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MONDO

Visita negli Stati Uniti

Macron al Congresso Usa: sì al multilateralismo. L'Iran non avrà mai armi nucleari

Dopo i sorrisi e le pacche sulle spalle, emergono le differenze con Trump su nucleare iraniano, guerre commerciali e cambiamento climatico. Il presidente francese: "Non c'è un pianeta B"

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Nell'ultimo giorno della visita del presidente francese Emmanuel Macron negli Stati Uniti  -  condita da sorrisi, sguardi d'intesa, convergenze e pacche sulle spalle con Donald Trump - sono emerse anche alcune divergenze. Macron ha parlato al Congresso statunitense, dove è stato accolto da  ovazioni di senatori e deputati, nel 58esimo anniversario dell'analogo intervento di Charles de Gaulle, che al tempo rese omaggio alla storia comune dei due Paesi e insistette sull'importanza del legame bilaterale di fronte alle tensioni mondiali. Anche Macron ha rimarcato l'amicizia franco-americana, gli "ideali e valori comuni", ringraziando Trump per il "forte simbolo" dell'invito alla Francia. Nell'intervento, dedicato alle grande questioni internazionali attuali, ha però anche affrontato i punti di divergenza, dall'accordo sul nucleare iraniano, al cambiamento climatico, al multilateralismo. 

Parigi resterà nell'accordo con l'Iran sul nucleare
Trump ha dato tempo sino al 12 maggio agli europei per "aggiustare" l'accordo del 2015, da cui ha minacciato il 'ritiro' degli Usa. Macron ha detto con chiarezza che "la Francia resterà nell'accordo", aggiungendo che sebbene esso non sia perfetto non bisogna "abbandonarlo senza avere un'alternativa valida". Ieri Trump ha definito l'intesa, che ritiene non abbastanza rigida verso Teheran, "ridicola". I due hanno aperto a un "accordo più generale", su cui Macron ha detto al Congresso che bisogna "lavorare" perché sia "più completo", sulla base di quattro pilastri: "la base dell'intesa esistente; il post-2025 per assicurarsi che non ci sia alcuna attività nucleare iraniana, il contenimento dell'influenza militare del regime nella regione, il monitoraggio dell'attività balistica". Per il francese, la linea da tenere resta chiara: "L'Iran non deve possedere armi nucleari", ma bisogna anche "rispettare la sovranità" di Teheran ed evitare "una guerra in Medioriente". Teheran, da parte sua, negli ultimi giorni ha più volte ribadito che non intende rinunciare all'intesa del 2015.

La divergenza sul cambiamento climatico
Altro punto di divergenza il clima, dopo che Trump lo scorso anno ha annunciato l'uscita degli Usa dallo storico accordo di Parigi per contenere l'innalzamento delle temperature globali. "Non c'è un pianeta B", ha affermato Macron, aggiungendo: "Credo che un giorno gli Usa torneranno a unirsi all'accordo di Parigi", "dobbiamo lavorare assieme". Inoltre, ha sottolineato che "alcune persone credono che garantire le industrie e il lavoro attuale sia più importante del cambiamento climatico", e ha sottolineato di "credere nella costruzione di un Paese" che "sia ancora abitabile tra 25 anni" per i nostri figli. Di recente l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg ha promesso che pagherà lui i 4,5 milioni di dollari con cui gli Usa potranno così rispettare gli impegni presi nell'era Obama.

No alle guerre commerciali, sì al multilateralismo
Il presidente francese ha anche parlato, in attrito con molte posizioni e recenti azioni di Trump e dei 'suoi', di contrastare nazionalismi e isolazionismo, sottolineando che il "multilateralismo forte" è ciò che permetterà di "prosperare" in "libertà e pace", "che non è una minaccia" ma "l'unica chance di rafforzare nazioni, identità e culture", per affrontare le sfide globali in un "ordine mondiale" basato su di esso. Si è quindi scagliato contro "una guerra commerciale", che "non è la soluzione": "Sono convinto - ha detto - che non dobbiamo percorrere la strada della deregolamentazione ad ogni costo né quella del nazionalismo", "servono scambi liberi ed equi".