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POLITICA

La polemica

Tav, Chiamparino: "Se il governo la bloccherà pronto a referendum popolare"

Il governatore del Piemonte: "Folle isolare il nord-ovest per non perdere voti". La Lega: "Mai parlato di una legge per bloccarla, ragionare su modifiche al progetto"

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La questione Tav agita il governo. La Lega si dice convinta che il progetto andrà avanti, ma dal Movimento Cinque stelle non mancano le perlessità al riguardo. E il governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino, interviene nella polemica dicendosi pronto a convocare un referendum popolare. 

Chiamparino: pronto a convocare referendum
"Se il governo bloccherà la Torino-Lione io sono pronto ad andare fino in fondo e convocare un referendum popolare". Lo dice il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, in un'intervista a Repubblica.  "Sono pronto a farlo, anche se mi auguro che il governo non prenda una decisione così folle come quella di bloccare una ferrovia che è strategica sotto tutti i punti di vista: economico, ambientale e culturale. Bloccarla significa isolare il nord-ovest", osserva: "Io mi aspetto che Toti e Fontana battano un colpo. Se si dovesse mai davvero bloccare la Torino-Lyon, anche le altre grandi opere, a partire dal Terzo Valico e dalla Pedemontana, sarebbero da rivedere, perché perderebbe forza il progetto di piattaforma logistica del nord-ovest".
 
Per evitare che sull'argomento si consumi una vera e propria rottura nel governo, arrivano le rassicurazioni soprattutto da esponenti leghisti sulla prosecuzione dei lavori.

Martina: se la bloccano referendum popolare
"Penso che abbia ragione da vendere Sergio Chiamparino. Se Lega e Cinque Stelle bloccheranno la Torino-Lione facendo perdere all'Italia una occasione straordinaria di modernizzazione, lavoro e sviluppo, noi dovremo promuovere un referendum perché siano i cittadini a fermare questa follia pentaleghista". Così il segretario Pd Maurizio Martina alla festa dell'Unità di Brescia.

Meloni: il referendum è una proposta di Fratelli d'Italia
"A metà giugno ho personalmente lanciato un appello a tutte le segreterie regionali dei partiti piemontesi per organizzare insieme il 'Tav Day': un referendum coordinato per far esprimere direttamente i cittadini del Piemonte sulla realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione", dichiara Giorgia Meloni, in una nota. E aggiunge: "Dopo 40 giorni di silenzio il governatore Chiamparino arriva alla stessa conclusione proponendo un referendum. Meglio tardi che mai: facciamo il referendum sulla Tav e mettiamo nelle mani dei cittadini la scelta. Siamo certi che i piemontesi diranno sì e che il governo non potrà fermare quest'opera andando contro la volontà del popolo". 

Osvaldo Napoli (FI): ok referenum ma sia autentico e non sul web
"Trovo giusto che sia consentito ai cittadini piemontesi di pronunciarsi con un referendum sul destino della Tav. Mi sorprende che l'idea non sia venuta dal mondo dei Cinquestelle e dall'amministrazione comunale di Torino, perché mai come nel caso della Tav 'uno vale uno'. Evidentemente, la questione imbarazza il comico Beppe Grillo, teorico della fine della democrazia e del Parlamento e quindi sospettoso che i cittadini possano, usando la loro testa, prenderlo a pernacchie per le bestialità che quotidianamente pronuncia". E' quanto dichiara Osvaldo Napoli, membro del direttivo di Forza Italia alla Camera.

"Bene ha fatto il presidente Chiamparino a evocare lo strumento della consultazione popolare. Sia chiaro, una consultazione che convoca i cittadini in carne e ossa alle urne, e non le pagliacciate pentastellate del referendum sul web. Invito l'amministrazione comunale di Torino e il M5S a farsi promotori di un'iniziativa referendaria perché, sia pure a titolo consultivo, potrebbe regalare la foto giusta e non sfocata sullo stato d'animo dei piemontesi verso la Tav. Con buona pace di chi pensa che una dozzina di click da casa sia l'unica, vera fonte di legittimazione per l'esercizio del potere. Grillo - conclude - potrebbe scoprire che la democrazia funziona e che lui non deve averne paura al punto da volerla sopprimere".

Siri: un errore fermare tutto
Un errore fermarsi. I costi di uno stop sarebbero superiori ai benefici. Un conto è ridiscutere. Un altro conto, molto diverso, è fermare tutto". Lo sostiene, in un'intervista al 'Corriere della Sera', Armando Siri, il sottosegretario leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti a proposito della possibilità  che si arrivi a fermare l'Alta velocità ferroviaria tra Torino e Lione. "La questione Tav è sul tavolo - spiega - l'abbiamo affrontata a grandi linee ma nessuno ha mai parlato di una legge per bloccarla. Piuttosto, si è ragionato su come affrontare eventuali modifiche al progetto originario". 

Marcia dei No Tav per la chiusura del cantiere
È arrivato a circa 150 metri dal cantiere della Torino-Lione il corteo No Tav che oggi pomeriggio è sfilato sotto la pioggia per la Val Clarea fino a Chiomonte. I partecipanti, oltre un migliaio, hanno abbattuto una recinzione messa lungo il sentiero e si sono fermanti al 'campo delle bandiere', davanti al cordone della polizia. "Un risultato straordinario - si legge sulla pagina Facebook degli organizzatori del corteo - Siamo riusciti a proseguire lungo il sentiero e ad avvicinarci al cantiere come non succedeva da tempo". Poi i manifestanti hanno fatto ritorno a Venaus per il festival 'Alta Felicità', tradizionale appuntamento No Tav in Valle di Susa.  

Una ventina di manifestanti No Tav sono stati denunciati dalla polizia. Danneggiamento e inottemperanza a provvedimento dell'autorità - l'inibizione dell'area invasa nei pressi del cantiere della Torino-Lione disposta dal prefetto di Torino, Renato Saccone, su richiesta del questore Francesco Messina - le accuse nei loro confronti. Lo rende noto la Questura di Torino, precisando anche che il corteo non era autorizzato.

I manifestanti denunciati hanno utilizzato un flessibile per abbattere la recinzione posta a protezione del cantiere lungo i sentieri della Valle Clarea. Erano presenti - informa sempre la Questura di Torino - alcuni esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino di recente liberati dagli arresti domiciliari e sottoposti ad altre misure cautelari nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri del Primo Maggio 2017 a Torino.

Nei giorni scorsi al cantiere la protesta No Tav è tornata a farsi sentire con il lancio di razzi e bombe carta che hanno portato la polizia a identificare 25 persone.

Fedriga: Lega e M5S sanno che opera è strategica
Sul dossier Tav "credo che si troverà una sintesi". Lo ha dichiarato il governatore della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, a margine della manifestazione Trieste Mini Maker Faire 2018, ospitata al Campus del Centro Internazionale di Fisica Teorica (Ictp). Fedriga si dice convinto che l'alta velocità Torino-Lione andr avanti. "La Lega, ovviamente, e anche i Cinque Stelle, si rendono conto che le infrastrutture sono strategiche" per questo Paese. "Penso - ha aggiunto - che i collegamenti siano fondamentali per creare sviluppo e per creare posti di lavoro". In Italia, conclude, "bisogna investire non soltanto nelle reti ferroviarie ma anche viari. Altrimenti si limita tutto alle grandi vie di comunicazione senza collegare tutto il territorio".  Chiamparino chiama quindi in causa la Lega: "I leghisti, che ormai sono tutto il centrodestra, hanno preso voti anche promettendo le grandi opere, e penso che debbano far sentire la loro voce. Invece mi pare che su questo siano alla mercé dei grillini che usano la Tav per mandare messaggi al proprio elettorato".

Schifani: Toninelli chiarisca al Senato
"Martedì, con la prevista audizione del ministro Toninelli in Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni del Senato, sarà l'occasione per chiedere al ministro di fare chiarezza, e di spiegare davanti al Parlamento qual è la posizione del governo rispetto ad un'opera così strategica come la Tav. Il governo rischia di tagliarci fuori dal futuro. Bloccare l'opera, oltre alle penali ed ai costi altissimi che dovremo pagare per essere venuti meno ad impegni sottoscritti dal nostro Paese, porterebbe l'Italia e le sue aziende ad essere escluse da una delle principali arterie di commercio, che aprirà ai mercati europei l'Est e l'Asia. Il nostro Sistema Paese non può permettersi di perdere questa grande opportunità". Lo dichiara il senatore Renato Schifani, capogruppo di Forza Italia in Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni.