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POLITICA

Manovra in Senato, il governo pone la fiducia

Alla Camera invece l'esecutivo ha già incassato la fiducia sul decreto fiscale collegato alla manovra, decreto fiscale che diventa legge

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Il governo ha posto la questione di fiducia sul maxiemendamento alla manovra così come approvato dalla commissione con "alcune correzioni e integrazioni di carattere tecnico e istituzionali". 

Dopo la prima chiama, è in corso il voto di fiducia in aula al Senato. Al termine si riunirà il Consiglio dei ministri per approvare la nota di variazione al bilancio. L'assemblea di palazzo Madama procederà poi con le votazioni sulle tabelle del bilancio e il via libera finale al provvedimento. Il ddl bilancio, una volta incassato l'ok del Senato, passerà alla Camera per la seconda lettura.

Ieri la richiesta da parte di Ap di nuove rassicurazioni sul bonus bebè con la minaccia di non votare il provvedimento. "L'intervento sulla natalità", vale a dire il bonus bebè - ha detto in Aula il vice ministro all'Economia Enrico Morando -  è "già finanziariamente molto significativo ma se dovrà essere aggiustato alla Camera lo sarà perché il governo condivide la scelta, in particolare voluta da Ap, di sostenere questa prospettiva con concrete e puntuali riforme da introdurre nel corso di questa legge di bilancio".

Intanto i tecnici del Senato parlano di un rifinanziamento del bonus bebè ma solo per il primo anno di vita dei nuovi nati nel testo approvato in commissione. "Rispetto alla disciplina relativa al periodo 2015-2017 - si legge nel dossier - le differenze concernono l'importo base dell'assegno e la durata, che, per i figli nati o adottati nel periodo 2015-2017, è pari a 3 anni, anziché ad 1 anno".