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POLITICA

Lo scontro

Sanità Calabria, Oliverio: "Decreto governo rafforza fallimento"

La ministra Grillo al governatore: "Io opero nel solco della Costituzione"

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Il governatore della Calabria, Oliverio è pronto a impugnare il decreto del Governo che riduce i poteri alla Regione riguardo alla sanità e risponde anche alla ministra alla Salute Giulia Grillo, che in una intervista aveva preannunciato l’atto di oggi del Consiglio dei ministri nel quale tra l’altro si toglie la possibilità al governatore di nominare i direttori generali e impone di passare dalla Consip per gli acquisti.

Oliverio non ha partecipato oggi al Consiglio dei Ministri svoltosi a Reggio Calabria: "Non sono stato invitato al CdM - ha detto - sono stato invitato ad una conferenza stampa ieri sera, tra l'altro non dal governo ma dalla segreteria della prefettura, con una missiva, arrivata ieri sera tardi con una Pec del prefetto. Questa conferenza stampa è stata peraltro convocata per annunciare - ha aggiunto Oliverio - l'ulteriore usurpazione delle residue funzioni della Regione in materia di sanità, governata dal potere centrale da 10 anni circa, producendo un fallimento. Il decreto che oggi si assume rafforza il fallimento".

Grillo: io dentro Costituzione
Nel pomeriggio arriva la replica della ministra Grillo: ""Lo dico al presidente della Regione Calabria, che ha detto che il ministro opera extra-costituzione, e agli altri presidenti: il ministro fa il suo compito nei solchi della Costituzione, che prevede che il ministro garantisca i Lea su tutto il territorio nazionale.Tutto quello che faccio è nel solco della Costituzione, per questo abbiamo fatto un decreto legge temporaneo".

La vicenda
Ammonta a 160 milioni annui, (60 milioni oltre il gettito assicurato dalle entrate proprie della Regione) il deficit della sanità calabrese, in regime di piano di rientro dal 17 dicembre 2009 e commissariata dal 30 luglio 2010. E' il dato più aggiornato, emerso lo scorso 4 aprile dal "Tavolo Adduce", il tavolo di monitoraggio interministeriale chiamato a verificare a cadenza trimestrale l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione. Una situazione che ha indotto il governo a intervenire con un decreto ad hoc. Il dato negativo ha esposto la Calabria al rischio di un nuovo aumento delle aliquote fiscali, che sono pari allo 0,15% sull'Irap e allo 0,30% sull'Irpef, e di  un nuovo blocco delle assunzioni nel comparto, dopo quello decretato alcuni anni fa e poi rimosso. L'esito negativo del "Tavolo Adduce" è stato però contestato nei giorni scorsi dal governatore Mario Oliverio, che al tavolo aveva portato altri dati di cui il tavolo ministeriale non avrebbe tenuto conto. Alla verifica dei conti sanitari del quarto trimestre 2018, la Regione si era presentata con un risultato economico in disavanzo, eccedente le coperture fiscali, di circa 28 milioni di euro, ammette Oliverio, "ma con ulteriori elementi correttivi, tali da consentire ai ministeri affiancanti di riconoscere alla Regione maggiori ricavi da una parte e minori costi dall'altra e, quindi, contenere la perdita dell'esercizio 2018 entro le coperture quantificate in 98,7 milioni di euro".

Secondo la Regione Calabria, infatti, il Mef "non solo non ha riconosciuto alcune risultanze contabili pari complessivamente a 32,5 milioni, ma avrebbe calcolato un disavanzo peggiore di quello comunicato dagli uffici regionali, "determinando una perdita di 61 milioni di euro oltre le coperture fiscali ed annunciando il verificarsi delle condizioni per l'applicazione automatica delle extra aliquote fiscali, addizionale regionale Irpef e Irap, che aumenteranno rispettivamente dello 0,30 e dello 0,15 per cento, nonchè il blocco totale del turn-over fino al 31 dicembre 2020 e, infine, il divieto di prevedere spese non obbligatorie sul bilancio regionale".