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ECONOMIA

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Ilva, Calenda: basta con i veti locali che bloccano l'Italia

Fabbrica rischia di chiudere, silenzio da tutta classe dirigente 

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"La prossima legislatura si deve porre il problema di una clausola di supremazia, una legge per superare i veti degli enti locali di fronte ad interessi strategici nazionali, come in Germania". A dirlo è il ministro Sviluppo Carlo Calenda, intervistato dal Corriere della Sera, in apertura, partendo dal caso Ilva. 

Torna a scagliarsi ancora contro il governatore della Puglia:"Emiliano ha fatto ricorso su tutto: dai vaccini al Tap, all'Ilva stessa. Per fortuna li ha persi. Oggi però il rischio è che Mittal ritenga impossibile gestire l'acciaieria più grande della Ue con Comune e Regione che vogliono cacciarlo", "viene da pensare che non abbia consapevolezza di quello che fa, quello che stiamo vedendo è inaccettabile": "Se l'Ilva chiude andiamo a comprare l'acciaio in Germania e perdiamo un punto di Pil. Con il Tap diversifichiamo rispetto al gas russo. Di fronte a tutto questo Emiliano dice che la questione riguarda solo la Puglia". Il silenzio del Pd le pesa? "Il silenzio - risponde - non è solo del Pd, ma della classe dirigente italiana. Anche negli altri partiti non populisti e nella società civile. Ed è sconcertante".   

Risponde anche sul rapporto con Mdp e Piero Grasso: "Occorre fare un'alleanza ampia nel centrosinistra, ma che parta dai contenuti e che non sacrifichi la coerenza alle logiche di apparentamento della legge elettorale. Grasso è una persona di grande livello, porterà un contributo, ma ci vogliono programmi sui punti nodali del Paese". Ma avverte: "Qui ci occupiamo solo di polemiche sulle banche e naziskin, della cronaca del giorno","al momento manca un vero programma ed è un pericolo mortale".