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MONDO

La guerra

Siria, ad Afrin ucciso il primo soldato turco. Ad Ankara arriva la delegazione americana

Il futuro delle relazioni tra Ankara e Washington dipenderà dalle scelte dell'Amministrazione Usa, in particolare nel teatro siriano, ha detto il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. "Non avremo paura di nessuno: se dobbiamo morire, moriremo, ma non vivremo nella paura"

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Prima vittima tra i militari turchi impegnati nell'operazione 'ramoscello d'ulivo' contro l'enclave curdo-siriana di Afrin, giunta al quarto giorno. Un soldato e' rimasto ucciso nelle scorse ore in scontri con le milizie curde dell'ypg e presunti jihadisti dell'isis nel villaggio frontaliero turco di Gulbaba, secondo quanto riferito dalle forze armate di Ankara.

Nell'offensiva risultavano gia' decine di vittime sia sul fronte curdo che tra le milizie siriane cooptate da Ankara, oltre che almeno 24 civili, secondo l'osservatorio siriano per i diritti umani.  

Ad Ankara  delegazione americana
 L'operazione militare turca in Siria è il tema centrale della visita ad Ankara di una delegazione del governo Usa, guidata dal vice assistente segretario per gli Affari Europei ed Euroasiatici, Jonathan Cohen e composta da funzionari del Dipartimento della Difesa. Lo ha riferito il sito del quotidiano Hurriyet, secondo il quale la delegazione si trova nella capitale per colloqui già previsti da tempo. Durante la mattinata al ministero degli Esteri, ha riportato Hurriyet, verranno discusse alcune questioni che hanno provocato tensioni nei rapporti bilaterali, a partire dalla crisi dei visti. I colloqui entreranno nel vivo presso la sede dello Stato Maggiore nel pomeriggio, quando si discuterà dell'operazione lanciata nei giorni scorsi dall'esercito turco nell'enclave curda di Afrin, nel nord della Siria, contro le Unità di protezione del popolo (Ypg) curdo, sostenute dagli Usa in chiave anti-Is.

Il Ministro degli esteri turco: "Il futuro dipende da Washington"
Il futuro delle relazioni tra Ankara e Washington dipenderà dalle scelte dell'Amministrazione Usa, in particolare nel teatro siriano. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, in un'intervista rilasciata al quotidiano 'Haberturk'. "Il futuro delle relazioni con gli Usa dipende dai loro prossimi passi. Per quanto mi riguarda, sto facendo quello che dovrei fare, altrimenti il ​​mio Paese sarebbe in pericolo - ha dichiarato il capo della diplomazia di Ankara - Non avremo paura di nessuno: se dobbiamo morire, moriremo, ma non vivremo nella paura".

"Il nostro compito è combattere i terroristi"
 Riferendosi all'operazione 'Ramoscello d'ulivo', lanciata sabato dalle forze turche nel nord della Siria, Cavusoglu ha sostenuto che "il nostro compito non è quello di affrontare la Russia, la Siria o gli Stati Uniti, ma combattere il terrorismo. Non importa, se (il terrorismo, ndr) è ad Afrin, a Manbij, a est dell'Eufrate o anche nel nord dell'Iraq. Se ci sono terroristi lì, rappresentano per noi una minaccia". In merito al sostegno fornito da Washington alle Unità di protezione del popolo (Ypg) curdo, il ministro turco ha infine sottolineato che il governo di Ankara si aspetta che "gli alleati come gli Stati Uniti" siano "dalla parte della Turchia e non dalla parte dei terroristi".