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MONDO

La crisi dei diritti umani

Si ribalta la barca dei Rohingya in fuga dal Myanmar: morti e dispersi nel naufragio

 Nelle ultime settimane sono stati centinaia di migliaia i Rohingya fuggiti in Bangladesh. San Suu Kyi era stata accusata di cinismo per il suo prolungato silenzio sulle sofferenze inflitte alla minoranza musulmana che vive al confine con il Bangladesh

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Un'altra tragedia nella più grande tragedia dell'esodo. Sono almeno 12 le persone morte a bordo di una barca carica di rifugiati Rohingya che si è ribaltata. E' l'ultima strage in ordine di tempo a colpire quanti fuggono dalle violenze nello stato di Rakhine in Myanmar. La guardia costiera e gli agenti alla frontiera hanno riferito che c'erano oltre cento persone a bordo della barca quando è affondata nel fiume Naf, che separa Myanmar dal Bangladesh. Sono ancora tantissimi i dispersi. Le ricerche e i soccorsi sono andati avanti tutta la notte e la polizia ha recuperato dodici corpi: dieci bambini, un'anziana e un uomo. 

La minoranza perseguitata
I Rohingya sono una minoranza di religione musulmana che vive nello Stato di Rakhine la cui repressione sta sollevando le critiche internazionali e gli appelli dei premi Nobel, 'colleghi' di Aung San Suu Kyi, il cui silenzio ha attirato molte perplessita'. Alcuni attivisti per i diritti umani indonesiani, il piu' popoloso Paese musulmano al mondo, hanno addirittura invitato il comitato per i Nobel a ritirare il premio alla leader birmana.  Parlando per la prima volta della crisi con un comunicato diffuso dal suo ufficio, lo scorso 25 agosto, Aung San Suu Kyi aveva detto che le 'fake news' erano messe in giro ad arte per "creare moltissimi problemi tra le diverse comunita'" e per promuovere "l'interesse dei terroristi".



L'atto di accusa di Malala
La voce più alta che si è levata contro la leader birmana è quella di un altro Nobel per la Pace. L'attivista pakistana e musulmana, Malala Yousafzai aveva infatti  aspramente criticato la 'collega' per ignorare la 'pulizia etnica' in atto contro la minoranza musulmana nei Rohingya.

"Ogni volta che leggo le notizie il mio cuore si spezza per le sofferenze del musulmani Rohingya in Myanmar", ha denunciato Malala, sopravvissuta miracolosamente ad un tentativo di assassinio da parte dei talebani locali in Pakistan quando a soli 15 anni nel 2012 lottava per dell'educazione femminile. "Nel corso degli ultimi anni ho ripetutamente condannato questa trattamento tragico e vergognoso. Sto ancora aspettando che la mia collega premio Nobel Aung San Suu Kyi faccia lo stesso", ha denunciato Malala, che conquisto' il Nobel per la pace nel 2014. Suu Kyi, Nobel per la Pace nel 1991, che ha passato oltre 20 anni isolata nella sua casa dalla giunta militare, e' ormai dal 2016 ministro degli Esteri e Consigliere di Stato (carica creata apposta per lei) che la pone di fatto, sempre con il placet dei generali, alla guida dello Stato. Ma Suu Kyi, buddista, non vuole inimicarsi il sostegno della maggioranza della popolazione birmana che odia i mususlmani.