un’opposizione forte di fronte al peggiore governo che poteva esserci chiaramente di destra.

Lei, in un commento su Repubblica, uscito questa mattina, ha scritto che aver posto il veto sul dialogo con i 5stelle è stato un errore madornale. Qualcuno potrebbe obiettarle che PD e 5stelle sono alternativi. E a vedere il comportamento dei 5stelle al governo, appiattiti su Salvini, potrebbe confermare questa opinione dell’alternatività. Invece per lei la strategia del “pop corn” è un autentico suicidio politico per il PD. Perché?

Conosco bene il m5stelle per averlo studiato a lungo, da accademica. E’ un movimento molto trasversale e chiaramente composto da persone e militanti provenienti dalla sinistra e da persone provenienti dalla destra. E’ un movimento molto duttile e plastico, che tende ad adattarsi anche alle situazioni in cui si trova. Non c’è dubbio che interagire con la parte del Movimento 5 stelle più orientata a sinistra sarebbe forse stata una strategia interessante dentro ad uno scenario proporzionale; il PD ha invece spinto Di Maio tra le braccia di Salvini , un connubio che porterà il paese allo sfascio. Non penso che si sarebbe potuto fare un governo tra il PD e i 5 stelle perché non vi erano le condizioni, ma almeno un dialogo poteva essere inaugurato anche solo per avere una qualche linea politica da proporre agli elettori.

Ecco per un partito politico l’obbligo è quello di far politica. Uscire dall’isolamento è il primo compito che dovrebbe porsi il PD. A livello parlamentare con quali strategie? Cercando di fare  scoppiare le contraddizioni nei 5stelle?

Io non sono in parlamento. Penso però che oltre ad una opposizione molto dura e molto seria sui contenuti che il governo porterà avanti (per ora quasi nulla) si dovranno anche mettere in evidenza le contraddizioni contenute nel programma di governo, le differenze tra i due contraenti e le utopie che vengono raccontate in assenza di risorse finanziarie per realizzare le promesse mirabolanti fatte da Salvini e da Di Maio. Infatti si parla solo di immigrazione per nascondere che sul resto il governo giallo verde non riesce a fare nulla.

Se a livello Parlamentare i giochi, a meno di clamorosi avvenimenti, sono limitati, nella società italiana, che è una società  sempre più impaurita, possono essere ancora aperti. Su quali basi  può essere ricostruito il rapporto con la società?

Con un rinnovamento della classe dirigente e dei volti della politica, con la nascita di nuove leadership e puntando sulla richiesta di protezione uscita dalle urne.

Quale potrebbe essere la parola chiave per costruire l’alternativa alla destra? Salvini, imitando Trump, ha scritto “prima gli italiani “ Il Pd cosa scrive?

Il PD deve azzerrare tutto e ripartire sul serio, non dai soliti noti. Deve avviare subito il Congresso, senza aspettare neanche un giorno. Il Congresso sarà l’occasione per confrontarsi su idee, persone e programmi. Se si continua a galleggiare si muore.

Così prima delle Europee si svolgerà il Congresso . Chi la convince di più Calenda, con il suo fronte “repubblicano, o Zingaretti. Oppure nessuno dei due? Insomma chi può dare speranza al centrosinistra italiano?

Non sono molto convinta del fronte repubblicano, per il fatto che contrapporre l’europeismo al sovranismo non mi sembra un messaggio sufficiente per gli elettori. In primo luogo non si capisce esattamente cosa voglia dire fronte repubblicano, né con chi lo faremmo. Con Berlusconi??? E poi penso che oltre all’europeismo bisogna mettere in campo un ‘agenda fortemente sociale e di semplificazione della vita dei cittadini. C’è ancora uno spazio per la destra e la sinistra e c’è una prateria da esplorare nella contrapposizione a Salvini, il PD deve stare lì.