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ITALIA

Vertice a Milano

Orban: "Salvini è il mio eroe e un mio compagno di destino"

Il premier ungherese e il ministro dell'Interno si incontrano alle 17 in Prefettura. Sul tavolo la questione migranti

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Con il ministro dell'Interno Matteo Salvini "vorrei fare una conoscenza personale. Lui è il mio eroe". Così il primo ministro ungherese, Viktor Orbàn, uscendo dal ristorante in cui ha pranzato a Milano.  Il primo ministro ungherese si trova nel capoluogo meneghino per un vertice con il ministro dell'Interno Matteo Salvini. L'incontro è previsto per le 17 in Prefettura. "È un mio compagno di destino - ha aggiunto Orbàn - sono molto curioso di conoscere la sua personalità. Sono un grande estimatore e ho alcune esperienze che forse potrei condividere con lui. Ho questa sensazione", ha concluso.

"Ormai - ha postato, in vista dell'incontro, il vicepremier e ministro dell'Interno - la sinistra esiste solo per insultarmi, per difendere Ue dei banchieri e immigrazione senza limiti. P.S. In Ungheria disoccupazione è sotto il 5%, Flat Tax per le imprese è al 9% e per le persone al 15%, immigrazione è sotto controllo e economia cresce del 4%".

E' un "incontro importante" quello di oggi a Milano. L'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni lo ha scritto su Twitter spiegando che "può essere davvero l'inizio della svolta verso un'Europa che si fa finalmente carico del problema immigrazione". La conclusione dello storico esponente leghista è un augurio di "buon lavoro".

Salvini-Orbàn e Conte-Babis, il governo guarda a Visegrad
Nel giorno del doppio incontro tra Salvini e Orbàn e del premier Conte con l'omologo ceco Andrej Babis, la questione dei rapporti col gruppo di Visegrad e con le forze sovraniste all'interno dell'Ue rischia di diventare un altro banco di prova della stabilità del governo gialloverde. Se è vero, infatti, che Lega e M5s si sono sempre mostrati concordi sulla necessità di trovare nuovi equilibri politici in sede comunitaria, per modificare le politiche di accoglienza previste dal trattato di Dublino e arrivare a una equa ripartizione degli arrivi, è altrettanto vero che le modalità con cui si è arrivati a questi due appuntamenti hanno evidenziato più di un attrito tra i due partner di governo.

A creare il maggiore scompiglio, è stato l'attivismo diplomatico del ministro dell'Interno, tanto che gli esponenti grillini più in vista non hanno mancato di sottolineare una certa disinvoltura con cui Salvini si sarebbe mosso, accusandolo - in modo più o meno esplicito - di voler perseguire un vantaggio politico per il suo partito (in ottica elezioni Europee) utilizzando la propria veste istituzionale. L'incontro tra Orban e Salvini, infatti, si  tiene in una sede governativa (la prefettura di Milano), cosa che ha irritato non poco il leader di M5s Di Maio e gli altri big pentastellati, che nei giorni scorsi si sono affannati a derubricarlo a incontro di natura politica e non istituzionale. Irritazione alimentata dal fatto che si è trattato di un'iniziativa condotta da Salvini in totale autonomia dal premier Giuseppe Conte, che oggi a Palazzo Chigi ha proceduto, parallelamente, all'incontro col premier ceco. Occasione in cui molti osservatori hanno visto un modo per riaffermare la centralità del ruolo del presidente del Consiglio e riportare nell'alveo della collegialità di governo la questione scottante.

Inoltre, l'accelerazione verso Visegrad non sembra essere digerita dalla totalità di M5s, rischiando di aprire, oltre a quello interno all'esecutivo, un fronte interno al Movimento. Accanto alle dichiarazioni più prudenti dell'ala governativa, che come quella del sottosegretario agli Esteri Manlio di Stefano tendono a sottolineare i punti di contatto tra la visione italiana e quella del gruppo di Visegrad e le divergenze con Parigi e Berlino, c'è anche chi, come l'eurodeputato pentastellato Fabio Massimo Castaldo, contesta quasi in toto la linea sovranista di Salvini, definendo Orban un esponente della "vecchia nomenklatura del Ppe". Una posizione in cui molti vedono un ulteriore sintomo del montante malumore della "sinistra" grillina, facente capo al presidente della Camera Roberto Fico, di fronte al sempre maggiore rilievo che la linea salviniana su Ue e immigrazione sta assumendo all'interno dell'esecutivo.

Sullo sfondo, il ministro degli Esteri Moavero Milanesi, impegnato in una difficile sintesi tra i desiderata della maggioranza e le esigenza di lealtà a Bruxelles. Nei prossimi giorni volerà a Vienna per il vertice informale dei ministri degli Esteri Ue, a margine del quale incontrerà anche i rappresentanti di paesi extracomunitari come la Serbia, il Montenegro e la Turchia, alla ricerca di quel multilateralismo che allo stato appare, come ha dimostrato il ruolo dell'Albania nella vicenda della nave Diciotti, una delle soluzioni più efficaci per alleviare la pressione dell'ondata migratoria sul nostro paese.