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POLITICA

Il Rosatellum alla prova della Camera

Legge elettorale: il governo pone la fiducia, scoppia il caos in Aula

Bagarre dopo l'annuncio della ministra Finocchiaro: fiducia sugli articoli 1, 2 e 3 del testo base. Le prime due mercoledì, giovedì sera il voto finale. 'Grillini' in piazza contro una "legge truffa", Mdp sempre più lontana dalla maggioranza: "Le nostre strade si separano definitivamente". Bersani: "Non si rendono conto della responsabilità che si assumono". Malessere anche tra i pisapiani. Ipotesi fiducia anche in Senato 

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La protesta dei 5S dopo l'annuncio della ministra Finocchiaro

Il governo, con la ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, ha posto la questione della fiducia sul Rosatellum bis. Finocchiaro ha fatto fatica a parlare, perché in Aula é scoppiato il caos, con grida, urla e proteste, soprattutto da parte dei 5 Stelle.


Mentre i deputati di maggioranza restavano immobili, quelli di M5S hanno urlato sventolando le copie del regolamento di Montecitorio: uno di questi volumi è stato lanciato al centro dell'Emiciclo da Danilo Toninelli di M5S, mentre i suoi colleghi gridavano e fischiavano e Carla Ruocco sbatteva sul banco la 'ribaltina' di legno, per fare rumore. All'estrema sinistra, stesse urla, con i deputati MDP e Si tutti in piedi a battere sui banchi in segno di protesta. Dal banco della commissione, Ignazio La Russa (Fdi) ha alzato un cartello con la scritta "Hablamos", parliamo, leitmotiv della campagna unionista della Catalogna.


 

La presidente Boldrini, nel sospendere la seduta, ha comunicato la convocazione della Conferenza dei capigruppo per il timing delle votazioni. Finocchiaro, nell'annunciare la fiducia, ha specificato che viene posta sugli articoli 1, 2 e 3 del testo base della legge elettorale. E' la conferma che si svolgeranno tre diversi voti di fiducia.

Giovedì sera il voto finale
Le prime due fiducie sui primi due articoli del Rosatellum bis si svolgeranno mercoledi' 11 ottobre, a partire dalle ore 15.45. La terza e ultima fiducia si voterà invece giovedì, mattina, poi i voti senza fiducia con l'esame degli emendamenti e di seguito i voti sugli ordini del giorno nel pomeriggio di giovedi' e infine, entro la serata di giovedi' il voto finale sulla legge elettorale.

Finocchiaro: governo coerente, ha solo aiutato
"Gentiloni ha detto fin dal giorno del suo insediamento che questo governo avrebbe cercato di aiutare e facilitare l'approvazione di una legge elettorale ed è quello che abbiamo fatto". Anna Finocchiaro, ministra per i Rapporti con il Parlamento interpellata a Montecitorio spiega così la decisione di porre la questione di fiducia sul Rosatellum.

"La maggioranza ha chiesto che si ponesse la fiducia per approvare una legge elettorale che mettesse in sicurezza il paese- ha aggiunto Finocchiaro -, è arrivato il via libera anche dalle opposizioni, poi c'è stata l'ulteriore sollecitazione del presidente della Repubblica perchè il Parlamento esitasse una legge elettorale...il governo è stato coerente con il ruolo che ha svolto in tutti quesi mesi".

Ipotesi fiducia anche in Senato
La maggioranza pensa al blitz sulla legge elettorale a palazzo Madama, qualora arrivasse entro venerdì il via libera di Monteicitorio. Martedì già in Commissione, poi subito l'incardinamento in Aula. Con il via libera di una conferenza dei capigruppo l'approdo del Rosatellum bis potrebbe eventualmente avvenire a metà della prossima settimana. Non si escluderebbe la questione di fiducia anche al Senato dove però il numero dei voti segreti è minore.

Stamattina il via libera del CdM alla fiducia
È durata poco più di mezz'ora la riunione del Consiglio dei ministri convocata in tarda mattinata a palazzo Chigi dopo la richiesta fatta dal Pd sulla questione di fiducia sulla riforma della legge elettorale.  

"Il Consiglio dei ministri ha deliberato il proprio assenso a porre la questione di fiducia, qualora risulti necessario, con riferimento al testo unificato delle proposte di legge n. 2352 e abbinate A/R, recante "Modifiche
al sistema di elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica. Delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali".

La richiesta era arrivata in tarda mattinata dal capogruppo alla Camera del Pd, Ettore Rosato: "Ho telefonato al premier riferendo che la valutazione della maggioranza sarebbe che è opportuna la fiducia, perchè il testo è frutto di un faticoso equilibrio tra maggioranza e opposizione e sottoporlo ai voti segreti metterebbe in difficoltà il complesso del testo" ha detto in aula. Parole che hanno provocato una nuova, dura reazione del M5S, che da giorni parla di legge elettorale 'incostituzionale', in quanto riaprendo la porta alle coalizioni, danneggia quelle forze politiche non coalizzabili, appunto come il 'Movimento'. 

Appello di Di Maio alla mobilitazione popolare contro una "legge truffa"
Luigi Di Maio ha lanciato un appello dai toni drammatici per una mobilitazione popolare contro la decisione del Governo di porre la fiducia sulla legge elettorale. Il videomessaggio del candidato premier del Movimento 5 stelle è stato pubblicato sulla sua pagina Facebook e sul blog Beppegrillo.it. "Ci siamo! Per anni - ha detto - ci avete detto: 'convocateci in piazza e verremo'. E' arrivato il momento, ragazzi! Abbiamo sempre rispettato questa vostra disponibilità senza mai abusarne, ma adesso abbiamo bisogno di voi, di tutti. Lo dico anche a chi non vota Movimento 5 stelle. Siamo in piena emergenza democratica".

Bersani: fiducia una vergogna, si apre questione democratica
È scuro in volto, Pier Luigi Bersani, esce dall'aula subito dopo l'annuncio della fiducia da parte del governo e prova ad evitare i giornalisti. Ma la seconda fiducia su una legge elettorale nella stessa legislatura proprio non la manda giù: "Non si rendono conto... Questo aprirà un altro solco tra istituzioni, politica e cittadini. Un solco micidiale, non si rendono conto della responsabilità che si prendono. E' una vergogna. Io dico soltanto: si è aperta una questione democratica grossa come una casa".

Mdp: Gentiloni non ha più la nostra fiducia. Strade separate
"Le nostre strade si separano definitivamente", dice Alfredo D'Attorre. "Gentiloni non ha più la nostra fiducia, oggi si è creato un vulnus inaccettabile", afferma Guglielmo Epifani. La decisione di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale allontana ancor di più Mdp dalla maggioranza. D'Attorre spiega: "Oggi abbiamo avuto una riunione del gruppo parlamentare e abbiamo deciso di votare contro la fiducia e contro il provvedimento, si tratta di una scelta che avrà delle conseguenze". "Da domani cominciamo a votare contro il Senato", annuncia Epifani.

Rossi: ricorso a fiducia ferita grave a democrazia
"La fiducia del governo sulla legge elettorale è una ferita grave alla democrazia, al ruolo del Parlamento e ai diritti dei cittadini. "È da evitare di intervenire sulla legge elettorale poco prima dello scrutinio (meno di un anno). Anche in assenza di volontà di manipolazione ciò apparirà come legato agli interessi congiunturali di partito". Così si esprime il Consiglio d'Europa nel codice di buona condotta in materia elettorale. Il governo Gentiloni mettendo la fiducia sta facendo molto peggio perché la legge elettorale è materia del Parlamento e non del governo". Lo ha scritto, sul suo profilo Facebook, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e fondatore di Articolo Uno - Mdp.



Malessere sul ricorso alla fiducia anche tra i pisapiani. "Hanno sbagliato, così si complica qualsiasi tentativo di confronto futuro con il Pd", spiega un esponente vicino all'ex sindaco di Milano.

Fratoianni: Vergogna, vergogna, vergogna
"Porre la questione di fiducia in materia di legge elettorale è una vergogna  - insiste il leader di SI -  Senza scomodare la storia del passato con episodi analoghi e davvero tristi, ricordo solo che in questa legislatura  lo hanno già fatto su una legge scandalo come l'Italicum, una legge incostituzionale- afferma Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana- Oggi cosi non hanno neanche permesso al Parlamento di discutere le pregiudiziali di costituzionalità, di discutere il complesso degli emendamenti. Un Parlamento ridotto a un luogo in cui non si può correggere, migliorare, affrontare le leggi". 

Sinistra domani in piazza
Dopo il M5S anche la Sinistra in piazza domani contro la fiducia. Lo comunica Arturo Scotto (Mdp) in Transatlantico. "Stiamo ragionando assieme a tante forze di sinistra - annuncia Scotto - per manifestare domani al Pantheon, alle 17,30, contro questa decisione del governo di mettere la fiducia". All'iniziativa parteciperà anche Tomaso Montanari e Anna Falcone, animatori dell'assemblea del Brancaccio.

Di Battista arringa piazza, ma c'è Pappalardo
Alessandro Di Battista scende in piazza per protestare contro la legge elettorale, ma a Montecitorio ad attenderlo ci sono i sostenitori dell'ex generale Pappalardo, gli attivisti del Movimento liberazione Italia, che non gradiscono la sortita del deputato pentastellato. Fischi e grida hanno investito il deputato che era uscito davanti a Montecitorio per incontrare i manifestanti che protestavano e tentare un dialogo. "Non so chi ha convocato questa manifestazione..." ha esordito Di Battista e dalla piazza è arrivata subito una secca presa di distanza: "L'ha convocata il generale Pappalardo e siamo qua perché siete abusivi". Poi arrivano gli inviti, non troppo cortesi, a farsi da parte: "Dimettiti" gli urlano i manifestanti fino a quando Di Battista è costretto a lasciare il campo.